martedì 12 ottobre 2010

UNA STORIA BANALE

solitudine Pictures, Images and Photos Paola apri la busta lacerandola, troppa la fretta e la voglia di placare quella paura che da giorni le serpeggiava nella mente.
Il referto era scritto a macchina, i campioni erano tre, chiamati reperti A-B-C, corse alla fine e si bloccò.
Conclusione diagnostica citologica, A-B-C: atipie sospette per malignità.
Va bene, era iniziato il ballo.
Una danza fatta di lenti e valzer, sapeva che sarebbe stata solo una comparsa, non era lei la debuttante ma poteva aiutare suo padre nei passi più duri, non avrebbe permesso alla signora in nero di portartarglielo via senza lottare.
Ma ora la cosa più importante era imbastire una storia credibile per papà, non c'era tempo per fermarsi e ascoltare il suo dolore e la sua paura.
Ancora in ospedale fissò gli appuntamenti necessari, poi chiamò le sue sorelle e le convocò per il giorno stesso a casa sua.
Un pomeriggio di inizio dicembre, alla sera già si vedevano gli alberi illuminati e appesi ai balconi babbi natali infreddoliti aspettavano il Natale, chissà come sarebbe stato il loro di Natale.
Dare la notizia la rese più vera, stava succedendo a loro, incredulità e dolore, poi finalmente lo sfogo del pianto.
L'unione fa la forza, è vero, se poi uniamo anche l'affetto e la fiducia ci si sente forti e pronti a combattere il mondo, così Paola si sentiva mentre nel buio aspettava l'arrivo del sonno.
Spiegare a papà che doveva entrare in ospedale per ulteriori accertamenti fu dura, tante le sue domande, poche le risposte che Paola era disposta a dare, alla fine lo accompagnò in pneumologia  mostrando una serenità che era lontana anni luce.
Il ricovero era necessario per fare una biopsia e capire che tipo di tumore fosse per poi fare un piano di attacco, Paola sperava che il tutto fosse all'inizio, del resto gli esami precedenti erano tutti negativi.
Giorni su giorni, esami su esami, i medici non parlavano, bisognava ancora fare la biopsia.
Finalmente anche la biopsia fu fatta e i medici preferirono mandare a casa papà, appena l'esito sarebbe arrivato avrebbero chiamato Paola.
La cosa non le piaceva, si era ormai a metà dicembre, sapeva cosa succedeva in ospedale in quei periodi, ferie e malattie mettevano in ginocchio i reparti, e lei aveva fretta di sapere ....

19 commenti:


  1. Ci sono momenti terribili nella nostra vita che non potremo mai dimenticare. Parlarne, condividere quelle emozioni, aiuta ad alleggerirle un po', anche se quelle sensazioni di paura ed impotenza, quel prorompente senso di protezione verso le persone che amiamo, o abbiamo amato, con ogni fibra del nostro essere, sono scolpite nel nostro cuore come un ferro rovente. Un abbraccio!

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  2. Buongiorno sister...

    Purtroppo ci sono anche questi momenti nella vita...

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  3. Mi sembra di leggere la mia storia di tanti anni fa. Mio padre ed io, Paola. Senza sorelle ma con tanta paura. C'è poco da commentare, solo le Paola possono capire. Purtroppo.
    Abbraccione.

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  4. ...è meglio sapere o non  sapere?
    ...non lo so, perché anche coloro che non sanno direttamente,
    in breve lo intuiscono, lo sentono, anche se l'istinto di sopravvivenza
    li spinge a non volere quasi credere all'evidenza...
    ...sapere o non sapere...
    ( in molti casi non è dato il non sapere, non c'è possibilità di non sapere, perché bisogna affrontare cure specifiche)...

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  5. solo una domanda: come sta Kora??
    un abbraccio

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  6. è stata dura, per mia madre.
    lo è stato anche per me, anche se sono ancora viva.
    Capisco ogni cosa, ogni sfumatura.
    ti abbraccio
    ciao

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  7. L'attesa della nera signora è sempre terribile, ma lo è ancor di più quando tocca chi ci è caro.Sapere che la persona a cui abbiamo voluto bene per tanti anni, quella che da bambino era invincibile e lo è rimasto per sempre, dovrà soccombere prima di noi, ci rende sgomenti.Molte volte mi sono trovato a pensare:"Perchè non prima io?" e ancora spero che accada.Vorrei che mio padre e mia madre, rimanessero in vita per l'eternità, ma non è possibile.Spero solo che gli ultimi loro giorni, non debbano essere su un letto di ospedale, attaccati a tanti fili, con tante bugie dette per generare un'apparente tranquillità.E' l'augurio che avrei fatto a Paola, ma che, purtroppo, non sarebbe servito.Un abbraccio Cesy, grande come il mondo.

    P.S. Cosa è successo a Kora?

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  8. E' sempre difficile leggere il tuo blog...un nodo alla gola...
    La durezza della vita, quasi cantata da una voce soave, la tua...
    Eppure tra le righe, nei ritornelli in rima, riecheggia la forza, la supremazia della speranza...
    Come invidio, assai bonariamente, ogni tuo respiro, anche quando dapprima appaia affannoro per poi librarsi alto...
    Grazie, per questo tuo sapere, chino la testa e lascio un misero abbraccio...

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  9. Leggendo questo post posso solo darti un forte abbraccio ed essere solidale.. So cosa si prova.
    Buon giovedì e un sorriso grande grande.

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  10. e in quei momenti lì il tempo è importante

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  11. Sembra debba toccare sempre agli altri, sembra questo la vita. Poi fatalmente arriva un giorno in cui gli altri siamo NOI. Ciononostante la vita resta un dono, forse soprattutto perché somiglia piuttosto a un prestito. Serena domenica, cara amica, se possibile. M.

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  12. Conosco bene (purtroppo!!) quei momenti ... li ho vissuti sulla mia pelle...
    Un abbraccio caro, e un sorriso!
    Graziella

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  13. mancavo da tanto dal tuo blog........

    e....leggerti.....
    no!
    non è duro......

    è la vta che a volte è dura.....
    e tu  sei solo protagonista di questa durezza....

    vorrei trovare le parole giuste,
    ma non ci riesco.....

    ed allora mi accontento
    di offrirti il mio cuore....

    è insieme al tuo....

    è poca cosa,
    ma spero che almeno un poco
    tu lo senta.....

    Ciao

    A.

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  14. ciao Cesy, leggendo i commenti mi accorgo che molti tra noi, sanno di cosa stai parlando, l'hanno provato sulla loro pelle, ne sentono ancora la fatica, il dolore.....
    E' un'esperienza forte, durissima..... ma è anche vero che non si è soli, e tutte le parole vere che ti sono arrivate, ne sono una grande testimonianza. Prova di affetto, amicizia, stima. Siamo tante piccole goccioline, ma insieme siamo una grande forza!
    un grande abbraccio

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  15. Ciao Cesy, 
    come prosegue il tutto?
    Un abbraccio bresciano.

    S.

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  16. ...oggi è sabato, il giorno che amava di più Leopardi...

    Buona giornata e felice w.e.:-)

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  17. Ti lascio il mio saluto, augurandoti una serena domenica (m.)

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