La notizia le arrivò dopo giorni, ma le esplose dentro e fece male.
Era morto e sepolto, già la pioggia filtrava nella bara e il buio lo stringeva nell'abbraccio eterno.
Ancora e ancora non riusciva a perdonare, tutto il silenzio e il dolore che circondava quella sua piccola e immensa storia le tolsero il tempo ributtandola all'origine di quel dolore.
Una manciata d'anni, sei? Oppure di meno?
Non ricordava, sa solo che era primavera e con la mamma era andata per cicorie, che bello!
Era raro uscire da sola con la mamma, era bello, la mamma le insegnava posti segreti e le raccontava storie vissute da bimba.
Anche quel giorno era riuscita a far suonare il tarassaco cantando la canzoncina magica.
Sona sona bel fiurì, sona sona bel fiurì, fal per me bel fiurì, sona sona sul per me....
Era quasi sera, l'azzurro si infittiva di rondini chiassose e le cime erano oro puro, la salita era un mare verde punteggiato di fiori un vento dolce le accompagnava verso il paese.
La bimba era stanca, la bocca sporca e appicicosa del colore e del succo di fragole, sdraiata in quel mare d'erba, gli occhi appesi alle nuvole e il cuoricino aperto alla vita, era stanca e felice.
Felice di esistere, felice di vivere, ogni cosa era perfetta, anche il falchetto che volteggiava su di lei, certamente in cerca di una lepre o di un pollo, tutto era giusto.
Anche il ragazzo suo vicino di casa, una manciata d'anni più di lei era lì, seduto a guardare a valle.
Quante volte la bimba e il ragazzo avevano giocato assieme?
La mamma non si preoccupò, in paese tutti i bimbi erano fratelli, si avviò verso casa svelta già pensando alla cena, lasciò la bimba ai suoi sogni.
Sogni che diventano incubi!
La bimba non poteva sapere di curiosità malate, sa solo che di colpo il cielo sopra lei è diventato nero di paura, "l'amico" è diventato una bestia.
Con forza la preme contro l'erba alta, quasi soffoca in quel groviglio di steli e calore, cerca di diffendersi, il perchè non lo sa ma lo intuisce.
Una lotta silenziosa, inutile gridare, lo sa, mille mani che cercano di alzare la gonnellina, le sue manine che cercano di tenerla ferma, le mutandine quasi strappate e alla fine solo quella voce "sta ferma, voglio solo vedere come sei fatta".
Ricorda le lacrime che si fermano nelle orecchie, pozzi di vergogna.
Vergogna verso se stessa, lotta ancora e alla fine lui la lascia, vergogna verso lui, lo guarda negli occhi e sa già che mai e poi mai lo perdonerà, mai!
Sa che ha subito una violenza grande ma sa che non ne parlerà, il perchè è perso nel suo essere donna, sa solo che non si fermerà mai più da sola con un "amico".
Le rondini gridano e loro dicono tutto al mondo, ma il mondo continua indifferente.
Anche la mamma non si accorge di nulla, la cena è pronta ma la bimba non ha fame, cerca dentro di lei un pensiero per assolversi e per perdonarsi.
Tante sere d'estate sono passate, la bimba è diventata donna ma si è sempre portata quel segreto addosso, un male che sgorgava ogni volta che vedeva il "ragazzo".
Piccola e crudele donna anche lei, quando l'ha visto malato e in balia di un male lungo e incurabile ha gioito, ecco la giusta punizione ha pensato.
Una punizione per quello che lui le ha fatto, anche ora che sa che è morto quello che sente sono ancora i gridi delle rondini, anche ora il perdono non c'è....
Non c'era bosco, ma prati, non c'era buio ma sole non c'era un lupo ma un "amico", non era fiaba ma realtà..... forse.
Ma il perdono sicuramente no!
Quante volte succesono queste violenze nella realtà e quasi sempre non a opera di un "mostro" di passaggio ma di un familiare, parente, amico che improvvisamente diventa lupo cattivo, un animale che distrugge psicologicamente, e spesso anche fisicamente, la sua vittima..
RispondiEliminaE credo che sia pressoché impossibile perdonare chi si macchia di simili colpe e non mi sento spietata a dirlo perché anche nel Vangelo Gesù avverte: "Guai a chi dà scandalo agli innocenti!".
RispondiEliminaFosse sempre così facile. La giustizia che ti ripaga dei mali dei torti subiti, fosse facile...
RispondiEliminaLa realtà è che quello, piuttosto, se la spassa incolume in qualche piazza, tronfio di aperitivo e la bimba invece malata di cancro e legata ad una bombola ad ossigeno. Questa è la vita.
Perdonami se sono così deludente e demotivante, il tuo racconto è molto bello, molto curato e con piacevoli allegorie che lasciano riflettere. Inutile dire che ti ruberò qualche pensiero tenendolo mio
Quando entro nel tuo blog, sono già in attesa di una storia che poi mi coinvolgerà.
RispondiEliminaEd è così...ogni volta...
ogni volta leggo di vicende che attraversano l'anima...
di vicende vere che dalla fantasia non ha bisogno di attingere.
E' sicuramente il tuo modo di narrare che mi trasporta e mi fa entrare.
Bellissima storia..o forse racconto doloroso di un pezzo di vita.
RispondiEliminaQuasi come uno dei brani dell'Antologia di Spoon River.
Un saluto e un abbraccio.
Queste sono cose impossibili da perdonare.....
RispondiEliminaSì, penso anch'io che un atto del genere non possa essere perdonato, così come è umano godere i segni della giustizia divina, che finalmente mette fine a chi è rimasto impunito dagli uomini. Bisogna insegnare ai nostri giovani a non avere paura, ne' vergogna e a denunciare subito queste terribili violenze. Queste bestie non possono passarla liscia!
RispondiEliminaAtti del genere non devono essere perdonati.
RispondiEliminaGrazie per le parole che hai scritto da me, sei di una dolcezza incredibile, non trovo mai le parole per risponderti.Grazie, perchè la cosa che più cerco non sono le belle parole, ma comprensione.
Buonanotte,
IrisLuna
Una storia così intensa, così "vera" meriterebbe più di una pagina e più di un semplice post. Tu, non so come, eri lì. Continua a raccontarci queste verità, non ti fermare. M.
RispondiEliminaSiamo sempre troppo piccoli di fronte alle grandi ingiustizie,alle tragedie rispondiamo come possiamo,dalle responsabilità,sia pur minime impercettibili e quasi irrilevanti,ci solleva il caso o la casualità della vita, eppure succede,eppure è successo e fin'anche l'odio risulta inadeguato!
RispondiEliminaConvincer-si che "proprio a noi"...è fatica ardua e sovrumana,dunque fallimentare.
E allora...?
e allora non so...se mai lo sapessi non resterei attonito e sconfitto,
di fronte a "simili" (e fac-simili)..."umane ingiustizie"...se poi davvero non c'entra il Divino!
Un caro saluto.
mc old.
Non si può perdonare...
RispondiEliminaUn abbraccio sister
Un racconto che, poco importa se vero o di fantasia, e' molto "forte". Spero che la protagonista sia riuscita, nel tempo, ad uscirne. Perdonare si puo' e si deve, e lo si deve fare non tanto per il perdonato, quanto per se' stessi. Ricordo che perdonare non significa cancellare un reato o un peccato, significa solo capire la caducita' di chi lo ha commesso ed averne compassione. Questo non significa che debba essere messo in condizione di poter ricommettere cio' che ha commesso: se e' in galera, per fare un esempio, deve restarci fino a fine pena.
RispondiEliminaIn quanto alla malattia che ha divorato il protagonista in negativo di questa storia, be'... non e' una punizione. Purtroppo questi mali possono colpire chiunque, perfino chi ha tanta bonta' dentro di se'.
Grazie del passaggio! Tornerò a leggere con calma.
RispondiEliminaBuongiorno cara sister
RispondiEliminaUn sorriso, buona giornata
RispondiEliminaMAI!!!!
RispondiEliminaEccomi qui per augurarTi una felice giornata
RispondiEliminaBuon inizio di settimana cara sister :-)
RispondiEliminanessuno dovrebbe abbrogarsi il diritto di violare un mondo,specialmente un mondo che ancora deve sbocciare..il perdono non può esistere,tutti sbagliamo ma non tutto è perdonabile..le giovani creature vanno salvaguardate,una madre dovrebbe vedere i segnali..quando questo accade non si rovina solo il passato..ma il presente e il futuro..viene compromesso tutto..io avverto una certa rabbia ogni volta che si sentono storie infami e crudeli,ma i bambini..quelli non vanno toccati..in questi casi,sapendo poi di risultare forte,pena di morte subito!!un abbraccio..a presto
RispondiEliminaracconto "forte", ma scritto in maniera stupenda.
RispondiEliminaVirgilio90