domenica 30 novembre 2008

NEVE

Piove, una pioggia insistente e triste.


Guardo la pianta del caco, è senza foglie, solo i suoi frutti pendono spaccati a metà  gocciolanti di questa pioggia.



Penso che in montagna sarà tutta neve,  sorrido, amo moltissimo la neve.


Inverni lunghi, affossati e protetti da un manto bianco, coperta che a noi bambini era amica e compagna di giochi.


Ricordo che l'attesa iniziava già a metà novembre, gli occhi puntati verso  il cielo, speranzosi nelle  nuvole grigie che scorrevano lente sopra le cime.


Si andava a dormire con un  desiderio che era uguale a tutti i bimbi del paese, neve, tanta neve!


Dormivo in una stanzetta senza riscaldamento al secondo piano, a riscaldare la casa solo una stufa in cucina su cui si faceva da mangiare,  la sera si mettevano dei ciocchi di larice per poi ritrovarne le  braci la mattina dopo.


Si andava a dormire con un freddo pazzesco, a scaldare le lenzuola solo il famoso scaldino di rame riempito con le braci, si dormiva sotto trapunte di lana e lo svegliarsi la mattina era sempre un dramma!



Ricordo quei risvegli, la finestra senza scuri, i ghirigori sui vetri, mille disegni fatti dal ghiaccio,  il respiro che sembrava fumo e poi quel silenzio, strano, attutito eppure così forte.


Chi dice che la neve non fa rumore?


é l'assenza di rumore, è quel silenzio che percepisci come grida che ti da la certezza che lei è arrivata! 


Allora ti alzi ignorando il freddo e ti catapulti giù, vuoi vedere quanta neve c'è.


Ogni volta lo stupore era tanto, un paesaggio nuovo, tutto nato in una notte, era un mondo incantato e sarebbe toccato a te viverlo ed adattarlo ai tuoi desideri.


Il paese cadeva in letargo, solo noi bimbi come folletti incuranti del freddo correvamo per le stradine dove la neve veniva spalata per lasciare un passaggio verso la chiesa.


Gli slittini venivano recuperati dai solai, si lucidavano gli acciai per farli filare di più, erano slittini artigianali, stranissimi, fatti con il legno dei larici rossi, due pezzi attaccati un all'altro con una vite.


Il pezzo più lungo era il "corpo" poi quello chiamato "guido" praticamente il timone, e incollati a questi dei lunghi pattini in legno ricoperti di acciaio,


mamma come filavano, e che capitomboli, per fermarsi ci si doveva buttare nella neve fresca.


E le nostre sere erano tutte da inventare, le mamme che come nelle storie lavoravano a maglia ora in una casa ora in un'altra, e noi diavoletti a fare giochi su giochi, salvo poi irrompere in casa solo per scaldare le mani paonazze e lasciare sull'assito del pavimento scie di neve che piano piano si scioglieva.




 

venerdì 28 novembre 2008

UN'IDEA

Ho letto una notizia interessante, vi faccio un breve riassunto.



 


Bracciale anti-alcol
via alla sperimentazione



bimba 


La Provincia  ha fatto un investimento già costato 300 mila euro: un’operazione che, condotta fino ad oggi solo con dei prototipi grazie all’impegno di Mit di Boston, Università di Brescia e Provincia di Brescia, rischia di rimanere solo un mirabile progetto di innovazione tecnologica applicata al concetto di sicurezza se non troverà aziende desiderose di investire nel progetto per produrlo e metterlo un commercio.






È una «partita» che già ieri pomeriggio, poche ore dopo la presentazione ufficiale in Broletto, ha visto un primo confronto con alcune realtà territoriali: in ogni caso la soluzione al problema non porterà il bracciale innovativo e-Jumping sul commercio prima del giugno 2009.
Il dispositivo salvavita infatti ha vissuto ieri sera l’inizio della sperimentazione con la festa evento al Terzo Cerchio: otto giovani, designati da tempo, lo hanno indossato iniziando a studiarne il funzionamento. Da dicembre altri cinquanta bresciani entreranno in possesso del bracciale nella speranza di poter fornire indicazioni utili su eventuali sviluppi futuri.Il bracciale funziona come etilometro: aggiorna costantemente chi lo indossa sul tasso acolico.
«Pensiamo si tratti di un’operazione molto interessante soprattutto in prospettiva - ha sottolineato il presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli - : in questa prima fase i giovani saranno un termine di paragone molto importante e cercare di aumentare la sicurezza stradale è un passo che ben si accompagna a quelli già fatti che hanno portato ad una diminuzione del cinquanta percento degli incidenti. Noi abbiamo voluto contribuire ben sapendo che questo prodotto può essere utilizzato anche in filoni diversi come quello dell’ambiente dei trasporti».
Il bracciale salvavita però non sarebbe diventato realtà senza il lavoro del Mit di Boston.
«È stata un’esperienza incredibile portata avanti per due anni - sottolinea il direttore del Mit Federico Casalegno - : abbiamo lavorato in sinergia con grandi risultati, la nostra intenzione è che questa piattaforma diventi un social network per avvicinare le istituzioni ai giovani con servizi studiati appositamente per loro».
Il bracciale, che la prossima settimana verrà presentato anche ai Nobel di Stoccolma, può essere una chiave di volta per migliorare la sicurezza nei giovani. A patto che qualcuno si faccia carico di produrlo e metterlo in commercio. Possibilmente a prezzi competitivi sul mercato bresciano



 


Misura la «sobrietà»
e invia una richiesta
di passaggio agli amici


 

Alimentato come un telefono cellulare, il braccialetto del progetto e-jumping deve essere indossato prima di uscire. Prima però, sarà necessario registrarsi al socialnetwork www.ridelink.ws accessibile anche dalla sezione giovani del portale della Provincia.
A quel punto il portatore del braccialetto dovrà far sapere utilizzando proprio il dispositivo al braccio, in quale locale si è diretto. Dopo aver passato la serata in compagnia degli amici, un rilevatore di quantità di alcol presente nel sangue gli dirà se in quel momento è in grado di guidare o meno. A quel punto entra in gioco l’effettiva utilità del prodotto studiato in sinergia tra Mit e Provincia di Brescia: il dispositivo si connette con la tecnologia bloutooth al telefono cellulare e con quello invia una richiesta di aiuto agli amici iscritti al social network Ride Link. Ecco che, per amicizia e senso civico, un amico si farà carico di venire a prendere chi non sarebbe in grado di guidare per riportarlo a casa senza correre alcun rischio.
Ovviamente più il social network sarà «popolato», più sarà facile costruire una rete di amici in grado di dare un aiuto nel momento del bisogno. Proprio per questo il bracciale non è solo un dispositivo «salvavita» ma anche un sistema utile per intessere nuovi rapporti sociali, dare e ricevere assistenza diminuendo i rischi che si corrono sulle strade.


Come idea non mi sembra male, se poi pensiamo a come sono attratti i nostri ragazzi da tutte le cose tecnologiche, vedi il successo di Facebook c'è da sperare bene, voi che ne dite?


Sarà una cosa fattibile?


Ma soprattutto servirà a qualcosa?




 



mercoledì 26 novembre 2008

un esperimento...

Finalmente ho finito io mio armadio!


Tempo fa ho trovato un armadio vecchio, non "antico" ma uno di quelli senza pregi, fatto artigianalmente, legno massiccio e ruvido, pesantissimo e pieno di tarli.


Quando l'ho visto la prima volta mi sono detta che era perfetto per me!


Certo,   non mi sarei mai messa a fare la restauratrice se l'armadio fosse stato più pregiato, e poi con 60 euro che si compra?


Devo dire che mi sono divertita, e che sono contenta del risultato, anche perchè sarà il mio primo e ultimo lavoro di restauro così impegnativo!



Prima di iniziare ho studiato le varie tecniche, ce ne sono tante, ho scelto ovviamente la più facile, e ho finito con la gommalacca a pennello.


Stamattina l'ho lucidato per a prima volta, dovrò farlo ancora per 3 o 4 volte, ma sta venendo bene, il legno ha delle belle nervature che la cera fa risaltare.

domenica 23 novembre 2008

UNA STORIA NORMALE....

Maura si soffermò a leggere il cartello che a caratteri cubitali annunciava la giornata mondiale contro la violenza femminile.


Fece un sorriso e pensò che si era toccato il fondo se bisognava istituire una giornata contro quella "sporca cosa"  affinchè ci si ricordasse che esisteva!


Esisteva, e di questo ne era sicura, pensò a Sandra, la sua migliore amica.


Lei e Sandra erano amiche dalle elementari, con l'andare degli anni erano diventate come due sorelle, si raccontavano tutto e tutto dividevano, almeno Maura pensava così.


La prima a sposarsi era stata Sandra, a 19 anni era entrata in chiesa al braccio di suo padre felice e innamorata, Maura ricordava ancora la sua gelosia verso Luca,  ora marito della sua amica.


Gelosia che la portò a parlare duramente a Luca, raccomandandogli di amare sempre Sandra, di non farla stare male mai.


Dopo 3 anni si trovò in sala parto ad assistere l'amica, fu lei oltre a Luca ad accogliere la piccolina tra pianti di gioia, lei la madrina di Battesimo di Silvia.


La vita procedeva nei soliti binari, anche lei si era sposata, Sergio e Luca erano diventati amici, si vedevano  sempre, anche le ferie le trascorrevano assieme.


Ricorda benissimo quel sabato pomeriggio, la telefonata di Sandra, Luca quella sera è stanco, non ha voglia di uscire, lei che si fa passare Luca e lo convince, arriveranno nel giro di mezz'ora!


Ma dopo un'ora non sono ancora arrivati, telefona a casa loro, dopo pochi squilli Sandra risponde piangendo.


All'inizio non riesce a capire che cosa le stia dicendo....


pensa ad un incidente ....


poi tra i singhiozzi le parole "mi ha picchiato ancora" le esplodono dentro.


Per un attimo pensa di avere sbagliato numero, ma  è la voce di Sandra quella che le sta raccontando una storia incredibile.


Come un fiume che ha rotto gli argini le scarica addosso 5 anni di vita fatta  di botte,  parolacce e  stupri!


La sua reazione, il cercare una soluzione, ma anche il suo sentirsi tradita.


Lei era sicura che tutto andava bene, quante volte ha chiesto a Sandra della sua felicità, e Luca?


Luca che chiamava sua moglie "la mia Perla".


Come poteva pensare che lui fingesse?


E Sandra, perchè non ha mai parlato con lei?


Sandra parla di vergogna, quasi fosse colpa sua del comportamento di Luca!


Maura appena può si mette in contatto con il Telefono Rosa, e lì finalmente trova il modo di aiutare Sandra, riesce a farla parlare con persone che l'aiutano, a farle capire che non è lei quella sbagliata, ma è lui la bestia che ha distrutto tutto l'amore che lei provava per lui.


Ma la sua dolce amica non molla, fa pure il secondo figlio, e al suo "perchè?" Sandra risponde con un "magari cambia".


Certo, non ci sono più le botte, basta pugni e calci, basta lividi su tutto il corpo, ma ora "solamente" le violenze psicologiche.


Quelle violenze nel dirle davanti ai figli "sei una merda", quella di farla sentire una persona finita, quella di fare anche 10 ore di lavoro, pur di non andare a casa!


Maura cerca di aiutarla come può, ma non riesce a capirla, la vede combattere ogni giorno, e ogni giorno la vede sempre più stanca e silenziosa.


Una sera Sandra la chiama piangendo, è in macchina e le dice che è arrivata a un bivio, o si butta giù da un ponte, o deve lasciare Luca.


Ovviamente la soluzione sembra facile, la separazione.


E inizia il massacro, dove ogni colpo è lecito, e lei che è sempre più terrorizzata cerca di ripararsi come può.


Chiede aiuto anche ai carabinieri, lui che lo sa la deride, sono tutti "suoi amici".


Quando la separazione diventa effettiva e Luca deve andarsene da casa è il caos.


Le minacce sono costanti, lui ha la chiave di casa e entra quando vuole e si comporta come un padre padrone, con la scusa dei figli la controlla e riesce sempre a sapere cosa fa e dove va.


Maura ha un sorriso stanco, a distanza di anni la guerra continua, e  Sandra è talmente stanca e impaurita da non denunciare  al suo avvocato che Luca non le  passa più gli alimenti dei figli....


 


    


  


 





Image and video hosting by TinyPic

mercoledì 19 novembre 2008

MADDALENA

Questa "storia" è dedicata a Ada, per ringraziarla del premio che mi ha regalato, e per essere così speciale.


Vi voglio far conoscere mia cugina Maddalena, una donna meravigliosa, anche se lei non lo sa.


Una ragazza che ha vissuto, che vive la sua diversità come una colpa,


used Pictures, Images and Photos

quasi fosse stata una punizione per essere stata troppo cattiva, per avere osato sognare troppo.


Quando è nata era una bambina   allegra e vivacissima, logorroica  e canterina tanto da guadagnarsi il soprannome di "Grillo".


Tutto questo fino all'età di 5 anni, poi le suore all'asilo si accorgono che il Grillo non canta più, non si volta quando la chiamano, inizia a parlare a gesti.


Visite su visite, alla fine un ricovero e poi il verdetto,


sorda, il nostro Grillo era  diventata sorda.


Questa storia è ambientata verso la metà degli anni 50, allora non c'erano le vaccinazioni, e tanti danni faceva la famigerata polio.


Per forza maggiore fu mandata in collegio, per avere le basi per continuare a vivere una vita "normale".


Noi bambini più piccoli, imparavamo da lei il linguaggio dei segni, e parlavamo con lei, le sue parole dai suoni gutturali per noi erano "normali", e anche l'esprimersi con tutto il nostro corpo era una cosa logica!


Ma non lo era per gli "altri".


Per gli altri lei era una diversa, una da nascondere!


Ho impresso nella mia mente un episodio orribile, io, Maddalena e sua sorella Piera sedute al bar a mangiare un  gelato,  all'improvviso si avvicina un giovanotto,  (ricordo anche il nome)  Libero, guarda Maddalena e muovendo piano la bocca così che lei possa leggere gli dice:


"cosa fai tu qui, che sei sorda"!


Un attimo e Maddalena non c'è più, scappata via, piangendo con singhiozzi strazianti.


Io e Piera come due sceme a guardarlo incredule per  quello che era successo.


Ricordo quando veniva a trovarci, e assieme si andava a Desenzano,


la sua richiesta era sempre la stessa: "non dire io sorda, dire io tedesca!"


Oppure quando ci si trovava con i suoi amici tutti sordomuti, il loro desiderio di divertirsi come tutti i ragazzi di questo mondo, la strategia del ballare, bellissimo!


Si andava in discoteca, io che ballavo e loro che attorno a me si dimenavano a più non posso, salvo poi fermarsi di colpo a un mio gesto, quante risate ci siamo fatti!


Di solito si sposano fra di loro, e è straordinario quello che riescono a inventare per comunicare.


Quando si è sposata Maddalena è stata una festa, ricordo quel tavolo di persone, quelle mani che sembravano delle ali, come riuscivano a parlarsi, a prendersi in giro a divertirsi, una cosa bellissima!


Poi ci pensiamo noi,  persone "normali" a buttare all'aria la vita di chi secondo i parametri di una società è diversamente abile.


Nonostante Maddalena viva una vita piena, dentro di lei c'è sempre il dubbio, un tarlo, quello di non essere una  persona "vera",


come mi dice sempre quando mi vede,


"io povera, io sorda,  gente cattiva, ride quando Maddalena parla" 


fiori

IL PREMIO CHE MI HA REGALATO.




 http://vistalaluce.splinder.com




LO REGALO A TUTTI VOI CHE LEGGETE!




elfi

ANCHE QUELLO CHE MI HA REGALATO LA MIA AMICA MATTA MATTA, è TUTTO VOSTRO!



 



http://parolenelsole.splinder.com




 



 


 

domenica 16 novembre 2008

SOGNI PERSI....

Stava tornando a casa, la mente persa dietro alla canzone che riempiva l'abitacolo della macchina.


Si fermò al semaforo rosso, distrattamente volse lo sguardo verso i manifesti, quelli neri, quelli in cui si da notizia quando sorella  morte passa a trovarci.


Lo sguardo colse velocemente la foto, il nome, la mente per un attimo smise di funzionare.


Verde, ripartì ma tutto era cambiato, la musica le dava fastidio così la fermò, in silenzio elaborò la verità, Bruno era morto!


Arrivò a casa, fece qualche telefonata e la realtà fu lì accanto a lei, crudele eppure così normale, una  fine logica, una morte annunciata da anni!


Era morto con la  siringa  nel braccio, buttato su un prato con l'inverno attorno a fargli compagnia.


amore

E così seppe con certezza che Bruno si era scelto la sua morte.


Neppure per un istante credette all'overdose, non Bruno, lui era un esperto, uno che ci giocava da anni con l'ero, figuriamoci se quella poteva fregarlo!


Ricordò l'ultima volta che lo aveva visto, giù ai poliambulatori,  magro come un chiodo, senza denti con lo sguardo perso dietro a chissà cosa, con fatica era passata oltre, non voleva sapere nulla, troppi  gli amici finiti così.


Una vita "bruciata", ma lei pensò a Lui con tenerezza, i tanti ricordi belli, quelli senza l'eroina, l'amicizia sincera, i sogni che imperavano nei loro discorsi, e poi tanti nomi le si affacciarono nella mente.


Tante vite, attaccate a lei dal filo invisibile della giovinezza, ragazzi che credevano in una rivoluzione d'amore, una vita basata sulla pace, canzoni cantate come se fossero bandiere.


Doverano finiti tutti?


I sogni, le canzoni che promettevano il paradiso, e loro, gli amici, in quale mondo erano finiti?


Non nel suo, lei si era fermata ai sogni, oltre non era mai andata, preferiva vivere di suo, non capiva la scelta di tanti, il loro buttarsi su sogni guidati dall'eroina.


Un macello! Una bomba scoppiata in mezzo a loro, non c'era più amicizia ma solo il loro "bisogno", il loro rubare alla vita tutto, anche i sentimenti.


Rivive tutto, con un dolore che soffoca i singhiozzi e li tramuta in urli silenziosi, a ondate i ricordi la sommergono, non solo le morti per droga, no, poi c'è stato l'ecatombe dell'aids.


Li vedeva in ospedale, iniziavano  a sognare ancora, poi bastava quel referto e sparivano, una lotta che facevano da soli, di nascosto, quasi fossero degli appestati, paurosi di essere condannati come untori.


Una marea che ora lei non vuole dimenticare, sale in macchina, guida piano e intanto  parla, pronuncia nomi, e per ognuno ha una risata, una carezza, arriva al cimitero e va sicura, lo sa che loro l'aspettano.       

giovedì 13 novembre 2008

trovata in giro..

Della serie: Tagliamo i fondi alla scuola.





























mandiamoli a lavorare


Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'unanimità e senza astenuti  (ma và?!)  un aumento di stipendio per i parlamentari  pari a circa Euro 1.135,00 al mese. Inoltre la mozione é stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

STIPENDIO: Euro 19.150,00 AL MESE;

STIPENDIO BASE: circa Euro 9.980,00 al mese;

PORTABORSE: circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare);

RIMBORSO SPESE AFFITTO: circa Euro 2.900,00 al mese;

INDENNITA' DI CARICA: (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00);  


TUTTI ESENTE TASSE!!!!




+




TELEFONO CELLULARE: gratis;





TESSERA DEL CINEMA: gratis;

TESSERA TEATRO: gratis;

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA: gratis;

FRANCOBOLLI: gratis;

VIAGGI AEREO NAZIONALI: gratis;

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE: gratis;

PISCINE E PALESTRE: gratis;

FS: gratis;

AEREO DI STATO: gratis;

AMBASCIATE: gratis;

CLINICHE: gratis;

ASSICURAZIONE INFORTUNI: gratis;

ASSICURAZIONE MORTE: gratis;

AUTO BLU CON AUTISTA: gratis;

RISTORANTE: gratis




 




(nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).




inoltre:


Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi ( per ora!!!);

 

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti),




più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera.




(Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio);

 

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.

 

La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

 

Far circolare.......si sta promuovendo un referendum per l' abolizione dei  privilegi di tutti i parlamentari............ queste informazioni possono   essere lette  solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di  portarle a conoscenza degli italiani......



martedì 11 novembre 2008

PIZZA E RICORDI

La settimana scorsa ho passato una serata in compagnia di colleghe che non vedevo da anni.


Alla  telefonata della Nandy ho aderito con piacere, è da tanto che sono fuori dall'ospedale, e tante le amiche di cui ho perso le tracce.



Beh, veramente eravamo in pochi, ma per essere la prima volta promette bene, perchè sicuramente sarà una di quelle serate che si ripeteranno visto il successo e la nostalgia.


Ormai tutte pensionate, alcune nonne, altre impegnate ad aiutare i figli,


tutte con  tanta voglia di sapere delle altre.


La Giovanna, un pò triste perchè sua figlia non vive più con lei,


ma è normale a 28 anni o no?


La Flaviana, sempre dolcissima con alle spalle una battaglia si spera vinta per sempre, e che diventerà nonna questa primavera.



Daniela  già nonna e sempre di corsa ad aiutare il figlio che a aperto un bar.


Miriam, caposala che rimpiange l'ospedale, e così da una mano al figlio dentista.


Nandy quella che parla e parla, sempre allegra, sempre positiva,


nonna di un maschietto di tre anni, presa in giro da tutti perchè non aveva una foto del piccolo principe.


Mariella, la mia cara Mariellina, quante volte l'ho vista arrivare con cibo per i gatti, e poi quando era riuscita a farseli amici correre dai veterinari per strappare loro la promessa di sterilizzarli, gratis naturalmente! 


Mariella è quella più "matta", è una persona solare e  disponibile,


ricordo tante di quelle risate su, in endoscopia.


Naturalmente è stata il perno della serata!


Quante ghignate è riuscita a tirare fuori, ridendo di se stessa e di tutte noi,


quanti ricordi in comune con tutte, e anche chi non c'era è stato tirato in ballo.


Aneddoti che sono comuni, gioie e dolori che abbiamo condiviso come se fossimo parte di una grande famiglia.


Antonio, l'unico maschietto della serata si è presentato fresco fresco di pensione.


Il nostro Antonio, quello dell'elettroencefalogramma, l'amico di tutti, a volte scorbutico, ma bastava un sorriso e tutto tornava a posto.


Abbiamo "spettegolato" come comari, ci siamo divertite un mondo a tagliare a fette i dottori, idoli per gli utenti, ma per noi solo comuni persone, solo che certi non lo sapevano e si comportavano come i vecchi "baroni".



A vederci sicuramente mettevamo allegria, una  tavolata di persone che continuavano a parlare e a ridere, solo alla fine è arrivato un momento di pausa rotto subito da Mariella con un grido:


"Ragazze, allora è deciso, serate come questa minimo 3 all'anno!!!!"  




















domenica 9 novembre 2008

DOMENICA


è una domenica strana, c'è il sole ma fa freddo!


Le foglie degli alberi dopo il furioso vento dei giorni scorsi sono tutte per terra,


solo i cachi pendono solitari dai rami, a frotte gli storni e i merli aggrediscono i frutti arancioni.


Fa allegria sentire il loro vociare e vedere i rapidi voli attorno ai frutti più maturi, che spaccati a metà attirano più di un commensale.


In casa tutto è silenzio,


Mefisto dorme sul divano, le sue "ragazze" dormono sulle sedie,


e io ho nostalgia dei piccolini.


Presto arriveranno le foto dove vedrò il loro crescere,


ma intanto mi guardo un loro video...


venerdì 7 novembre 2008

AMICIZIA


..... piccolina ti mando un cesto di baci, tanti gratini al pestifero,


siete bellissimi!


SWEENEY IL COCCOLONE

martedì 4 novembre 2008

LA FORZA DI VOLONTà

Oggi è la pioggia a far da padrona.


Scende fortissima, mista a urli di vento che fa piegare gli alberi davanti a casa, raffiche rabbiose che ti buttano nel cuore una tristezza infinita.


pioggia Pictures, Images and Photos

Già, l'inverno, il lungo inverno si sta mettendo comodo,


i caloriferi sono  accesi, nei supermercati si vendono già  gli articoli per il Natale, il buio invade la via e tutti spariscono.


Ci rintaniamo nelle case come in un letargo, nel bozzolo protettivo degli affetti sonnecchiamo aspettando e ricordando giornate più colorate.


Sarà che è appena passata la settimana del ricordo, sarà la pioggia ma i miei pensieri sono rivolti verso le persone che ho conosciuto, che mi sono rimaste "dentro".


Si chiamava Maria, una bella signora con 4 figli, erano tutti attorno a lei quella mattina, quando l'ascensore si aprì sul mio reparto.


Lei sulla poltrona a rotelle, con lo sguardo disperato, i figli che la blandivano, che le facevano notare tutte le cose belle e pratiche che il reparto dei  non autosufficienti  offriva!


L'accompagno nella sua cameretta,  e i figli tra grandi sorrisi  e urla di compiacimento le fanno notare che dalla sua finestra si vede il lago,


hanno scelto apposta quella stanza, anche se costava di più,


io li guardo stupita, come farà la signora Maria a vedere il lago se non può nemmeno alzarsi in piedi?


Le finestre sono molto alte, nessuno da seduto vede il lago.


Lei continua a non parlare, solo le voci dei figli riempiono la stanza, continuano ad elogiare tutto, anche le cose più banali e stupide....


di colpo smettono di parlare,


contemporaneamente si zittiscono e guardano  la loro Mamma.


Allora capisco che la frase che ho sentito è reale,


lo capisco perchè la signora Maria la ripete quella frase,


"SE MI LASCIATE QUI, IO MUOIO"!


Ricordo ancora il brivido che mi attraversò, ricordo bene le risate imbarazzate dei figli, il loro ciacolare per stemprare la situazione, e poi il loro andarsene quasi di corsa con la promessa di tornare presto.


Mancavano pochissimi giorni a Pasqua, forse era il Giovedì santo.


morte Pictures, Images and Photos

La signora Maria rifiutò il cibo, rifiutò di alzarsi, di fare conoscenza con gli altri ospiti, si chiuse in un silenzio apatico, non c'era verso di interessarla a niente!


Vennero avvisati i figli che non si fecero vedere per due giorni,


a Pasqua la signora Maria era in coma.


Ricordo quella mattina di Pasqua, i figli in corridoio che piangevano e la suor Damasa che diceva sempre la verità anche a costo di farsi odiare, disse  con un tono di accusa,


" ... è inutile piangere adesso, ve l'aveva detto che sarebbe morta"!


 La signora Maria è la prima persona che ho visto morire.... che si è lasciata morire.....


Ho pianto per Lei, come ho sempre pianto per le altre poi.


  


  

sabato 1 novembre 2008

... 01/11/1991 BUON COMPLEANNO ...


..... buon compleanno bimba mia.



Buona vita mio dolce dono, 17 anni fa eri già nata, all'alba ti hanno tolto dal mio ventre.



Una notte strana quella dei 31 ottobre, notte di Samhain.




Notte dove i confini tra i morti e i vivi si fanno sottili, dove leggende e verità si mescolano tra profano e  sacro.



Notte di fate che si rincorrono nei boschi e sabba di streghe che ballano al chiaro dei loro fuochi.



Ma tu che c'entri con tutto ciò?



Ricordo che da piccina adoravi sentirmi raccontare della tua nascita, fata o streghetta?



Chi ti ha fatto giocare tutta la notte nel rifugio caldo del mio corpo e poi stanca di tanto correre all'alba ti ha "buttato" tra le mie braccia?



Chi è rientrato entro i confini del magico lasciandomi questo meraviglioso regalo che sei tu, Mara?



Piccina, minuscola da sembrare una bambolina, tutta grinze e coperta dalla "camicia", un velo biancastro, ci sono voluti giorni per far si che sparisse dai tuoi capelli.



Sei nata "prima", come sempre hai anticipato il tempo, quasi  fosse tu a comandare  la tua vita.



Mara, piccola mia, lo so che non vuoi essere chiamata così,



lo so che sei "grande", che sai decidere da sola, ti vedo ponderare  a lungo qualsiasi decisione e poi andare avanti sicura di questa.



Lo so che io sono solo l'arco che ha scagliato la freccia, tu figlia mia,



ma vedi, mi sento sola, il tempo è rotolato via troppo in fretta, mi manchi.



Mi mancano le coccole nel lettone, mi mancano  le sere ad inventarti fiabe, mi manca il tuo crescere, già, sei grande e prenderne atto vuole dire lasciarti andare.




Chi non è pronta sono io, lo so che sono una mamma mammona, come mi dici sempre regalandomi un abbraccio, so che sono gelosa perfino dei tuoi pensieri nascosti dietro alla porta chiusa della tua camera.



Ma di una cosa puoi stare certa, ho una stima sconfinata per quello che tu sei, per come sei, anche se non sempre lo do a vedere, anche se critico il tuo modo di vestire "creato" da te, i tuoi capelli con i "dred" e certe tue idee, che se poi mi volto indietro mi accorgo che sono anche le mie, solo che ora ho paura.



Certo, ho paura, perchè sai, crescendo si perde l'infallibilità, la vita ti porge il conto e non sempre è come tu credevi!



Mara, tu continua a sognare anche se  questa tua mamma brontola ti farà riflettere un pò più a lungo, solo un dubbio è rimasto, vero??



Chi sei veramente?



Una fatina o una streghetta?



Per me sei solo Amore,



buon compleanno figlia mia....