venerdì 31 dicembre 2010

BUON ANNO ...

fae Pictures, Images and Photos
Un altro anno scivola verso 
l'imbuto del nulla, accompagnato dal frastuono dell'allegria o dal silenzio della disperazione.
Uno stappare desideri e un rinchiudersi in silenzi dolorosi.
Un grande caos dove su tutto prevale la consapevolezza del tempo che fugge.
Un tirare le somme dei giorni andati e scoprire che a ogni girare di pagina il quaderno si assottiglia, fa paura  vedere accanto a te tanti libri chiusi.
Vite conosciute da sempre, oppure appena sfiorate da un sorriso che ti rimane dentro.
Già, la forza di un sorriso che ti accoglie e che ti fa sentire la benvenuta, gli auguri di ogni natale e il ricordarsi di te al tefono già al tuo saluto.
In famiglia usiamo tutti gli occhiali e andare dall'ottico è cosa consueta, Mara deve portare anche delle lenti a contatto particolari che vanno cambiate ogni 6 mesi e poi l'altro giorno gli si sono rotti pure gli occhiali.
Naturalmente andiamo sempre dallo stesso ottico, sono anni che andiamo in via Corsica a Brescia e tante volte Mara ci va da sola ma ieri dietro sua richiesta l'ho accompagnata.
Così ho deciso che era giunta l'ora di rifarmi gli occhiali.
Veramente è da un pò che lo volevo fare, ma  per pigrizia continuavo a rimandare.
Entrando in negozio ho avvertito subito l'assenza del sorriso di Enrico, al suo posto un altro ragazzo, cercavo la sua voce dietro la porta del laboratorio ma non l'ho percepita.
Ho chiesto di Enrico mai pensando all'ovvità della risposta, era partito.
Come partito, pensavo dentro di me, sembrava talmente a suo agio dove stava, lì in quel piccolo mondo fatto di lenti montature e persone.
Persone a cui chiedeva sempre qualcosa di loro con un sorriso che arrivava al cuore, una gentilezza lieve, fatta di frasi semplici e dolci, uno sguardo che ti avvolgeva e ti rendeva "visibile" veramente.
Come partito, pensavo mentre seguivo il dottore nel suo studio per la visita, partito per le ferie?
Odio le visite oculistiche, tutte quelle lenti, quelle parole sempre le stesse " così va meglio?"
" e ora?"
"se tolgo questa e metto quest'altra, vede meglio?"
Una tortura, alla fine che importanza ha se vedo meglio su sfondo rosso o su quello verde?
Alla fine ci siamo riusciti, ma il mio sollievo si è tramutato in stupore e poi in dolore.
Piano, con gentilezza il dottore mi ha messo una mano sul braccio e guardandomi con un dolore infinito mi ha informato che Enrico se ne era andato in aprile, infarto.
Un dolore grande è esploso dentro me,  il viso di Enrico, il suo sorriso e la sua voce invadevano ogni mia emozione trasformandosi in lacrime.
Come è possibile piangere per una persona che si è visto solo 20 o più volte?
Si, è possibile se quella persona riusciva a farti sentire bene, se quando arrivavi ti accoglieva con gioia, se ricordava il tuo nome, se al telefono non dimenticava mai di chiederti come stavi.
Ecco io voglio che ci sia Enrico quando entro, mi fa stare bene, sciegliere le montature con lui è un'avventura, riusciva a farmi provare delle cose assurde che mai avrei messo ma che  ci facevano divertire.
Come si può lasciare andare una persona?
La montatura l'ho scelta con il dottore, poche prove, pochi minuti, non c'è stato divertimento, una bella montatura senza anima.
La vita continua e il dolore va ricacciato in quell'imbuto fatto di tempo e di niente, i sorrisi vanno avvolti in ricordi e bagnati di lacrime per tenerli ancora un pò con noi.
Buon anno vita, buon anno a chi sa sconfiggere la morte.
Buon anno a chi sa sorridere e restare anche solo per un attimo o per l'eternità nel cuore di chi ancora sogna.
Buon anno a chi ancora crede che veramente domani sarà diverso.
Buon anno a chi sa già che domani sarà come ieri e come oggi.
Buon anno a me che mi porto dentro quel sorriso e so che sono una persona fortunata solo per averlo conosciuto.
Buon anno a chi lo piangerà ricordandolo con un sorriso.
Buon anno a chi urlerà non avendo nessuno da ricordare.
Buon anno a tutti ....


 

domenica 19 dicembre 2010

L'ANGELO DI NEVE

Angeli Pictures, Images and Photos

Noemi si attaccò di più al calorifero, sorrise sentendo la schiena premere contro il ferro caldo, il suo posto preferito.
Seduta sul  piccolo sgabellino fatto a mano dal  suo amico Alfredo, suo rifugio nel freddo inverno quando guardava la televisione, alzò la valvola al massimo beandosi del caldo intenso che dilagava nel suo corpo.
Guardò senza interesse il programma, niente di speciale, le solite pagliacciate di politica e cambiò canale, era solo in attesa.
Attesa fatta di normali cose e pensieri, una vita ordinaria, lei lo sapeva da sempre.
Forse aspettava Godot, forse no, alzò lo sguardo e restò stupita, mille e mille fiori di neve danzavano fuori dalla finestra.
La gioia la rese stanca, quasi fosse una colpa ammettere la sua voglia di voler creare ancora angeli di neve.
Quanti angeli erano nel suo cuore,  tutti sciolti nel sole sporco della vita, quanti angeli senza ali aveva visto, racchiusi in vasetti e buttati come immondizia.
Si scosse e uscì a portare briciole per i suoi amici alati, la neve turbinava attorno a tutto, rendendo il tutto bello.
Sorrise vedendo lungo la via gli alberi di natale spogli di neve, il calore delle luci non permetteva alla neve di fermarsi su quei rami finti.
Ecco dov'era la verità!
Tu puoi fingere ma non puoi fingere per sempre.
Un altro anno scivolato via senza lasciare traccie se non sul suo viso, piccole rughe che davano al suo sorriso un che di malinconia.
Lo specchio catturò il suo sguardo e come sempre la sconosciuta le sorrise.
La neve scendeva a fiocchi larghi, con una calma dolce e forte, Noemi uscì fuori, come una bimba aspettò a bocca aperta di essere saziata da tutto quel bianco.
Il silenzio cantava e la perfezione di quell'attimo la fece quasi piangere, era felice, felice felice, si sdraiò piano sulla neve e guardò il cielo.
Scoppiò in una risata forte immaginando i suoi vicini che la spiavano dalle finestre, si vide stesa quasi sulla strada a fissare un cielo fatto di mille farfalle bianche, la risata esplose ancora più forte.
Stava benissimo, piano piano iniziò a muovere le braccia, voleva un angelo perfetto, un angelo da ricordare e portare nel cuore per sempre, se esisteva il sempre naturalmente ...
Aprì gli occhi e non si stupì della mano tesa verso di lei, prese la mano e si lasciò sollevare e si trovò tra le braccia dell'amore.   


 

mercoledì 8 dicembre 2010

BASTA NATALE .......

Tifa Lockheart, Final Fantasy 7 Pictures, Images and Photos E come ogni anno immancabile arriva il natale.
Come ogni anno le vetrine diventano un invito al consumo e la cassetta della posta è intasata da richieste di denaro.
Tutti diventiamo più buoni, tutti in questo periodo diventiamo consapevoli di chi soffre.
Quanta ipocrisia mascherata alla buona.
Come se alle nostre coscienze bastasse un mese per redimersi, e poi no, che dico?
Non voglio entrare in questo giro, mi spiace ma scendo.
Da sempre il natale mi lascia indifferente, non credo al suo buonismo.
Ricordo ancora il pacco dono che prendevo a natale tra gli applausi della gente ricca che elargiva la pietà attraverso il sindaco, che naturalmente declamava tanta generosità.
Ricordo la mia vergogna e il mio non volere stare su una specie di palco a testa bassa ad ascoltare quanto ero fortunata ad avere una bambola di cui proprio non me ne fregava niente.
Quello che volevo era un lavoro per mio padre, era poterlo vedere ogni sera contento e non vederlo piangere quando il negoziante stufo del continuo scrivere sul libretto azzurro i nostri debiti tracciava la linea del basta!
Era non vedere mia madre darmi un etto di salame per scambiarlo con un etto di cioccolatta scadente, oppure rubare un uovo d'estate per poterlo scambiare con un ghiacciolo.
Quello che volevo era semplicemente un berretto che le mie compagne di scuola, e mai mie amiche, avevano tutte, ma proprio tutte!
Quello che volevo era non trovarmi in cantina a piangere sola con me stessa, vergognandomi perfino del mio piangere, quasi fosse una maledetta colpa quella di essere nata.
No, il natale non mi piace, mai avuto natali con gli alberi e tutte le aspettative che esso comporta, ricordo solo una S. Lucia dove tutte le speranze sono crollate.
S. Lucia nel bresciano porta i doni, porta i dolci e la frutta, mai mangiato arance o una banana se non in quel giorno.
Bimba ingenua io, forse 6/7 anni?
Il dubbio già insinuato che la Santa fosse la mamma era devastante per i miei sogni, vero che mai nessuna richiesta era mai stata esaudita ma la certezza di altri bimbi più bravi di me mi aveva sostenuto nella delusione.
Ricordo la mia letterina fatta di poche parole e tanti disegni, il fieno per l'asinello preso di nascosto dalla stalla della zia, le castagne secche per la Santa e il tutto nascosto in una camera dove nessuno entrava mai.
Se S. Lucia esisteva avrebbe letto sicuramente la mia letterina, e poi mi avrebbe lasciato i doni......
Ricordo la delusione e il freddo di quella stanza come se fosse oggi, la verità rimbombava dentro di me, la lettera fatta in mille pezzi e i singhiozzi ricacciati dentro a un sacco sempre più grande.
E poi c'era il natale, fatto di niente se non di speranza che papà tornasse a casa se era via a lavorare, ma se era a casa era peggio, nemmeno le caramelle, come cenone ricordo quelle patate lesse e il cotechino che faceva tanto ultimo dell'anno ma che per noi erano la normalità.
Anche la trippa era un piatto che si mangiava all'infinito, ho sempre odiato la trippa, troppo volte l'ho lavata alla fontana con la spazzola da bucato e so cos'è.
Scusatemi se non farò a nessuno gli auguri di natale.
Scusate se non manderò soldi a tutti quei bambini che soffrono solo a natale, guardando tutte quelle richieste d'aiuto mi viene spontaneo pensare che i soldi ci sono per spedire così tante lettere.
Io mi ricordo avevo fame ogni giorno dell'anno, fame di cibo di libri e di carezze, non mi accontentavo del natale, anzi il natale mi faceva paura, troppa gente che si crede buona.
Non vale essere buoni a natale, è come saldare un conto con se stessi ma senza gli interessi.
Proviamo a esserlo durante tutto l'anno e il natale chiudiamo solo nel nostro cuore, solo per poterci leggere dentro e senza applausi e luci forti e capire che siamo semplicemente uomini che sanno dare oltre il natale.