mercoledì 18 febbraio 2009

SONO NATI!!!

Ieri era la giornata dedicata ai gatti, giorno più che giusto per una nascita!


Sissi è entrata in travaglio verso le sei di mattina, povera gioia, era al suo primo parto e non ne sapeva niente.


Ho dovuto allestire la sala parto di corsa, e preparare tanti pannicelli per tenere pulita tutta la zona.


Durante le contrazioni mi guardava stupita ma  cercava ugualmente di fare le fusa, il problema era che non si puliva, così ho dovuto farlo sempre io, con guanti e garze sterili ho tenuto il tutto sotto controllo.


Quando è nato il primo piccolo ho dovuto tagliare il cordone ombelicale e buttare la placenta, mi sa che Sissi non lo sapeva che doveva mangiarla.


Con il secondo la storia si è ripetuta, il terzo è nato morto, ma Sissi non ha  protestato quando l'ho fatto sparire, ho capito il perchè più tardi!


Al quarto pensavo che fosse finito tutto ma mi sbagliavo, mentre ancora stavo pulendo la mammina sono iniziate le doglie, e Sissi mi ha scodellato il quinto.


Va beh, ho pensato, meglio così per via del latte.


Quando si è annunciato il sesto ho tremato, la cosa mi stava sfuggendo di mano.


Garze, forbici e guanti erano dappertutto, i micini appena nati piangevano e cercavano di succhiare, e io guardavo sconsolata il corpo di Sissi tutto teso nello sforzo di far nascere suo figlio.



Nato il sesto e  tagliato il cordone ombelicale cerco di mettere in ordine tutto e tutti, ma non avevo fatto i conti giusti, la mia  Sissi  guardandomi dolcemente mi regala il settimo!!!!!


Non mi era mai successo, non ho mai assistito a una nascita così numerosa, ora bisogna vedere se vivranno tutti.


L'ultima nata è piccolissima, la metà dei suoi fratelli, ma è una combattente, si chiama Maya e ha già un posto speciale nel mio cuore.


Ricapitolando ora in casa mia ci sono 6 piccoli micini che vogliono coccole assieme alla loro imbranata mammina.


Tiffany che è incinta pure lei e ha già iniziato a ringhiare verso i nuovi nati includendo anche la loro madre per una gelosia galoppante e dilagante.


Poi c'è il Mefisto che fuori ulula come un pazzo per poter entrare, ma essendo in pieno periodo amoroso non può per via dei suoi sgradevolissimi regali.


Dimenticavo Atex, la cagnolina  che per fortuna abita da noi solo 4 giorni alla settimana.


Che caos.....


 



domenica 15 febbraio 2009

I Balarì


Mio papà era un "Balarì"!


Mio papà è nato a Ponte Caffaro, frazione di Bagolino, paese famoso oltre per il suo formaggio (il "bagoss") per il suo carnevale.


Carnevale che si festeggia sia a Bagolino che a Caffaro, come si può immaginare, in una feroce rivalità!


Ricordo che mio padre iniziava ad andare su a Caffaro a dicembre, dove iniziavano "a provare" i vari balli.


Come carnevale è strano, ci sono si i "mascher", ma i più aspettati sono i "balarì".


Questo carnevale è antichissimo, le origini si perdono nel tempo, si sa solo che è sempre stato tramandato da padre in figlio, sia la musica che i costumi.


Da adolescente per me erano 2 giorni fantastici, si iniziava il lunedì alle 6 di mattina con la messa nella chiesetta di S. Giacomo e relativa scodella di brodo caldo da bere.


Poi ci si portava in paese e si iniziava la festa!


Allora nella "compagnia dei balarì" c'era oltre mio padre, due zii che ballavano più 5 o 6 cugini,  lo zio Bepi suonava l'armonica a bocca e c'era  zio Giovanni (zio non so perchè) che senza una mano riusciva a suonava la viola.


Noi ragazze eravamo vestite da "mascher", gonne lunghe a righe, con scialli incrociati e camice bianche, ai piedi gli "sgalbèr", zoccoli di legno che per l'occasione venivano "chiodati", e che ogni tanto facevamo strisciare  per terra traendone dei suoni assurdi.


In braccio  portavamo il "bèstèrèl", un portainfante di tela con dentro un bambolotto, oppure in spalla si portavano forche o si facevano suonare "le cioche dè lè ache".


Ma la nostra "parte" era quella di sorvegliare il cappello dei nostri cari.


Già, il cappello, descrivere il costume dei "balarì" è troppo lungo, parlo solo del cappello che veniva rifatto ogni anno.


Tutti gli anni per quel periodo si radunava tutto l'oro di casa e lo si cuciva sul  cappello, avete presente?


Un cappello rosso, con metri e metri di nastro e tutto incastonato d'oro!


Un cappello molto pesante, portato sopra ad un fazzolettone la cui punta scendeva sulla fronte e sulla maschera, quando erano stanchi e sudati noi dovevamo essere sempre a loro disposizione per tenere il cappello.


La festa durava tutti e due i giorni, i "balarì" si fermavano dove erano invitati sotto forma di dolci e bevande, era bellissimo vederli ballare "l'Ariosa" o "il ball en amourr".


Troppi sono i ricordi, i "Balarì" di allora non ci sono più, ci sono i figli e i nipoti, la vita va avanti, ma quanta malinconia.



Sicuramente il 24 febbraio andrò su a Caffaro, ci sarà senz'altro la zia Maria, la decana del paese, che i giovani vanno a prendere perchè sia lei  a intonare con la sua voce forte  canzoni ormai perse nel tempo. 


mercoledì 11 febbraio 2009

UN CUORE ...

fantasy Pictures, Images and Photos


ciao mio sempre amore,



mio antico amore,



mia roccia e cielo.



mio amico e amante,



abbiamo passato una vita abbracciati a guardarci vivere,



l'una negli occhi dell'altro ....



per alcuni sarebbe l'eternità,



per noi un soffio respirato assieme, come sempre ...



solo un dolore scava dentro,



nel mio cuore,



il tuo cuore malato....



mi fa morire quel tuo cuore a metà,



tu non sai o mio amore,



quanto io ricatti la mia sorte,



quanti anni gioco ai dadi con me stessa.



li conto .... 20 ... 25 ... ecco mi accontento,



mi bastano ....



ti prego mia roccia,



tienimi contro quel  tuo cuore a metà ancora per 25 anni,



se proprio farai fatica ti prometto che ti darò tutto il mio di cuore ...



tanto da solo non batterebbe più,



tu lo sai, vero?



ti amo da tanto...



non so dove finisce il mio cuore e inizia il tuo,



so solo che respiro di te ...

venerdì 6 febbraio 2009

UNA MADRE

il dolore Pictures, Images and Photos

mai vorrei mai vedere morire mia figlia,


troppo il dolore solo al pensare,


conosco la gioia mista al pianto della nascita,


l'angoscia della morte, l'attesa vicino a letti sfatti da lacrime non mi è stata negata.


ecco, forse la vita sta racchiusa in questo lasso di tempo.


per tutti il vivere è un avvicinarsi alla morte,


il mio pensiero vaga, va a cercare una figlia, una famiglia ...


Quanto dolore, come si fa a nascondere un dolore così intimo, così insopportabile.


Il dovere spiegare a mille giudici ogni lacrima, ogni sorriso rubato e messo in croce, come può una madre sentirsi accusata e vivere?


Non è possibile alzarsi giorno dopo giorno con quel pensiero fisso, avere sempre nel cuore quel dolore, quella mancanza di una figlia che c'è ma che non esiste.


Iniziare battaglie contro mulini a vento, il blaterare di mille voci a far coro contro ipocrisie intinte di pietas,


che senso ha per una madre?


Anche il pregare ha perso il suo fascino, vero?


Solo la certezza che  da il cuore, il suo.


Sono madre non giudice.


Vorrei solo unire le mie lacrime alle sue, accompagnare Eluana in questo suo viaggio.


Accarezzarla  dolcemente così come faceva Lei, quando Eluana si faceva male, era da Lei che correva  sicura di trovare la sua guarigione.


Come madre so che la scelta più dura è stata tua, la tua decisione è scaturita da un dolore che tutti dovrebbero rispettare e ti chiedo scusa e perdono.


Perdono per quelle mille e mille madri che giudicano senza sapere, senza soffrire, forti del loro essere sicure di una scelta, ma non è la loro,


è la tua purtroppo ....




ciao Piccola e già lontanissima Stella, anche la luna sorride al tuo corpo finalmente in pace,


ora  solo il silenzio ti cullerà.


martedì 3 febbraio 2009

RISPETTO .....

paura Pictures, Images and Photos

Era una mattina splendida, l'alba si stemprava di colori e suoni meravigliosi.


Mara abbassò il finestrino per sentire i canti degli uccelli, non aveva fretta, mancava quasi mezz'ora alle sei, si voleva godere quell'ora solo sua.


Si era alzata contenta, gli succedeva sempre, non chiedeva molto alla vita, la  felicità abitava a casa sua, lei e suo marito erano un mondo, il loro, non chiedeva altro.


Fuori la natura sembrava fusa con il suo umore, entrò in reparto sorridendo, ma fu assalita da odori e suoni che dicevano ben altro....


foto Pictures, Images and Photos

Iniziò il giro letti, come al solito era in coppia, quella mattina era con Mariangela, una simpaticissima ragazza con la quale lavorava bene e ne fu contenta.


Stanza dopo stanza, chiacchera dopo chiacchera si avvicinavano alle stanze singole, quelle più pesanti di malinconia e solitudine.


In una di quelle stanze viveva una signora, una di quelle che nella vita fuori aveva "contato", una signora ormai vecchia e sola, abbandonata da ogni amico reale o solo opportunista. 


Entrarono e l'odore le colpì subito, una mazzata, un odore di carne marcia ... in putrefazione .... respirare era inalare fluidi che entravano in gola, odori che fermavano il respiro ....


Si avvicinarono al letto nel quale la signora le guardava con occhi colmi di sofferenza, anche sorridere era difficile, iniziarono il loro lavoro, ma quando sollevarono le coperte un tanfo assurdo le investì ....


Mariangela scappò, letteralmente scappò via vomitando, Mara guardò verso quel povero corpo, conati di vomito le impedivano di respirare ma un solo pensiero ingigantiva sempre di più nella sua mente e nel suo cuore.


" è una persona, è un essere umano, non devo scappare .... "


Questo pensava Mara mentre guardava quell'enorme escara che stava divorando il bacino della signora, da quella piaga viva si intravedevano le ossa, un groviglio nerastro di tessuti  ormai in necrosi.


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Mara cercò di focalizzare un punto dentro di lei, dove raccogliere forza e serenità, con le braccia sempre avvolte come un abbraccio su quel povero corpo, chiuse gli occhi, ma la voce della signora la riportò alla realtà.


Una realtà che lei conosceva, il rispetto per la vita altrui, anche quando questa non sembrava una vita, anche l'accettazione di quello che la signora le sussurrava abbracciandola stretta....


"porta pazienza Mara, ancora pochi giorni e poi me ne vado.... ma stammi vicino, ho paura e tanto male....."