domenica 13 febbraio 2011

NON CHIAMIAMOLI SCHERZI.....

piedi Pictures, Images and Photos Nadia si voltò di scatto alle urla che echeggiavano dietro di lei, ebbe solo la fugace visione di ragazzi che si rincorrevano lungo la pista ciclabile.
Un ragazzino era rincorso da altri ragazzi urlanti e minacciosi, Nadia cercò un solo motivo per chiudere occhi e orecchie ma non ne trovò.
Con passo veloce Nadia arrivò vicino al gruppo e si rese conto che stavano picchiando il ragazzino che era caduto a terra e si stava abbracciando per proteggersi da quei colpi che  arrivavano da tutte le parti.
Ragazzi sui 12/13 anni, adolescenti, un branco di lupacchiotti in cerca di emozioni forti, bulli o biglie lanciati verso la vita, senza regole o paura, l'essere in tanti faceva la loro forza.
Nadia ne prese uno per il braccio alzato per colpire e lo strattonò gridando un basta forte forte.
Come per incanto ci fu silenzio, la sorpresa fu totale!
Occhi cattivi e disincantati la fissarono e per un attimo lei ne ebbe paura, poi fu solo un fuggi fuggi, solo il ragazzino a terra continuava a singhiozzare.
Nadia sentiva quel dolore e non vedeva più il ragazzo ma Danilo, un suo collega che un branco di lupi adulti aveva distrutto.
Danilo che si lavava i piedi in continuazione, Danilo che alla fine era finito in psichiatria,  non era un ragazzino ma un uomo di 45 anni con una famiglia normale e con un lavoro quasi invidiabile.
Un lavoro svolto in ospedale, posto pieno di sofferenze ma dove si nascondono tanti lupi in cerca di prede solo per soddisfare il bisogno di divertirsi, di emergere da giorni sempre uguali.
Tutto iniziò in mensa con una frase banalissima, quando entrò Danilo quella sera (la sera pochi andavano in mensa) qualcuno disse : ma che puzza di piedi...
Tutto qui, una frase buttata li e lasciata li come a riposarsi.
Solo che quando Danilo entrava in una stanza era la solita frase che  sentiva dire, "ma che puzza di piedi", mai rivolta direttamente a lui ma il dubbio ormai si era fatto strada dentro lui.
Danilo che iniziava a lavarsi i piedi in continuazione, che chiedeva a chi riteneva suo amico se i suoi piedi puzzazzero.
E nei reparti lo scherzo trovava sempre più seguaci, ormai non c'era posto dove Danilo poteva andare senza essere seguito da quella odiata domanda.
A casa  era un inferno, anche la moglie che lavorava in ospedale era disperata e cercava aiuto,  Danilo accusava lei di non sapere fare il bucato, si lavava le calze lui stesso con i saponi più declamati dalla pubblicità, ma ormai  i suoi piedi ammorbavano il mondo.
Lo "scherzo" andava avanti da mesi quando Danilo crollò, la disperazione non più arginata e sfociata in una sera di violenza verso se stesso e la sua famiglia.
Un correre di autombulanze e di "amici", un TSO fatto per proteggerlo da se stesso.
Quasi un mese passato in psichiatria e poi fiumi di  psicofarmaci e Danilo sempre a lavarsi i piedi fino ad avere piaghe da strofinamento.
Tutto questo dolore perchè?
A distanza di anni Nadia se lo chiede ancora mentre aiuta il ragazzino a togliersi la terra dai vestiti, lo guarda e istintivamente lo abbraccia.
Lei sola sa che quell'abbraccio è per Danilo, è un condividere il dolore di tutti i Danilo che subiranno violenze psicologiche da lupi mascherati da uomini.
Il ragazzino si lascia abbracciare e Nadia cerca di tamponare con la mano le lacrime che solcano il viso segnato da graffi ma che sotto le sue dita si apre al sorriso, ecco pensa, questo è un regalo splendido!

 

26 commenti:

  1. Un racconto toccante che commuove nel profondo.
    Purtroppo grande è l'insesibilità di molte persone e atti di violenza sono all'ordine del giorno.
    Un post che fa molto riflettere e che dovrebbe essere letto da molti.

    RispondiElimina
  2. Cesy! Spero tu stia meglio,
    un abbraccio

    S.

    RispondiElimina
  3. Mi ricordi una mia cara amica, ti racconto.
    Nella mia città c'erano alcune grandi industrie che davano lavoro a molte ragazze che arrivavano dalle montagne circostanti. Esse si alzavano alle cinque di mattina per giungere sul posto, spaventate ed intimidite dalla città , alle sette e trenta.
    Sempre con la testa bassa, le ricordo, venivano prese in giro e umiliate, regnava sovrana l'ignoranza.
    Ad una di queste fecero l'dentico stesso scherzo descritto da te. Ebbene, si ammalò sul serio e cominciò a sudare e puzzare. A distanza di molti anni lei è ancora molto fragile, ha cinquantanni, dei figli, ma quando mi vede piange.
    Mi dice:- Ricordi Ale quanto ho sofferto?
    Non passano mai, proprio mai, anche se strofini fino alle piaghe, certi brutti scherzi!

    RispondiElimina
  4. Inizia, secondo loro, solo per fare uno "scherzo" ... può darsi, ma ci credo poco. Chi persevera ha qualcosa di marcio e diabolico dentro ..... 

    RispondiElimina
  5. purtroppo la piaga del bullismo non è di oggi, c'è sempre stata, diciamo che la società attuale talvolta porta all'esasperazione un dramma sociale sempre presente da molte generazioni.
    Purtroppo la vita è ingiusta, e molti ne pagano le conseguenze, troppi oserei dire, ne ho conosciuto molti anch'io di questi casi nel corso della vita.

    Talvolta si può fare ben poco, se non stare vicino a chi soffre e fornirgli il nostro coraggio.

    RispondiElimina
  6. Cara Cesy, con la tua bravura e la tua sensibilità sai raccontare le cose come se le vedessi mentre leggo. Mi hai commosso, anche perchè  purtroppo succedono veramente questi fatti diabolici. Ciaoooooooooooooooooo bella persona e dolce amica...

    RispondiElimina
  7. ... un abbraccio a Danilo e a tutti i Danilo del mondo, a cui nessuno ha asciugato le lacrime al momento giusto, facendo finta di non vedere. Toccante e purtroppo verissima!

    RispondiElimina
  8. mi sono commossa, forse pensando a certe situazioni toccate con mano direttamente o indirettamente

    RispondiElimina
  9. Quando si parla di bulli si intendono ragazzi, che qualche volta, crescendo, possono anche cambiare. Ma la cattiveria degli adulti, dettata da insensibilità, ignoranza e mancanza d'intelligenza, è veramente imperdonabile. C'è da vergognarsi ad appartenere al mondo degli uomini....

    RispondiElimina
  10. E' un post importante il tuo, spero lo leggano in molti, avrei così tanto da dire in merito, ma mi limito a lasciarti un abbraccio sincero.

    RispondiElimina
  11. Un racconto che suscita commozione amarezza, perché purtroppo rispecchia una realtà di cui tutti siamo testimoni, una realtà popolata da tanti "cattivi" ma, ancora più, da tantissimi indifferenti che distruggono un essere umano senza ragione e senza neanche rendersene conto, così tanto per!

    RispondiElimina
  12. A me fa rabbia, leggere queste cose. Rabbia perchè sono vere. Rabbia perchè persone stupide, ignoranti, frustrate, si sono sfogate per divertimento su un' altra persona. E non cadete nel tranello di dire che chi si comporta così a 15 anni, crescendo, non lo farà più. perchè è "solo l' età". Sono gli adulti di domani, e tali saranno.E' vero che i bulli ci sono sempre stati, ma il fenomeno di emarginazione sociale che porta a questi episodi è aumentata a dismisura. E fa paura.




    RispondiElimina
  13. In quel ragazzino rivedo una scena capitata mesi fa in quel di Napoli, dove un uomo viene ucciso in mezzo alla strada e, nell'indifferenza di tutti, viene scavalcato dai passanti senza neppure guardare se fosse ancora vivo o morto.Questa è la realtà che ci circonda.Fatta di violenze, verbali e fisiche in cui più si è violenti più si è tenuti in debita considerazione.Una realtà che non è fatta per Nadia.Un arealtà dove un abbraccio è un dono raro da avere.Il mio lo trovi quando vuoi. Un sorriso.  

    RispondiElimina
  14. E' davvero un bellissimo post, molto toccante e sensibile. I condizionamenti psicologici sono determinanti in soggetti fragili, oltre che le terapie sono importanti la compresione familiare e l'aiuto psicologico anche da parte della famiglia: con l'amore molto si può fare.

    bellissima esposizione.
    bacioni
    annamaria

    RispondiElimina
  15. Toccante...
    mi dispiace che non hai potuto partecipare al mio giveaway, m penso che più in là ne farò un altro

    RispondiElimina
  16. un racconto che lascia trasparire la tua sensibilità, profondamenteumano,e fa riflettere, molto.
    quante persone sono state distrutte dalla superficialità degli altri?
    anche questa è violenza di branco.
    a volte non ci si può sottrarre.
    ciao

    RispondiElimina
  17. Purtroppo sono realtà tragiche
    e ancora più tragico è che ci stiamo abituando nell'indifferenza.
    E sono violenze che condizionano una vita intera.


    Sempre sensibile,

    E' importante scrivere, parlare di queste realtà .

    Buon sabato

    dora 

    RispondiElimina
  18. Un bellissimo flashback. Un certo tipo di dolore, quando lo si vede la prima volta, lo si riconosce sempre, in fondo è sempre lo stesso che vaga di corpo in corpo, di anima in anima. Anche questo ci affratella. A presto (m.)

    RispondiElimina
  19. Ciao Cesy....ho letto i tuoi precedenti post...spero che tu stia meglio...un bacio e buona settimana

    RispondiElimina
  20. L'abbraccio che tu hai dato a Danilo, l'ho riservato proprio ieri sera.
    Ho ancora il cuore infranto...un cuore che non rimarginerà mai.
    Il tuo post mi prende in pieno...come lo schiaffo del vento.

    RispondiElimina
  21. Una serena domenica cara Cesy, a presto (m)

    RispondiElimina