lunedì 29 dicembre 2008

è TORNATOOO


Stamattina appena alzata sono uscita a chiamarlo, vi confesso con poca speranza.



Al mio richiamo ha fatto eco un debole miagolio, ho iniziato a chiamarlo con voce alta, non ricordo ma devo aver gridato.



Ed ecco che dopo un secondo un lampo argento si fiondava su per le scale!!!



Spaventato e puzzolente il mio Mefisto è tornato a casa!!!



Oggi taglio il mio gelsomino, mi spiace tanto, ma Mefisto è più importante.



Sono felice, felice felice,



grazie a tutti, mi avete aiutato con tutti i vostri pvt a non sentirmi sola,



vi ringrazio e ora finalmente serena posso augurare a tutti voi un



BUON ANNO NUOVO,



grazie,



CESY E MEFISTO

sabato 27 dicembre 2008

MAMMA

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... eccomi mamma,



sono ormai 6 anni che quest'alba mi trova sempre con te.



Come potrei dimenticarmi che mentre il sole illuminava un nuovo giorno tu te ne andavi?



Come dimenticare il mio correre verso il reparto dove da 10 giorni combattevi una battaglia che sapevo già persa, il suono del telefonino,



la domanda di mia sorella.



"Dove sei?"



"In ospedale, sto salendo adesso".



"Ma la mamma è morta".



Da parte mia solo un grido dentro "Signore ti ringrazio", poi solo dolore.


amore


Entrare nella tua stanza, trovarti attaccata al cardiolin per ufficializzare la tua morte, una partenza fatta in fretta con la paura del mio arrivo.



Dimmi mamma, sarebbe stato più duro andare via?



Se io ero lì ti saresti fermata ancora un pò, vero?



Magari solo per farmi capire  che mi volevi bene,



mamma lo so, lo sento,  però  sono sempre arrabbiata con te!



Mi hai abbandonato,   costretto a fare cose di cui non ero pronta,



ho dovuto caricarmi sulle spalle cose tue,  e portarle a  termine.



La tua fuga è servita a te,  ma per me è stato terribile, fingere  di essere quella che sa far tutto,  gestire  anche il dolore di papà....



Già... 



Papà, ma lo sai mamma,  che ho "sentito" il suo odio nei miei confronti?



Quando ho dovuto dirgli che non saresti mai più guarita?



Quando ho dovuto dirgli che si doveva trovare per te un posto "protetto" in una struttura ospedaliera permanente?



Ti ho abbracciato parlandoti, non ricordo cosa dicevo, ricordo che le mie colleghe sono scappate via piangendo anche loro,



lasciandomi sola con te, ti ho staccato i fili del cardiolin e ti ho coperto piano accarezzandoti mentre aspettavamo papà.


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Ricordo che mentre il sole nasceva,  l'acqua del lago era tutta  d'oro,  per un attimo mamma, ho avuto l'impressione di vedere tra le nubi  il tuo volto che mi sorrideva.



Però mamma mi manchi, mi manchi tanto...



 

giovedì 25 dicembre 2008

MEFISTO


non l'ho  ancora trovato,  grazie a tutti  voi  che passate e lasciate un  pensiero positivo,  grazie di cuore,  veramente,



Cesy

lunedì 22 dicembre 2008

MEFISTO


Sono quasi 5 giorni che Mefisto manca da casa.



Scrivendolo la paura si fa più reale, inutile pensare che si sia nascosto per farmi un dispetto, manca da troppo tempo!



Solo per lui abbiamo circondato la terrazza di grate, per non farlo uscire, ma lui ha trovato ugualmente il modo di scappare.



Sono 4 mesi che c'è una guerra tra Dario e Mefisto.



Guerra che sembrava vinta da Dario, ma non è così, nonostante reti e legacci, appostamenti vari per scoprire da dove passava, ha vinto Mefisto.



L'unica via d'uscita è il gelsomino, pianta che nasce giù nell'aiuola, e che si inerpica  su un traliccio di ferro fino a noi e che ombreggia gran parte della terrazza.



Ed è dal traliccio che è scappato Mefisto!



La nuova stagione amorosa è iniziata e Mefisto naturalmente è in piena crisi ormonale, se si aggiunge poi che la piccola Sissi era in calore, voi capirete che per lui era troppo.



Troppo perchè gli impedivo il "matrimonio" con Sissi, e la cosa non gli andava.



Giovedì sera me ne sono accorta subito che non c'era, sono scesa  l'ho chiamato e rincorso.



L'ho chiamato con tutti quei nomi solo nostri, pieni di dolcezza e d'amore, e quando già sentivo il calore del suo corpo tra le mie mani ecco che con una piccola corsa non c'era più.



Sono 4 notti che dormo in un dormiveglia popolato di gatti morti e uomini neri, perchè voi lo sapete che ci sono anche gli uomini neri, vero?



Nella mia via non ci sono più gatti, e penso con paura a Mefisto che va a cercare gattine fuori zona, penso alle macchine, vedo Mefisto che ferito mi cerca e si sente abbandonato, e mi manca, tanto.



Mi manca il suo testone, mi manca il suo cercar le coccole, mi manca il suo ronfare, i suoi sbadigli, il suo peso sulle mie gambe nel lettone, mi manca l'affondare il viso nella sua pancia e sentire il suo abbraccio, mi manca e basta, manca lui, il mio Mefisto

venerdì 19 dicembre 2008

...BASTA UNA BRICIOLA...

Il reparto si trovava al terzo piano, nelle mattinate di sole guardando fuori dalle alte finestre il riverbero del lago feriva gli occhi.


amico

Già, il lago, bellissimo sempre, un clima ideale in ogni stagione  faceva si che la lista d'attesa per i ricoveri non avesse mai fine.


La lungodegenza era sempre strapiena, nonni immobili nei letti oppure messi su "comode" e portati nel salone per fare attività sociali e che tanti di loro ne avrebbero fatto volentieri a meno.


Persone stanche e apatiche, niente riusciva a risvegliarli, persi nei loro ricordi si faticava persino ad alimentarli.


Mara studiò a lungo le reazioni dei suoi "nonnini" poi una domenica si portò sul lavoro la sua sorellina, Roberta, un folletto sempre con la bocca sorridente e le gambe saltellanti dall'impazienza di fare  corse contro i mille giochi che riusciva a inventare.


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Entrò timidamente nel salone e sembrò  un profumo.


Un  profumo mai dimenticato, quello della giovinezza.


Come d'incanto le teste si sollevarono, le spalle si radrizzavano e sui visi il sorriso era diventato contagioso fino a tramutarsi in risate.


Roberta che per istinto intuiva quello che stava succedendo iniziò a fare le sue capriole tra mani allungate con timore o bramosia, per un pomeriggio fu figlia, nipote e amica, per un pugno d'ore si sentì parte di un mondo mai conosciuto ma piacevole.


La sera calò sul reparto, i nonni a letto aspettavano l'ultimo saluto di una bimba che per una sera si era divertita a imboccarli come se fossero dei passerotti, raccontando una storia e ridendo del loro stupore.


Aspettavano con  ansia una sua risposta alla loro domanda che era la domanda di tutti.


Quando torni?



 


lunedì 15 dicembre 2008

ZIO MARTALONE


Giorno triste oggi, giorno di lacrime confuse con questa pioggia che mi fa compagnia.



Oggi ho buttato una manciata di terra sulla bara di mio zio, non volevo, era come ammettere che tutto era veramente finito.


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Non volevo, sembrava un tradimento, e poi voltarmi e andarmene, lasciandolo la in quel buco da solo, con l'acqua che piano piano filtrerà a bagnarlo, pensieri, solo pensieri.



Lo zio Martalone, un gioco solo nostro, un gioco d'amore e di tenerezza,



"allora Cesy, sei matta o martalone?"



"meglio martalone che matta zio Isidoro!"



Uno zio tutto da raccontare e da vedere, uno zio senza dita.



Uno zio il cui nome era scritto su fogli importanti sin dalla sua nascita !



Correva l'anno 1938,  il duce Mussolini decretò che a ogni bimbo che veniva dato il suo nome ( Benito) avrebbe ricevuto come regalo 5 lire!



Mio nonno che di figli ne doveva sfamare già 6 fu ben felice di questa opportunità, (ora divago, ma ho letto che in romagna c'è un comune che ha attivato questo "regalo" naturalmente in euro 500) e così mio zio si chiamò Benito.



Nome mai usato, per tutti era Isidoro, oggi in chiesa sembrava che il prete parlasse di uno sconosciuto, che ne sapeva lui di Isidoro, come Benito non valeva niente, ma come zio Isidoro Martalone era meraviglioso.



Ma la sua "fortuna" continuò, a 5/6 anni sul finire della guerra, amava correre dietro agli aereoplani che lanciavano dei "regali", fu così che raccolse e svitò una penna bellissima, peccato che gli scoppiò tra le mani.



Era una penna bomba che gli portò via di metto tre dita della mano destra.



La sua fortuna lo trasformò in un invalido di guerra con relativa pensione, e per la famiglia era una manna, più grandicello un lavoro protetto e sicuro in una centrale idroelettrica.


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Niente miniera per lui, o ferriera, una vita serena con tre figli e una moglie che lo adorava.



Non pensavo che sarebbe finita così, tre suoi fratelli tra cui mio padre morti per tumore polmonare dovuto al lavoro, morti "bianche" per capirci meglio, va beh, si l'amianto, la polvere delle miniere, ma lui?



Lui in miniera non ci è mai entrato, non ha mai avuto comportamenti a rischio, eppure è morto anche lui per un maledetto tumore al fegato,



lo so che è la vita, ma vi prego, solo per stasera non ditemelo, domani potrò capirvi, ma adesso no.



Continua a piovere, chissa se l'acqua lo starà già accarezzando, è che è così fredda....



e su a Lodrone mi sa che stanotte nevicherà....

venerdì 12 dicembre 2008

S. LUCIA

Oggi per tanti bambini delle nostre valli bresciane è un giorno speciale,


stanotte arriva S.Lucia!


La notte magica, la notte più corta dell'anno, quella che ogni bimbo attende tutto l'anno.


Sto divagando, ovviamente, ora per i nostri figli c'è S.Lucia, Babbo Natale, Gesù Bambino e pure la Befana!


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Ma vi prego lasciatemi scrivere la magia di quella notte, tanto sognata e aspettata!


Nel paesino di montagna tutto era pronto, la neve c'era, molto alta come sempre, la letterina scritta, corta come sempre, inutile chiedere tante cose, la santa non poteva portare tanta roba con la neve.


La giornata del 12 Dicembre era un brivido, non passava mai,


finalmente come arrivava il buio, (16 e trenta) si mettevano i piatti con la letterina sulla tavola, un pò di sale in un cartoccio per l'asinello e  si andava a letto.


Ma il sonno non arrivava, in lontananza il suono di un campanaccio faceva salire il cuore in gola....


eccola....


stava arrivando.


La paura era fortissima, non si poteva vedere la Santa, portava male,


Angel Pictures, Images and Photos

Lei era senza occhi, se per sbaglio tu la guardavi rimanevi cieco, all'istante!


Ci si cacciava sotto le coperte con brividi e non solo per il freddo, allungando le orecchie a ogni rumore che riusciva a penetrare nel nostro rifugio fino a che il sonno ci coglieva.


Ci si svegliava sempre in piena notte, ed era tutto un correre fin sull'uscio della cucina, poi ci si fermava, la paura era tanta, e se non c'era niente?


Succedeva, spesso succedeva di non trovare che castagne secche e noci, la scusa era sempre la solita, troppa neve.


Troppa neve?


Ma se noi bambini spalavamo tutte le strade, non era possibile!


Tutta colpa di quell'asino pauroso, certo era colpa dell'asino se S. Lucia non portava che castagne secche!


Ma prima di "vedere" si sentiva il profumo, fuori dalla porta come cani da tartufi si cercava di captare gli odori.


Il profumo dei mandarini, da sempre legato a S. Lucia, gli aranci, mangiati esclusivamente per quella ricorrenza, le caramelle così poche da non correre pericolo di carie e poi le noci immancabili, le castagne amiche dell'inverno, le nespole e certe mele selvatiche che il mangiarle era veramente un'impresa.


Ma poi c'era la corsa a casa della zia Ghita.


Una corsa  irreale, con lampadine appese a muri resi nuovi dal biancore della neve, con il freddo che penetrava nelle ossa ma con una gioia nel cuore.


La certezza di trovare nel piatto magari un 20 lire, per poter comprare dei giornalini  già allora desideri prioritari.


Poi andare a scuola e fare finta di avere ricevuto il mondo ma di non averlo portato a farlo vedere perchè troppo grosso.


Bugie a cui nessuno credeva, e tu che guardavi quelle bambole, quei giochi come un'ingiustizia, chiedendoti dove eri stata "cattiva".


Fantasy Pictures, Images and Photos

Chiudendo quel dolore in scomparti stagni dove solo alla sera permettevi di uscire, quando eri da sola sotto la tenda scura e sicura della trapunta,


allora potevi lasciare che le lacrime come tanti desideri uscissero dal tuo piccolo cuore ferito.


lunedì 8 dicembre 2008

..UN BELLISSIMO FINE SETTIMANA




Questo fine settimana siamo andati a Ponte Caffaro, con noi si sono accodati Mirko, Raffaella e il piccolo Edoardo.



Dario e Mirko sono andati a ciaspolare in Gaver, 5 ore di intenso divertimento, e solo ora guardando i video ho capito perchè Dario non sta bene!



Ma si può, dico io, fare come i bambini?



Buttarsi nella neve, anzi, rotolarsi nella neve, pensando di non pagare pegno?




Caro il mio vecchietto, ora hai la tosse e il mal di gola,  dunque 2 aereosol al giorno, spremute di arancio, sciroppo per la tosse e fluimucil bustine, spero che tutto ciò basti a farti tornare in forma!



Veramente sono raffreddata anch'io, ieri mattina presto sono andata al lago, faceva  molto freddo ma volevo vedere quando il sole avrebbe illuminato l'acqua.




Ho aspettato quasi un'ora, poi con il corpo in ipotermia sono corsa a casa, e oggi sono tutta dolorante.



Un bel fine settimana nonostante gli acciacchi.  

venerdì 5 dicembre 2008

HINA.... NINA

La Corte d'Assise d'Appello di Brescia ha confermato i 30 di reclusione al padre di Hina Saleem.


angeli

Ricordate la ragazza pachistana uccisa da suo padre e da due zii, solo perchè voleva vivere la sua vita da persona libera?


Due anni  fa tutti parlavano di lei, sembrava fosse il simbolo di rinascita di tutte le donne straniere che vivono in Italia.


Lei, Hina, ma per gli amici Nina, che viveva come una qualsiasi donna italiana, lei che conviveva con un uomo italiano.


Anche lui è sparito, come sono sparite le donne musulmane che durante il processo stazionavano fuori dal tribunale come ad affermare la  nuova libertà nata dal sangue di Nina.


Allora tutti i politici sia di destra che di sinistra  erano rimasti senza saliva a furia di parlare  nei vari salotti televisivi sembrava che la volessero santa, santa Nina.


angeli

Anche al suo funerale la allora parlamentare di AN, Daniela Santanchè che partecipò sfidando il cordone di sicurezza imposto dalla famiglia Saleem,  sbraitò iniziative e giurò giustizia per tutte le donne picchiate e abusate d'Italia.


Dove sono ora?


Dove sono tutte quelle promesse?


Anche la via intitolata a Nina, dov'è?


L'allora sindaco Corsini, che commosso lanciò l'idea, ci dica, era solo un'idea, perchè suonava bene in quei giorni?


Nina è sepolta al Vantiniano, una tomba anonima, con sopra un mazzetto di fiori di plastica dal colore ormai sbiadito, così come è  sbiadito il suo viso sorridente ai più tanti di noi.


Una ragazza "persa" per strada, uccisa da un padre padrone che la violentava già da ragazzina, con una madre che sapeva e taceva, diventando complice di una pratica in uso in Pachistan da millenni.


Una madre che oggi sentendo  la  sentenza si è buttata a terra urlando e gridando tutta la sua rabbia, quasi fosse ancora colpa di Hina il suo dolore.


fiori

Un padre che poche ore prima del verdetto ha giurato che lui amava moltissimo Hina, tanto da ammazzarla.


 


 

mercoledì 3 dicembre 2008

MERLINO...

Sicuramente  ogni famiglia ha  ricordi legati ad animali che hanno condiviso la vita assieme a loro.


Nella mia un posto speciale lo tiene Merlino, una gracula religiosa, detto anche merlo indiano.


animali

Il perchè proprio un merlo indiano non ricordo, ricordo bene il nostro andare a vedere "solo per guardare"  una mostra di uccelli con relativa gabbia in macchina!


Gironzolare per la fiera e innamorarci a prima vista di quel "pulcino" è stato naturale.


Il trovarci tutti d'accordo anche sul  nome è stata la certezza che Merlino era "nostro".


Così siamo tornati a casa felici e pieni di entusiasmo per il nostro nuovo amico.


Come casa gli abbiamo preso una gabbia enorme, rotonda e tutta dorata con relativa altalena e vari trespoli, lui che era ancora piccolo ci si perdeva, ma si vedeva che gli piaceva tanto!


Crescendo diventava sempre più bello, e iniziava a "parlare", la sua prima parola è stato il classico "ciao", poi via via il suo vocabolario si è arricchito anche con frasi, tipo: - fabio studia, fabio leggi-


oppure: - mamma, papà, dario, come stai? e fischi, tanti fischi con i quali esprimeva la sua gioia.


A volte per farlo smettere coprivo la sua gabbia con un telo e la cosa lo offendeva moltissimo.


Amava tantissimo bagnarsi, tutti i giorni faceva il bagno ed era uno spasso vederlo, io gli mattevo una grande ciotola piena d'acqua tiepida nella gabbia e poi aspettavo.


Lui sul trespolo che fissava la ciotola fischiettando, poi con un piccolo volo si posava sulla stessa e immergeva una zampa nell'acqua come a sentirne la temperatura, poi ritornava sul trespolo per poi tuffarvisi  come in una piscina.


Guardarlo era tutta una risata e lui da gran pagliaccio gradiva i nostri applausi.


Imitava tutte le voci dei bimbi della via, a volte cantava  in inglese, bastava che sentisse una parola con un suono strano e subito la faceva sua.



Imbarazzante è stato quando un'estate lo abbiamo lasciato da mia sorella mentre noi eravamo al mare, tornati tutti a casa ci siamo resi conto che Merlino .... bestemiava, ecco li è stata dura fare finta di niente, ma il non lodarlo è stata la strategia giusta, in poco tempo le parolacce sono sparite.


Da adulto Merlino era bellissimo, e di una simpatia che ti incantava,  anche i nostri amici ne erano innamorati, a prova di ciò ho tantissimi filmati che dimostrano le sue bravure, sia canore che gestuali.


Purtroppo non è morto di vecchiaia, è morto per una mia dimenticanza e questo mi fa ancora male.


Una notte d'estate  l'ho lasciato fuori, in terrazza, così si è raffreddato,


la sera dopo stava male, sembrava avesse la febbre, e io cosa ho fatto?


Da vera idiota le ho dato 3 gocce di novalgina non sapendo che per i volattili è veleno, così il mio povero Merlino da allora ha iniziato ad avere crisi epilettiche.


Tutti i veterinari che ho interpellato hanno solo confermato la diagnosi, epilessia e che non si poteva fare niente, e così è stato.


Merlino è vissuto ancora fino all'inverno, poi durante una crisi più forte delle altre mi è morto in mano, mentre piangevo abbracciando mio figlio Fabio che non voleva assolutamente lasciarlo andare.


Ora la sua tomba è giù nell'aiuola con altri piccoli amici che abbiamo amato, ma il loro ricordo abita nel nostro cuore.