domenica 14 ottobre 2012
si ricomincia...
Chissà se riuscirò a scrivere, è da tanto tempo che la mia voce tace,
i giorni vanno avanti da soli, fa niente se io rimango indietro.
Ferma all'angolo più in ombra guardo vivere il giorno, la gente mi passa accanto senza accorgersi di me.
Mi piace da sempre guardare, immaginare come può essere il vivere altrui, capire dal suo tenere le spalle curve dolori segreti.
La risata aperta di un bimbo, il trasalire di un vecchio, quante cose insegna uno sguardo!
Anche l'estate è finita, ora posso rinchiudermi in abiti più tenui e aspettare l'inverno.
Aspettare che tutto ricominci..oppure che tutto finisca...
Quale sarà l'inizio o la fine?
Per stasera va bene così, domani ci penserò, domani è già futuro, almeno sembra, l'importante è che ci sia un domani....
martedì 10 luglio 2012
SERA D'ESTATE...
Ho provato a parlare ma la mia gola è muta, la voce persa in teli neri che mi avvolgono.
Ho smesso di litigare con me stessa e mi sono fermata ad ascoltarmi.
Mi sono chiusa in un abbraccio fetale e ho stretto forte questo mio dolore.
Un dolore fatto ormai vecchio, una ragnatela che mi blocca il respiro e la vita.
Ho cercato di strapparlo con le mani e lentamente me lo sono portato al cuore.
Stretto al petto, proprio sopra al mio cuore stanco il peso è enorme.
Ogni battito è un singhiozzo, un urlo, un perchè...
Mai una risposta... per quanto ancora dovrò aspettare?
E intanto il tempo va, immagino un prato fatto ortica ma alla fine ci saranno solo fiori, vero, VERO?
Lo so che ci saranno fiori e anni fatti solo di cose belle per te figlia mia.
Lo so, ma ora le streghe cattive esigono ancora dolore ma stai sicura che non vinceranno!
Cammino accanto a te anche se non vuoi, sappi solo che questo dolore non ci allontanerà.
Il mio amore sarà un filo che ti permetterà di trovare sempre la strada per tornare a casa.
Il mio sorriso sarà la luce che ti farà chiaro dentro il tuo cuore,
mi manchi mia piccola donna.....
Ho smesso di litigare con me stessa e mi sono fermata ad ascoltarmi.
Mi sono chiusa in un abbraccio fetale e ho stretto forte questo mio dolore.
Un dolore fatto ormai vecchio, una ragnatela che mi blocca il respiro e la vita.
Ho cercato di strapparlo con le mani e lentamente me lo sono portato al cuore.
Stretto al petto, proprio sopra al mio cuore stanco il peso è enorme.
Ogni battito è un singhiozzo, un urlo, un perchè...
Mai una risposta... per quanto ancora dovrò aspettare?
E intanto il tempo va, immagino un prato fatto ortica ma alla fine ci saranno solo fiori, vero, VERO?
Lo so che ci saranno fiori e anni fatti solo di cose belle per te figlia mia.
Lo so, ma ora le streghe cattive esigono ancora dolore ma stai sicura che non vinceranno!
Cammino accanto a te anche se non vuoi, sappi solo che questo dolore non ci allontanerà.
Il mio amore sarà un filo che ti permetterà di trovare sempre la strada per tornare a casa.
Il mio sorriso sarà la luce che ti farà chiaro dentro il tuo cuore,
mi manchi mia piccola donna.....
mercoledì 9 maggio 2012
MISUTINO
Faceva freddo, normale in gennaio.
Un gennaio senza sole, solo neve e gelo.
I giorni si trascinavano uno dopo l'altro in un vortice di nevicate in giornate senza luce.
Lucia amava la televisione, una scatola magica da dove uscivano storie bellissime, sicuramente false ma per un attimo poteva sognare.
Naturalmente in casa non c'era quella diavoleria, come la chiamava suo padre, forse per giustificare una sua pecca, magari ci fosse pensava Lucia!
Tutti i pomeriggi era una corsa per il paese, sapeva a chi chiedere, solo che con due fratellini al seguito era difficile trovare chi la ospitasse.
Lucia come una piccola donnina doveva badare ai suoi due fratellini, uno iniziava appena a camminare, l'altra la teneva stretta tra le braccia.
Mai avrebbe pensato che non era suo compito, certo, vedeva le sue amiche giocare ma la cosa non le pesava.
La sua preferenza era la casa della Martina, una vedova con un figlio ancora in casa, una casa linda, con le assi come pavimento tutte bianche.
La Martina la faceva entrare, piazzati davanti alla tv degli sgabellini piccoli come quelli dei nani, vi si sedeva piano, timorosa di svegliare la piccola che ancora dormiva in braccio.
Sul divano allungato in una posa quasi indecente c'era il gatto, il vero padrone di casa.
Lucia invidiava quel gatto, ricettacolo di coccole e di pezzetti di cibo allungato come offerta alla sua indifferenza.
Misutino si chiamava il gatto, sprezzante verso tutti non si lasciava comperare, anche la carne rifiutava sdegnoso, Lucia avrebbe voluto essere lei Misutino, solo per poter mangiare quella carne.
Seguiva il corteggiamento del ragazzo verso il gatto, sentiva già in bocca il sapore meraviglioso di quel pezzetto di carne e aspettava solo di aprire la bocca...
Un suono lacerante dissolveva il tutto, la sorellina si era svegliata e piangeva, di riflesso il fratellino urlava anche lui e la vedova gentilmente la invitava ad andare a casa.
Anche il gatto con un miao languido l'accompagnava alla porta, quasi sorridente sotto i baffi, quasi sapesse dei suoi pensieri, dell'invidia nascosta tra i suoi sorrisi.
Appena usciva dalla casa della Martina i singhiozzi esplodevano dalla gola di Lucia, ora erano in tre a piangere, una di fame, l'altro per solidarietà e la terza per se stessa.....
venerdì 23 marzo 2012
CI SONO ANCORA...
Non importa cosa pensiamo, cosa vogliamo, la vita va e non lascia nulla dietro.
Oggi sono in vena di esternazioni, tanto resta tra me e me, oggi mi va di essere così.
Tutte le speranze, i sogni e le aspettative sono solo le illusioni che ci creiamo , delle tappe per andare avanti.
Come le preghiere o come i voti che si fanno davanti a pezzetti di foto, che se poi guardimo bene sono solo fatti per il vile denaro, eppure ci fa comodo crederci.
Ci sentiamo migliori, così come adottare un bambino o un cane a distanza.
Va beh, magari non sullo stesso piano, ma se ci penso lo scopo è uguale.
Sentirsi dire bravi!
Il nostro ego a volte ci fa diventare mostruosi, amare dovrebbe bastare, invece no, ci vuole la giusta causa.
Sto divagando ma è normale, quando qualsiasi cosa attorno a te non lo è.
Giorni che passano come grani di rosario e io non so neppure cos'è un rosario, da bambina recitavo tutto in un pseudo latino cose che naturalmente non capivo.
Potere dato da sacerdoti inbacuccati in paramenti color dell'oro, uccelli del paradiso già allora.
Solo che ora non ci credo più, lustrini messi per attirare e basta, ormai i rocoli sono fuori legge, perchè ce ne sono ancora?
Chi dice che la vecchiaia porta saggezza?
Porta anche senilità e voglia di non vedere.
Saper che i propri sogni sono solo fantasie è devastante.
Eppur continuo a credere di poter cambiare il mio mondo.
Oggi gira così......
Oggi sono in vena di esternazioni, tanto resta tra me e me, oggi mi va di essere così.
Tutte le speranze, i sogni e le aspettative sono solo le illusioni che ci creiamo , delle tappe per andare avanti.
Come le preghiere o come i voti che si fanno davanti a pezzetti di foto, che se poi guardimo bene sono solo fatti per il vile denaro, eppure ci fa comodo crederci.
Ci sentiamo migliori, così come adottare un bambino o un cane a distanza.
Va beh, magari non sullo stesso piano, ma se ci penso lo scopo è uguale.
Sentirsi dire bravi!
Il nostro ego a volte ci fa diventare mostruosi, amare dovrebbe bastare, invece no, ci vuole la giusta causa.
Sto divagando ma è normale, quando qualsiasi cosa attorno a te non lo è.
Giorni che passano come grani di rosario e io non so neppure cos'è un rosario, da bambina recitavo tutto in un pseudo latino cose che naturalmente non capivo.
Potere dato da sacerdoti inbacuccati in paramenti color dell'oro, uccelli del paradiso già allora.
Solo che ora non ci credo più, lustrini messi per attirare e basta, ormai i rocoli sono fuori legge, perchè ce ne sono ancora?
Chi dice che la vecchiaia porta saggezza?
Porta anche senilità e voglia di non vedere.
Saper che i propri sogni sono solo fantasie è devastante.
Eppur continuo a credere di poter cambiare il mio mondo.
Oggi gira così......
mercoledì 14 marzo 2012
STORIE DI GATTI...
Le mie "storie" sono sempre verità, è tanto che non scrivo dei miei gatti, vuoi per pigrizia o per pudore, ma questa "storia" merita di essere raccontata.
Quando ho una cucciolata di solito metto degli annunci, ma non so come vengono gestiti, sta di fatto che il telefono inizia a squillare mentre Maya sta partorendo.
Sorpresa ricevo richieste anche dalla sardegna, allibita do risposte a domande e in pochi giorni i 5 cuccioli avrebbero trovato casa.
Avrebbero, perchè naturalmente io voglio approfondire settimana per settimana chi sono i nuovi ipotetici mamme e papà dei miei cuccioli.
Brescia è sempre in prima fila, un gelo assurdo ma arrivano subito a vedere la cucciolata, splendida famiglia con una piccolina, Elisa e una ancora nel caldo nel grembo materno, Gaya, e anche per il pelosetto c'è già il nome, Trip.
Da milano non ci sono problemi, quasi ogni settimana due splendidi ragazzi vengono a conoscere i piccoli, il loro si chiamerà Franch.
Solo una femmina, Ginger, nessun problema, Alessandra se ne è già innamorata e viene a conoscerci.
Da ferrara arriva una domenica mattina una splendida coppia che non sa a chi dare la preferenza, se fosse per lui li porterebbe tutti a casa, e sarà Alvin.
Poi c'è Enrico da varese.
Enrico con mille messaggi e mille domande.
Enrico con cui inizia un discorso fatto di email ogni giorno.
Un ragazzo che vive da solo e che mi chiede un pagamento mensile, nessun problema.
Ho due figli e so quanto sia difficile la strada dell'autonomia, accetto ogni sua condizione.
Da l'impressione di essere un ragazzo solo, vuoi il mio istinto materno, vuoi che ormai so tanto della sua vita che mi lascio condizionare.
Alla fine mi assicura che verrà martedì, io naturalmente alle tante persone che ancora mi telefonavano dicevo che i micetti sono già impegnati.
.
Tre giorni di silenzio, insolito per un grafomane come Enrico, provo a chiamarlo ma il telefono resta muto.
Martedì passa senza che Enrico si faccia vivo.
Mercoledì mattina le invio un'email in cui dico che si può cambiare idea ma anche avere l'onestà di dirlo.
Dopo nemmeno un'ora suona il telefono e una voce esitante chiede...
- pronto, allevamento dei certosini?-
Presumo che la mia squillante risata abbia spiazzato la signora.
No, io non sono una che "alleva" certosini, io sono una che ama i gatti certosini.
Questa signora ha un nome, Franca e cercava un micetto.
Lo cercava disperatamente perchè in casa stava vivendo un dramma, il suo micione stava morendo e lei non poteva pensare al vuoto che avrebbe lasciato.
Dopo un pò mi chiama suo marito, una persona di una sensibilità immensa, anche di nome è particolare, Benso, proprio come Cavour come mi dice sillabando il suo nome.
Una coppia straordinaria, so già che avrà un posto nel mio cuore, sono arrivati a conoscere il "loro" Jons, tremando per l'emozione, non sapevano quale era ma sapevano come erano e sono amati e questo basta.
Una mattina mi ha chiamato Benso, sentivo le lacrime nella sua voce, il loro gattone se ne era andato nelle ore che precedono l'alba, quelle ore nelle quali la maggiore parte di noi scieglie di andarsene, sperando così di dare il meno disturbo possibile ma è inutile, quando si ama, sia umano o animale è uno strappo troppo violento per non sentirne l'immediato dolore.
Una parentesi, Jons era stato preso già adulto da un prestigioso allevamento, pagato tanto e venduto già malato.
La disonestà di certe persone fa schifo anche perchè sa di passarla liscia, a Jons è stata fatta una diagnosi, Jons è stato venduto perchè malato di reni.
Franca e Benso hanno tentato di tutto, anche la dialisi non è stata risparmiata a Jons, io non capisco come si può "vendere" un gatto che hai allevato e che in più ti ha fatto guadagnare dei bei soldini.
Magari se queste persone nascerebbe un figlio andicappato non ci penserebbero due volte a metterlo nel cassonetto.
Però abbiamo una speranza, fino a che ci saranno persone come Franca e Benso stiamo certi che il mondo continuerà a essere un mondo vivibile,
grazie Benso, grazie Franca,
un abbraccio grande ,
Cesy e company
Quando ho una cucciolata di solito metto degli annunci, ma non so come vengono gestiti, sta di fatto che il telefono inizia a squillare mentre Maya sta partorendo.
Sorpresa ricevo richieste anche dalla sardegna, allibita do risposte a domande e in pochi giorni i 5 cuccioli avrebbero trovato casa.
Avrebbero, perchè naturalmente io voglio approfondire settimana per settimana chi sono i nuovi ipotetici mamme e papà dei miei cuccioli.
Brescia è sempre in prima fila, un gelo assurdo ma arrivano subito a vedere la cucciolata, splendida famiglia con una piccolina, Elisa e una ancora nel caldo nel grembo materno, Gaya, e anche per il pelosetto c'è già il nome, Trip.
Da milano non ci sono problemi, quasi ogni settimana due splendidi ragazzi vengono a conoscere i piccoli, il loro si chiamerà Franch.
Solo una femmina, Ginger, nessun problema, Alessandra se ne è già innamorata e viene a conoscerci.
Da ferrara arriva una domenica mattina una splendida coppia che non sa a chi dare la preferenza, se fosse per lui li porterebbe tutti a casa, e sarà Alvin.
Poi c'è Enrico da varese.
Enrico con mille messaggi e mille domande.
Enrico con cui inizia un discorso fatto di email ogni giorno.
Un ragazzo che vive da solo e che mi chiede un pagamento mensile, nessun problema.
Ho due figli e so quanto sia difficile la strada dell'autonomia, accetto ogni sua condizione.
Da l'impressione di essere un ragazzo solo, vuoi il mio istinto materno, vuoi che ormai so tanto della sua vita che mi lascio condizionare.
Alla fine mi assicura che verrà martedì, io naturalmente alle tante persone che ancora mi telefonavano dicevo che i micetti sono già impegnati.
.
Tre giorni di silenzio, insolito per un grafomane come Enrico, provo a chiamarlo ma il telefono resta muto.
Martedì passa senza che Enrico si faccia vivo.
Mercoledì mattina le invio un'email in cui dico che si può cambiare idea ma anche avere l'onestà di dirlo.
Dopo nemmeno un'ora suona il telefono e una voce esitante chiede...
- pronto, allevamento dei certosini?-
Presumo che la mia squillante risata abbia spiazzato la signora.
No, io non sono una che "alleva" certosini, io sono una che ama i gatti certosini.
Questa signora ha un nome, Franca e cercava un micetto.
Lo cercava disperatamente perchè in casa stava vivendo un dramma, il suo micione stava morendo e lei non poteva pensare al vuoto che avrebbe lasciato.
Dopo un pò mi chiama suo marito, una persona di una sensibilità immensa, anche di nome è particolare, Benso, proprio come Cavour come mi dice sillabando il suo nome.
Una coppia straordinaria, so già che avrà un posto nel mio cuore, sono arrivati a conoscere il "loro" Jons, tremando per l'emozione, non sapevano quale era ma sapevano come erano e sono amati e questo basta.
Una mattina mi ha chiamato Benso, sentivo le lacrime nella sua voce, il loro gattone se ne era andato nelle ore che precedono l'alba, quelle ore nelle quali la maggiore parte di noi scieglie di andarsene, sperando così di dare il meno disturbo possibile ma è inutile, quando si ama, sia umano o animale è uno strappo troppo violento per non sentirne l'immediato dolore.
Una parentesi, Jons era stato preso già adulto da un prestigioso allevamento, pagato tanto e venduto già malato.
La disonestà di certe persone fa schifo anche perchè sa di passarla liscia, a Jons è stata fatta una diagnosi, Jons è stato venduto perchè malato di reni.
Franca e Benso hanno tentato di tutto, anche la dialisi non è stata risparmiata a Jons, io non capisco come si può "vendere" un gatto che hai allevato e che in più ti ha fatto guadagnare dei bei soldini.
Magari se queste persone nascerebbe un figlio andicappato non ci penserebbero due volte a metterlo nel cassonetto.
Però abbiamo una speranza, fino a che ci saranno persone come Franca e Benso stiamo certi che il mondo continuerà a essere un mondo vivibile,
grazie Benso, grazie Franca,
un abbraccio grande ,
Cesy e company
sabato 10 marzo 2012
COME UNA LUPA...
Posso ancora correre, devo ancora correre!
Sperando di lasciare il dolore dietro di me.
Ancora posso essere una lupa che conosce solo la via della fuga, niente rimpianti o scuse.
Corro tra alberi caduti, strappati dai fulmini dell'estate o dalla pesantezza della neve invernale.
Ma quelli che più fanno intralcio sono quelli abbattuti giovani dagli umani.
Alberi adagiati, quasi sfaldati dal tempo, vecchi solo di ricordi raccontati mille e mille volte snobbati.
Alberi caduti senza rumore nel biancore dell'oblio, corpi lasciati soli su letti a mummificarsi, a volte non vengono mai trovati e si confondono con la terra, per loro solo una lupa lascia una carezza.
Ma quelli che gridano vendetta sono i giovani, alberi tagliati a metà, senza rispetto e lasciati lì con il sangue a fare da coperta.
Gridano e piangono, non permettono ai rami di piegarsi, stanni immobili eppure sono barricate.
Barricate contro chi non sa, solo una lupa può sentire la rabbia e il dolore della loro morte viva.
Anche le formiche non fanno nido, troppo il loro veleno fatto di anni e anni di speranza, germogli nascono ma troppa è l'indifferenza.
Solo una lupa può capire e correre per loro.
Si diventa lupa tante volte nella vita per dare spazio a chi non può.
Oppure semplicemente quando tu non ne puoi più.
Essere lupa è facile, è bello, sei tu e non sei tu.
Basta ritornare a quella che sei sempre stata, sentire il tuo cuore in un'altra dimensione e allora capisci.
Capisci che puoi ancora correre, puoi ancora sentire gli alberi che ti chiamano.
Quando c'è la luna piena, amica e sorella, sai che il tuo correre sarà un lampo d'argento sul confine del non ritorno.
Avrai occhi potenti e saprai guarire te stessa solo guardando la tua vita di ieri, nulla potrai cambiare ma imparerai ad accettare il tuo limite.
Fa male sapere che non potrai mai fare miracoli, ma accontentati di sapere ancora correre nella tua anima, di poter ritrovare l'incantesimo delle tue favole verità.
Non chiedere a chi non può dare, dai tu e basta, anche se a volte piangerai per l'indifferenza del prendere senza lasciarti nemmeno una carezza.
Fa nulla, vai oltre, ascolta solo il tuo correre, il tuo respiro è leggero, ogni problema si risolve da solo, tu non puoi manipolare la vita altrui.
Corri e ascolta te stessa, non sei una persona eccezionale, sei sono una piuma a volte una lupa o un'ape ma lo sai solo tu.
Non aspettarti dei ringraziamenti, sei solo una madre e come tale non conti, hai mille tasche da cui escono consigli mai richiesti, carezze mai volute, baci accantonati in covoni bagnati di lacrime.
Sei solo una madre che si crede lupa e è per questo che stasera corri.
Corri per riapropriarti della tua vita, mai fare bilanci, ci si perde sempre, la luna è piena e io non so ululare, anche come lupa fallisco, posso solo salutare attraverso un velo bagnato fatto di un amore infinito...
Sperando di lasciare il dolore dietro di me.
Ancora posso essere una lupa che conosce solo la via della fuga, niente rimpianti o scuse.
Corro tra alberi caduti, strappati dai fulmini dell'estate o dalla pesantezza della neve invernale.
Ma quelli che più fanno intralcio sono quelli abbattuti giovani dagli umani.
Alberi adagiati, quasi sfaldati dal tempo, vecchi solo di ricordi raccontati mille e mille volte snobbati.
Alberi caduti senza rumore nel biancore dell'oblio, corpi lasciati soli su letti a mummificarsi, a volte non vengono mai trovati e si confondono con la terra, per loro solo una lupa lascia una carezza.
Ma quelli che gridano vendetta sono i giovani, alberi tagliati a metà, senza rispetto e lasciati lì con il sangue a fare da coperta.
Gridano e piangono, non permettono ai rami di piegarsi, stanni immobili eppure sono barricate.
Barricate contro chi non sa, solo una lupa può sentire la rabbia e il dolore della loro morte viva.
Anche le formiche non fanno nido, troppo il loro veleno fatto di anni e anni di speranza, germogli nascono ma troppa è l'indifferenza.
Solo una lupa può capire e correre per loro.
Si diventa lupa tante volte nella vita per dare spazio a chi non può.
Oppure semplicemente quando tu non ne puoi più.
Essere lupa è facile, è bello, sei tu e non sei tu.
Basta ritornare a quella che sei sempre stata, sentire il tuo cuore in un'altra dimensione e allora capisci.
Capisci che puoi ancora correre, puoi ancora sentire gli alberi che ti chiamano.
Quando c'è la luna piena, amica e sorella, sai che il tuo correre sarà un lampo d'argento sul confine del non ritorno.
Avrai occhi potenti e saprai guarire te stessa solo guardando la tua vita di ieri, nulla potrai cambiare ma imparerai ad accettare il tuo limite.
Fa male sapere che non potrai mai fare miracoli, ma accontentati di sapere ancora correre nella tua anima, di poter ritrovare l'incantesimo delle tue favole verità.
Non chiedere a chi non può dare, dai tu e basta, anche se a volte piangerai per l'indifferenza del prendere senza lasciarti nemmeno una carezza.
Fa nulla, vai oltre, ascolta solo il tuo correre, il tuo respiro è leggero, ogni problema si risolve da solo, tu non puoi manipolare la vita altrui.
Corri e ascolta te stessa, non sei una persona eccezionale, sei sono una piuma a volte una lupa o un'ape ma lo sai solo tu.
Non aspettarti dei ringraziamenti, sei solo una madre e come tale non conti, hai mille tasche da cui escono consigli mai richiesti, carezze mai volute, baci accantonati in covoni bagnati di lacrime.
Sei solo una madre che si crede lupa e è per questo che stasera corri.
Corri per riapropriarti della tua vita, mai fare bilanci, ci si perde sempre, la luna è piena e io non so ululare, anche come lupa fallisco, posso solo salutare attraverso un velo bagnato fatto di un amore infinito...
sabato 11 febbraio 2012
Cuore
Mi sono trovata abbracciata a me stessa, un corpo ripiegato per ascoltare....
solo un rumore, il mio cuore che mi parlava.
Poche volte l'ho lasciato dire, troppe volte l'ho soffocato dentro a corse fatte solo di stanchezza.
Quasi non riconoscevo il suo cantare.
Un canto fatto solo di speranza, in sordina, quasi inesistente.... tum....tum...tum...
Ancora canti quella canzone?
Ancora mi sai incantare su sogni già sognati?
Ancora mi insegni a volare?
Tum.. tum... si, basta aprire le ali e buttarsi, che importa del gelo che ho attorno, il dolore che mi dice di non correre, che tanto c'è già un arrivo.
Che importa, questa volta farò a modo mio, inventerò il mondo, il mio mondo e tutto sarà più vero.
Ma tu continua a dirmi che la vita è infinita, dimmi che niente è per sempre mentre vivo questo eterno mio vivere....
Tum... tum...
solo un rumore, il mio cuore che mi parlava.
Poche volte l'ho lasciato dire, troppe volte l'ho soffocato dentro a corse fatte solo di stanchezza.
Quasi non riconoscevo il suo cantare.
Un canto fatto solo di speranza, in sordina, quasi inesistente.... tum....tum...tum...
Ancora canti quella canzone?
Ancora mi sai incantare su sogni già sognati?
Ancora mi insegni a volare?
Tum.. tum... si, basta aprire le ali e buttarsi, che importa del gelo che ho attorno, il dolore che mi dice di non correre, che tanto c'è già un arrivo.
Che importa, questa volta farò a modo mio, inventerò il mondo, il mio mondo e tutto sarà più vero.
Ma tu continua a dirmi che la vita è infinita, dimmi che niente è per sempre mentre vivo questo eterno mio vivere....
Tum... tum...
Iscriviti a:
Post (Atom)