mercoledì 9 maggio 2012

MISUTINO





Faceva freddo, normale in gennaio.
Un gennaio senza sole, solo neve e gelo.
I giorni si trascinavano uno dopo l'altro in un vortice di nevicate in giornate senza luce.
Lucia amava la televisione, una scatola magica da dove uscivano storie bellissime, sicuramente false ma per un attimo poteva sognare.
Naturalmente in casa non c'era quella  diavoleria, come la  chiamava suo padre, forse per giustificare una sua pecca, magari ci fosse pensava Lucia!
Tutti i pomeriggi era una corsa per il paese, sapeva a chi chiedere, solo che con due fratellini al seguito era difficile trovare chi la ospitasse.
Lucia come una piccola donnina doveva badare ai suoi due fratellini, uno iniziava appena a camminare, l'altra la teneva stretta tra le braccia.
Mai avrebbe pensato che non era suo compito, certo, vedeva le sue amiche giocare ma la cosa non le pesava.
La sua preferenza era la casa della Martina, una vedova con un figlio ancora in casa, una casa linda, con le assi come pavimento tutte bianche.
La Martina la faceva entrare, piazzati davanti alla tv degli sgabellini piccoli come quelli dei nani, vi si sedeva piano, timorosa di svegliare la piccola che ancora dormiva in braccio.
Sul divano allungato in una posa quasi indecente c'era il gatto, il vero padrone di casa.
Lucia invidiava quel gatto, ricettacolo di coccole e di pezzetti di cibo allungato come offerta alla sua indifferenza.
Misutino si chiamava il gatto, sprezzante verso tutti non si lasciava comperare, anche la carne rifiutava sdegnoso, Lucia avrebbe voluto essere lei Misutino, solo per poter mangiare quella carne.
Seguiva il corteggiamento del ragazzo verso il gatto, sentiva già in bocca il sapore meraviglioso di quel pezzetto di carne e aspettava solo di aprire la bocca...
Un suono lacerante dissolveva il tutto, la sorellina si era svegliata  e piangeva, di riflesso il fratellino urlava anche lui e la vedova gentilmente la invitava ad andare a casa.
Anche il gatto con un miao languido l'accompagnava alla porta, quasi sorridente sotto i baffi, quasi sapesse dei suoi pensieri, dell'invidia nascosta tra i suoi sorrisi. 
Appena usciva dalla casa della Martina i singhiozzi esplodevano dalla gola di Lucia, ora erano in tre a piangere, una di fame, l'altro per solidarietà e la terza per se stessa.....

3 commenti:

  1. Molto bella questa poesia anche se cruda.
    Ciao

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  2. Un racconto che evoca tempi andati, di dolore e di pazienza, di infanzia stentata.
    molto bello....

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  3. I tuoi racconti mi piacciono sempre...hanno il sapore di una fiaba, anche quando sono intrisi di tristezza.Un abbraccio.

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