Si alzava prestissimo, a volte anche alle 5, il corpo già proteso verso il fare del giorno ma con l'angoscia del non riuscirci.
Si alzava e in fretta preparava l'inizio del giorno, ma più i minuti passavano più quella sottile ansia l'invadeva, guardava le lancette dell'orologio e le regalava ancora un minuto.
No, si regalava a lei stessa ancora un minuto.
Ecco, di più non poteva aspettare, allora chiamava piano e con dolcezza sua figlia.
Sua figlia che sembrava persa in un gorgo di dolore e che niente riusciva a scuotere.
Sua figlia che annegava nelle sue lacrime, sua figlia che camminava con le spalle curve, come se portasse un peso enorme.
Sua figlia che abbracciandola poteva contare tutte le ossa del corpo.
Ossa che spuntavano come legni, tesi e duri a gridare un dolore che non riusciva a capire.
Un dolore immenso, un dolore che lei non riusciva a curare, tentava e ritentava ma era come rimbalzare contro un muro.
Un muro fatto solo di nebbia, ci si poteva perdere, poteva perdere quella figlia così voluta e amata.
A niente servivano i vari trucchi per farla mangiare, a niente serviva riempire la casa di "schifezze" , la non fame, la non voglia di vivere era ovunque.
Quanto avrebbe voluto poterla proteggere!
Riportarla dentro di lei e ninnarla come faceva allora, quando la sapeva al sicuro e tutta sua, quante favole le raccontava e quanta felicità le prospettava.
Allora era la fata buona, solo felicità salute e bellezza le regalava, ma ora cosa era successo?
Chi era la fata cattiva che stava uccidendo sua figlia?
L'avrebbe sbranata con i denti e con le mani se solo sapesse chi era.
Guardava sua figlia nel letto, sepolta sotto il piumone nonostate facesse caldo, il freddo era dentro il suo cuore e niente sembrava scaldarla.
La guardava piangere, l'ascoltava mentre diceva piano "voglio morire", e davvero lei moriva.
Moriva con questa figlia che sentiva lontana ma così vicina da sentire quel dolore senza un perchè, l'abbracciava e le sue mani tremavano su quelle lacrime che piano piano si mescolavano alle sue.
L'impotenza del non poterla aiutare la distruggeva, la teneva legata a se con la corda dell'amore, solo quella, una corda sottile fatta di ricordi, di risate e giorni felici e il parlare.
Un parlare fatto piano, sottovoce e intervallato da silenzi, come se ogni parola fosse una goccia che aveva bisogno di tempo per essere assorbita da quel cuore sofferente.
Parole sempre cercate con cura, come le carezze, fatte piano, quasi con pudore.
Il pudore di chi ha paura di sbagliare, si sa, a volte ci si sbaglia per il troppo amare, si pensa di sapere tutto, di guarire tutto, anche l'anima.
Ma non sempre basta una coperta fatta solo d'amore....
RispondiEliminaSi puo' solo immaginare, ma tanto penso che non si riesca a capire fino in fondo, un dolore cosi' grande.
Mi trovi "disorientata "su questo realta', io non so a questi ragazzi cosa stia succedendo, quale sia la causa e come sia tremenda e violenta per portare una ragazza , a voler addirittura sparire.
C' e da perdersi.......e non basta certo una coperta fatta solo d' amore....
Un forte abbraccio e un bacio Cesy
Credo che non sia per nulla facile non-sbagliare.
RispondiEliminaE' più discreto (ed anche meno difficle) "una coperta fatta solo d'amore....", magari fermarsi dietro e limitarsi a quella silenziosa presenza, non muta, senza parole.
Ma frasi discretamente pronunciate, quasi sottovoce.
Ho vissuto da vicino, con una mia collega e sua figlia questo dramma...scusa ma non riesco a scrivere sensazioni così forti....
RispondiElimina
RispondiEliminaNon basta la coperta d'amore, ci vuole il ricovero in ospedale. Io ho avuto un'alunna anoressica, le si erano bloccate le mestruazioni, il battito cardiaco aveva cominciato a rallentare, la pressione era scesa...è arrivata quasi al coma. Quando l'hanno portata in ospedale i medici hanno detto a sua madre: "Signora, ha aspettato troppo, non sappiamo se ora si riuscirà a salvarla!" E la madre è svenuta.
Ma dopo parecchi mesi, piano piano, la situazione è migliorata e la ragazza si è ripresa. All'inizio voleva solo studiare. "Niente libri se non mangi!" Un po' di cibo e un libro...
Alla fine la ragazza è uscita dall'ospedale, è tornata a scuola, si è laureata e si è pure sposata. Non so se potrà avere figli, in quanto la situazione ormonale aveva subito un danno gravissimo, ma è viva e sta bene.
Amore e ospedale...da sole non si può vincere la battaglia!
hai ragione non sempre basta una coperta fatta solo d'amore
RispondiEliminaBel blog! Un saluto
RispondiElimina
RispondiEliminaCesi cara, sono venuta a trovarti avendo letto il tuo commento, per dirti che non ho ricevuto il commento di cui parli. mi spiace, ma se vuoi, sei ancora in tempo e mi farebbe piacere sentire la tua opinione.
Leggendo il tuo post, sono sconvolta, particolarmente in questo momento che ho "la pancia piena". L'anoressia è una malattia molto complessa. Anche una famiglia di miei amici ne fu colpita. Sono passati molti anni, il problema fu risolto, ma con grande sofferenza di tutta la famiglia e di tempi molto lunghi.
Ti mando un abbraccio e auguri per le persone colpite da questa malattia.
Ciaooooooooooooooooo.... Bruna
RispondiEliminaQuei dolori senza perché...: si alimentano sotto traccia, come le talpe.
La coperta fatta d'amore è la pagina su cui annotare progetti di intervento: i percorsi dei medici, quelli che curano il corpo, ma anche si prendono cura dei fantasmi interiori, delle angosce e del mal di vivere.
Si guarisce. Si può guarire: le esperienze degli altri possono essere una bussola importante.
Guardo con gioia M., il bambino di una ex allieva che si stava distruggendo e che è riuscita a venire fuori dalle sue ombre, con una sinergia di forze: genitori, medici, amici, insegnanti...
E penso ad A.M. che aveva invertito il ciclo della sua vita: dormiva tutto il giorno e piangeva di notte, disperata. Ce l'ha fatta anche lei.
C'è speranza, insomma, e bisogna coltivarla.
Un abbraccio grande.
zena
Si, non basta una coperta di amore.
RispondiEliminaCiao
Non basta purtroppo sister...
RispondiEliminaun abbraccio
RispondiEliminaNaturalmente non sono dolori senza motivazioni... Le cause ci sono, ci sono eccome, e il fatto che non le individuiamo non le rende meno reali.
Non voglio colpevolizzare nessuno, fare cacce alle streghe puntatre il dito.... ma a volte stando dentro un problema lo si vede talmente da vicino da perdere il senso dei dettagli, dei contorni... ci sfuggono cose che invece gridano la loro evidenza, la loro realtà.
Tra i diversi casi con cui sono venuta a contatto, ricordo questa splendida ragazza, conosciuta piccolissima che ancora andava all'asilo e vista crescere anno dopo anno, una mente brillante e un'anima splendida, un grande cuore. No, non se ne fregava della famiglia, tuttaltro.
E un giorno, dopo qualche anno che l'avevo persa di vista, sento sua madre parlare di questo mostro orrendo l'anoressia, che teneva soggiogata la figlia, una cosa di cui non si capacitava, che la sfiancava, non capiva proprio perché e come e dove aveva sbagliato, ma no, aveva fatto il meglio per questa figlia!
Non ho potuto parlare. Non ho potuto dirle che "il meglio" cui aveva sottoposto la figlia e le altre due (una più grande, l'altra più piccola) era qualcosa che aveva reso loro difficile vivere. La continua, incessante pressione cui era sottoposta questa ragazza... da brivido!
Quante volte avevo sentito parlare di quanto questa madre fosse esigente, di quanto pretendesse su tutti i fronti senza possibilità di appello, quell'essere costrette ad essere "vincenti" e allo stesso tempo aggiogate alla volontà dei genitori.... La più grande era diventata "vecchia" prima del tempo troppo adulta per la sua età, perse le speranze di una vera comprensione da parte della madre sorda a ogni opinione che non fosse in accordo con la sua.
La più piccola dedita alla finzione, ai comportamenti di facciata che la rendevano gradita all'occhio dei genitori e poi di nascosto a fare tutto il contrario.
E lei, quella di mezzo, quella forse più sensibile e che più sentiva la responsabilità di soddisfare quelle aspettative cui la forza estrema della volontà materna le impediva di sottrarsi... lei in qualche modo doveva somatizzarlo questo disagio, questo dolore, questa sofferenza.
Glielo puoi dire a una madre che soffre, che il suo modo di amare è stato sbagliato? Non lo capirebbe perché l''istinto di autoconservazione certe cose ti rende difficile ammetterle con te stessa.
queste ragazze che soffrono di anoressia le loro ragioni, ne siano coscenti o meno, le hanno. A volte sono i genitori, altre volte si tratta di qualcosa di diverso.... ma la ragione c'è e non è la voglia di essere belle o l'egoismo.
Se noi mamme, come insegnamo alle nostre figlie a camminare, parlare, svolgere le varie attività che riteniamo competano alle donne, per prima cosa insegnassimo loro a prendersi cura di se stesse, a mettere la loro dignità di donna al primo posto, ad avere coscienza di sè e del proprio corpo senza falsi moralismi, ricordandoci che una figlia è parte di noi ma è distinta da noi e quindi meritevole di un suo punto di vista diverso ma altrettanto degno di rispetto del nostro, anzichè pensare a renderele perfette donne di casa o donne in carriera o quant'altro da generazioni ci viene trasmesso in linea femminile... beh, allora ci sarebbe qualche possibilità in più che davvero abbiamo fatto del nostro meglio.
A imparare a lavare e stirare si fa sempre in tempo. Imparare a considerare il cibo solo cibo, a rispettare il nostro corpo e la nostra mente... beh, se non si parte bene dall'inizio la strada sarà terribilmente in salita!
secondo me può bastare...
RispondiEliminaanche se da subito forse è difficile rendersene conto ma alla fine...
un presenza, vigile e discreta, un amore incondizionato ...
può essere e, forse lo è, la ragione per riprendere a vivere...
per chi lo dà e per chi lo riceve...
bacitos
ab
Una tragedia immensa, e davvero l'amore non basta.
RispondiEliminaL'amore di una madre che al'improvviso si scopre impotente...
Molto ben scritto, merita una rilettura.
No, non sempre l'amore è la panacea di tutti i mali. Mi annientano queste vicende, ma credo, come ho letto prima, che amore e cure mediche siano la sola via d'uscita. Ma non si deve dargli un attimo di tregua, mai. Anche io ho avuto un caso tra amici, con la costanza e la "tigna tignosa" (come diceva mia nonna) se ne può uscire vittoriosamente.
RispondiElimina
RispondiEliminaho ascoltato un ostoria simile non più tardi di un mese fa...la protagonista ha trovato pace 10 giorni fa, ma i genitori hanno una croce pesnatissima sulle spalle, oltre all'anoressiaci si è messo pure un cancro al piloro e tutto hacontribuito a far perdere la voglia di lottare a lei, e per lei non è servito a nulla la battaglia condotta dai genitori...genitori...il più brutto mestiere della Terra
Non basta l'amore in questi casi...
RispondiEliminaBuona serata
Giusy
RispondiEliminaL'amore forse non è una coperta, ma un tappetto. Non sta sopra, sta sotto. Non è verticale è orizzontale.
Forse questa dolcissima creatura sente freddo quando mette i piedi a terra. Forse a lei non interessa neanche sapere chi la ama e perchè, le interessa solo non avere freddo dal tallone alla caviglia in su.
E non è vero che non importa, che questa storia sia vera o no.
"dal tallone alla caviglia in su"
RispondiElimina" PERDUTO " .... o meglio " PERDUTI " senza il sostegno del tappeto/coperta che sta sotto
già ..... forse la sopravvivenza è più importante della s- coperta d'amore.....
mi esce dal cuore.... ce la dobbiamo fare insieme ,mano nella mano , passo dopo passo,
madri, padri e figli assieme ... da veri amici quali siamo.... da veri esseri umani quali siamo.... ALZIAMO IL CULO DALLA SEDIA.... non siamo più paralitici e ciechi... guardiamoci allo specchio.... e ci ri-conosceremo ... possiamo farcela solo "TUTTI ASSIEME"
CIAO CESY ... CIAO MESSIER....
Vi voglio bene.....!!!!!!!
Vero... non sempre basta, e non sappiamo a quale altro appiglio aggrapparci.
RispondiEliminaVero e commovente.
Un abbraccio.
un grosso in bocca al lupo...
RispondiEliminaBeh...avrei voglia di commentare, ma nello stesso tempo...ho paura di essere banale. Il mio blog è leggiadro, spensierato, pieno di infantili frivolezze, poi mi faccio un giretto per i miei blog preferiti e trovo quest' urlo di dolore incredibile! Mi sono fermata a pensare...è un pezzo che sono qui, ferma, immobile, a pensare a quanto difficile sia accettarsi. Vorremmo sempre essere diversi da come siamo. Da un lato credo anch'io che l' amore da solo non basti, anch'io, pur sembrando spensierata, ho passato momenti difficilissimi, sull' orlo del baratro, grazie a mia madre mi sono salvata (è per quello che l' amo tanto), pero' sono stata seguita anche da dei bravi medici che mi hanno aiutata. Ci vuole l' uno e l' altro. La strada è tortuosa, ma farcela...si puo'!
RispondiEliminaUn abbraccio virtuale caldo ed avvolgente! ;)
Micky
L'amore non fa miracoli, non sempre perlomeno, eppure è indispensabile.
RispondiEliminaIn un certo senso l'amore basta, ma non per cosa vorremmo noi.
....sono realtà che straziano, che sconvolgono, e l'amore no, non basta!...
RispondiEliminaUn abbraccio forte forte!
Graziella
L'amore non deve "coprire", deve "avvolgere".
RispondiEliminaAffettuosamente.
RispondiEliminail rifiuto del corpo è la manifestazione di un disagio interiore che si insinua silente e subdolo come un serpente.
si tendeva a dare la colpa al rapporto madre-figlia, per fortuna questa tendenza è stata ridimensionata
a mio avviso questa alterazione di percezione del sè è un frutto squisitamante (si fa per dire) sociale.. modelli irragingibili, aspirazioni fasulle, ricerca di successi effimeri ed apparenti.
l'amore non basta, ma può fare miracoli.
un saluto a te, sorellla
M_
RispondiEliminaE' triste leggere simili condizioni umane, chi rifiuta il prorpio corspo, chi non si accetta e tende all'autolesionismo, va solo sommerso di amore.
Non è con il cibo che si cura l'anoressia, ma con l'amore.
Ho brividi interiori al solo pensiero che uno dei miei figli...............
baci amica mia
Buon inizio di settimana sister :-)
RispondiEliminaCosa hai scritto Cesy? Niente ,da tempo a questo parte, aveva provocato in me tanto "sentimento" se non la consapevolezza della fine.
RispondiEliminaTutto questo è passato adesso. Finalmente.
restano certi ricordi.
Purtroppo la sofferenza segue percorsi assurdi, non controllabili. Si rasenta la morte credendo che sia una panacea e non una vera fine perchè l'essere umano in quanto vivente può solo pensare che la morte sia riposo... senza averne conferma assoluta.
Fortunatamente, chi resta vivo cresce ed impara ad assaporare la vita. Ne coglie frammenti, che come materassini gonfiabili, riempiono certi spazi vuoti. Man man che la vita va avanti e si accorcia il tempo del vivere, ci si aggrappa a questa in quanto assoluta e unica.
Grazie amica mia per quello che mi hai dato.
Mi hai restituito una parte di me stessa....
e anche a te grazie davvero
RispondiEliminaCredo che per una madre vedere una figlia lasciarsi morire, senza riuscire a comprenderne il motivo, sia la cosa più straziante da sopportare, forse ancora di più della vera morte.La paura di aver sbagliato, di essere la responsabile di tanto dolore da preferire la morte alla vita è un fardello pesantissimo da sopportare, anche per una madre....soprattutto per una madre.A te lascio un sorriso, sperando che possa scacciare un pò di questi pensieri.
Buona giornata con sorrisi
RispondiEliminaSo che vuol dire... lo sto vivendo con mia madre, con mio fratello... ovviamente anch'io. Ma visto che si parla di amore filiale...
RispondiEliminaUn saluto Cesy. Sappi che invaderemo la tua Milano fra un po'.... quindi tienti libera.
Buon mercoledì sister cara
RispondiEliminaUn passaggio e un saluto
RispondiEliminaBuongiorno sister e sorrisi per Te
RispondiEliminaUN passaggio e un dolce saluto
RispondiElimina
RispondiEliminaUn brano molto toccante e ben scritto.
Un caro saluto.
Bessola Gianluisa
Carissima ti ringrazio del piacevole commento e per aver condiviso il mio pensiero. Riguardo al tuo post ,questo brano l'ho trovato ricco di sentimento puro d'amore, di madre per la propria figlia. Si vive l'angoscia dell'impotenza ,mi è sembrato di essere li presente e... appena terminata la lettura, come quando ci si risveglia da un sogno, di trovarmi contenta che tutto ciò non fosse vero. Una buona serata carissima e ancora grazie del passaggio.
RispondiEliminaFai un bel fine settimana sister
RispondiEliminaper qualcuno è crudelmente vero, purtroppo...e credo sia un dolore infinito, come privarsi del proprio futuro.
RispondiEliminabuon week end
RispondiEliminaNe so qualcosa di questa malattia. Distruttiva, logorante, folle e crudele. Non si riesce a spiegre nè a capire. Come un cancro che corrode l'anima, uccide e reca dolore.
RispondiEliminaChi ne viene colpito porterà sempre, nel corpo e nel cuore i segni indelebili di questo mal di vivere e d'amore.
RispondiEliminabel racconto molto intenso ,una dolce domenica per te ,se passa da me spero che il post di oggi ti faccia sorridere ciao.
mo, l'amore di una madre non basta.
RispondiEliminacome non basta a difenderli dalle violenze quando sono disarmati, i figli.
madri che non sanno più cosa fare, e piangono con loro, per loro...
un abbraccio
RispondiEliminaSono appena entrata e già mi sei entrata dentro. Non ho bisogno di leggere i commenti per capire quel che io stessa sento.
E non aggiungo altro...perché ogni parola sembra non aver senso.
«Un grido soffocato risuonò dentro la sua anima».
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