
Era mattina ma la notte invernale sarebbe stata ancora lunga, iniziava il turno alle 6 e intanto si godeva in silenzio il caffè della macchinetta dell'ospedale.
Era partita da casa in anticipo, come sempre, gli piaceva alzarsi per poter leggere due pagine così iniziava bene la giornata.
Dar da mangiare al pesce rosso che nel silenzio della casa addormentata la chiamava con schiocchii fatti a pelo d'acqua la faceva sorridere.
E il profumo del primo caffè era fatto solo per ricordarle quanto fosse bello poter sentire che nel silenzio del suo piccolo mondo tutto andava bene.
Scese e la nebbia l'avvolse come una ingombrante coperta, per fortuna a quell'ora le macchine erano poche, guidò piano, immersa in quel silenzio irreale fatto di bianco e buio.
Negli spogliatoi salutò ricambiata con cenni, quasi fossero senza voce delle colleghe, poi si avviò a prendersi il primo caffè della macchinetta.
Chissà perchè la sua preferenza andò alla macchinetta del piano della Pediatria, di solito era quello più affollato e lei lo evitava, ma quella mattina era deserto e così decise di fermarsi lì.
Fu mentre beveva piano il suo caffè guardando il buio fuori dalla finestra che vide vicino a lei, riflessa sui vetri quella donna.
Veramente la sua mente registrò che non era "nuova", era una figura che vedeva spesso, cortesemente la salutò cercando un argomento banale per potersi accomiatare.
Fu sorpresa dalla reazione della donna, la quale scoppiò in un pianto fatto di singulti e gemiti, la bocca aperta a mangiare l'aria che sicuramente non arrivava ai polmoni, scossa da un dolore che faceva paura.
Istintivamente l'abbracciò, non sapeva che fare ma sentiva che era solo quello che poteva e doveva fare!
Solo un nome usciva da quella bocca devastata dal dolore, Max... Max...
Fu il suo essere donna che la portò a conoscere quella storia?
O fu un dolore giunto ad un punto non più sopportabile?
Divennero amiche e così seppe di Max, un bimbo biondo che pesava poco più di un lattante, Max che non aveva futuro, che non aveva mai avuto un futuro.
Era nato "male" strappato con il forcipe dal caldo corpo di sua mamma e mai nato alla vita.
Max che l'unica cosa che riusciva a fare da solo era respirare e basta!
Max un guscio vuoto, un viso inespressivo gli occhi di un azzurro cielo da far stare male chi vi cercava un sorriso.
Max che era meglio se moriva subito, per tutti, ma non per lei.
Lei gli raccontava dell'altra sua figlia, del marito ormai etilista, del non vivere la famiglia, del suo sacrificarsi solo per Max, non chiedeva se era giusto, lo faceva e basta!
Un'amicizia dura, impegnativa, fatta di abbracci e di discussioni, per Max poteva tutto, per gli "altri" niente.
Nulla per la figlia adolescente, rabbiosa verso la sua vita e verso quel fratello che le portava mia l'amore della mamma, niente per il marito che sapendo di aver perso due persone in una volta sola si era rivolto alla bottiglia.
Questo tutto per Max.
Max che "viveva" in un letto su misura, girato e rigirato in continuazione, Max sedato contro attacchi epilettici, Max a cui veniva dato da mangiare tramite un tubicino impiantato nello stomaco, Max a cui lei doveva aspirare il muco dalla gola, Max.....
Una sola domanda alla fine, perchè?
Lei guardando il "suo" Max rispose la sua verità,
"perchè lui mi muore, lo so che mi muore....."
Non seppe più che dirgli, pensò che la morte aveva già colpito nel cuore di una ragazza e di un uomo solo...
Un racconto straziante, un dolore infinito. Un caro abbraccio cara.
RispondiEliminaPenso sia impossibile commentare questa storia. Nessuno può giudicare la scelta di una madre disperata.
RispondiEliminaBuona serata dolce Sister... :*
Si, ogni commento è inutile.
RispondiEliminaHo una figlia di quasi 17 mesi sana grazie a Dio, ma ho gli occhi bagnati, pronti a piangere pensando a questa madre e a Max. Un abbraccio a te e a questa madre!
Ho avuto una zia (anzi era sorella della nonna) nata nel 1901 infermiera fin da giovanissima che diceva sempre "quando non ci metteva mano lui da lassù ci toccava metterla a noi quaggiù, ma come facevi ad assassinare una famiglia con un "povero infelice"? Già allora chi aveva gravi menomazioni veniva detto "infelice". Qualche volta quelle parole mi sono sembrate dure, quasi crudeli, qualche volta tremendamente opportune.
RispondiEliminaDante
Bellissimo e terribile, tenero e straziante, indimenticabile e inquietante...
RispondiEliminaCiao.
Non siamo noi a dover giudicare...
RispondiEliminaTenera e straziante storia...
Un bacio dolce Cesy...
Anna..
Passo domani con calma
RispondiEliminaBacione cara;-))
Struggente, non mi vengono altre parole...solo un groppo in gola...
RispondiEliminaAbbraccio
tutti i bambini dovrebbero avere un'occasione di vivere
RispondiElimina... Ti lascio un saluto.
RispondiEliminaCiao
son passata, me ne sono andata, mi son sentita vigliacca e son tornata, ma non riesco a trovare le parole...
RispondiEliminaun abbraccio a Max, alla sua mamma e a te che coi tuoi racconti riesci a ricordarci cosa veramente è importante
stefania
Happy easter
RispondiElimina...è davvero triste!
RispondiEliminaun abbraccio
mamma mia che triste....però bella..buona settimana..un pò più allegra spero..
RispondiEliminaSe riuscissimo ad accettare l'ineluttabilità della morte saremo davvero molti passi avanti. difficile.
RispondiEliminaCiao, grazie anche da parte mia per quell'abbraccio ad una mamma disperata.
Un pensiero per il mio amico
RispondiEliminaLucio Gialloreti http://luciogialloreti.splinder.com/
e per tutti coloro che son stati colpiti
da questa tremenda tragedia...
spero di riavere presto sue notizie e che
il Signore Iddio li protegga ....
Esprimo tutta la mia solidarietà ....
Ogni amico
costituisce un mondo
dentro di noi.
Un mondo mai nato
fino al suo arrivo,
ed è solo tramite
questo incontro,
che nasce un nuovo mondo.
A.N.
Molto toccante questo racconto, ripropone l'immutevole dramma di ragazzi nati diversabili e dell'amore materno che non si ferma dinanzi a nulla, nemmeno dinanzi alla morte.....
RispondiEliminaSpero non ti dispiaccia se ti vengo a trovare un po più spesso sister...
agape
buongioro stella...
RispondiEliminabuona giornata carissima...
RispondiEliminama com'è triste e bello
RispondiEliminaL’immagine di una madre ...E’ una foto in bianco e nero, un po’ sciupata e dai contorni ingiallita.
RispondiEliminaUna sagoma scura che via via si cancella...e che cancella tutto il resto.
Quando passo da te..mi commuovo sempre!! mannaggia
Buongiorno cara...
RispondiEliminacarezza..
Anna..
Storie come queste sono all'ordine del giorno in quegli ambienti purtroppo!
RispondiEliminaUn pensiero a Max e un abbraccio alla povera madre.
Non hai idea quante volte dico: nel mio piccolo, come sono stata fortunata!
Un saluto a tutti
Anna
Un caro abbraccio Cesy.....
RispondiEliminaquesta infanzia, questa infanzia che fa piangere lacrime amare, ma mai arrendersi ad una madre
RispondiEliminaGrazie ......
RispondiEliminaL'ala insostanziale della morte non è ben chiaro cosa vada a colpire, spesso chi vive è sua preda prima di giungere all'oltre
RispondiEliminaletto con avidità
Buona Pasqua anche a te cesy...
RispondiEliminaPS: non mangi troppo :-)
Forse sono cinica, ma che senso ha portare avanti una pseudovita di sofferenza e senza speranza per sacrificarne tre reali?Redcats
RispondiEliminaTanta disperazione. Buona giornata.
RispondiEliminaQuanto ti ammiro! :)
RispondiElimina...pagina di forte intensità che mi tocca personalmente. La mia Bettina,senz'altro, se fosse rimasta in vita, avrebbe avuto grossi problemi esistenziali...ma saremmo stati felici di poterla accudire per sempre...
RispondiEliminaToccante... emozionante...
RispondiEliminaA volte è difficile cercare risposte dove si sa non si troveranno mai...
Difficile..faticoso... ma è l'unica cosa che ci viene permesso...chiederci il perchè...
Ciao cesy...tocchi sempre il cuore...
Anto...
Solo silenzio...
RispondiEliminaCommentare una storia così è praticamente impossibile!L'unica cosa che mi viene in mente è la considerazione su quanto grande possa essere l'amore di una madre per il figlio.Così grande da sacrificare la sua vita di coppia e,in parte,il suo amore per l'altra figlia.Una sola speranza:che la figlia,più grande capisca il dolore di sua madre e non l'abbandoni del tutto.La vita è un bene prezioso,ma,permettimelo,deve essere vissuta.Il povero Max,non la sta vivendo,gliela fanno vivere altri e non so quanto sia giusto.Vengo poco da te,ma è sempre emozionante!
RispondiEliminaUn saluto per una serena Pasqua..
RispondiEliminaTriste ed emozionante :-)
RispondiEliminaciao sister
un racconto triste ed enozionante.Qui tutti abbracciano max e la sua mamma, giustamente..ma io preferisco mandare una bbraccio anche alla sorella e al marito "abbandonati"perchè purtroppo così è...).sono d'accordo col commetno n 40, è vero che non possiamo giudicare l'amroe di una madre(ma sottolineiamo che la madre è madre anche della'ltra figlia, non solo di MAx!), ma quando non c'è speranza ha senso?
RispondiEliminaforse sarò cattiva ed egoista ma oltretutto non ho letto in questa madre un grande sfrozo per la sua famiglia.Ovviamente non volgio giudicare uan situazione del genere, ci mancherebbe..ma si dice chiaramente"per Max poteva tutto, per gli "altri "niente".Gli altri tra virgolette,come se non esistessero,come se non avessero alcuna importanza per lei.anche la figlia poteva morire,in un incidente magari, e il marito alcolista si sta pratiamente suicidando.inoltre dice anche ,parlando della figlia che era rabbiodsa contro il fratello che le portava via l'amore della mamma.
RispondiEliminaporprio così, non dice"quel fratello che lei credeva le portasse via l'amore della mamma"..dice porprpio che glilo portava via.Vuol dire che questa madre non amava comunque sua figlia,perchè altrimenti non si sarebbe parlato così.Che pena..quasi quasi mi fanno più pena gli altri due della madre e di Max.
credo che l'unica soluzione sia davvero che la figlia bbandoni la madre,se non vuole vedersi rovinata la vita.Tanto la madre nemmeno se ne accorgerebbe in fondo...
…ti lascio un abbraccio ,e l’augurio di una felice Pasqua…
RispondiEliminacon affetto Giovanni.
Non ho parole!
RispondiEliminaStupendo.
I tuoi sono sempre racconti di vita. Vita dolorosa, vita che pare non trovare una via d'uscita. E sono sempre intrisi di tanto amore e mi pongono di fronte a riflessioni. Un abbraccio.
RispondiEliminaBuon anno e cento di questi giorni, ma una cosa più allegra no?
RispondiEliminaSe tutto va bene siamo rovinati!
E' che a me il lago mette tanta tristezza e se devo scegliere tra il treno e la marmellata, di sicuro preferisco il Mercoledì. Ciao bacioni
(la badante non mi vuole più perchè dice che quando mi parla non rimango in tema!)
nei momenti come questi solo un silezioso abbraccio sa di calore
RispondiEliminaed io ti strigo forte a me
baci baci iry
Questa storia mi ricorda un po' quella di Giusi, la quindicenne uccisa e buttata sugli scogli dal cugino del padre, con cui pare fossero amanti...
RispondiElimina...la mamma, nonostante avesse un marito e un'altra figlia, e fosse addirittura in attesa di un altro figlio, si suicidò non reggendo al dolore.
Eppure, io non mi sento di dire che quella signora non amasse il marito, l'altra figlia, e il bimbo in arrivo... secondo me li amava eccome, ma amava anche Giusi, e non riusciva più a concepire una vita senza di lei, non credo che necessariamente una cosa escluda l'altra.
Anche se ovviamente, tendo anch'io ad essere addolorata anche per l'altra figlia e il padre, che in pratica hanno vissuto tre tragedie in una.
Tornando invece più in tema del tuo racconto... leggendo cose come questa, mi rendo conto che forse davvero, solo chi lavora negli ospedali e sta quotidianamente a contatto con la morte e la sofferenza, riesce ad apprezzare fino in fondo la vita, la salute, gli affetti e le tante altre cose bellissime che abbiamo, e che troppo spesso nella quotidianità tendiamo a dare per scontate, e ci lamentiamo per cose che alla fine sono sciocchezze.
Un abbraccio stella, felice Pasqua a te e alla tua numerosissima famiglia (contando anche i deliziosi quattrozampe) :)
il tuo scrivere rende vivo ciò che racconti...sembrava di sentirla quella nebbia, di odorarla...e poi l'odore del disinfettante per ambienti che a volte nausea fino a far svenire...non ci si può rassegnare a lasciare andare per sempre chi si ama...
RispondiEliminaA te, ragazza generosa, giunga il mio abbraccio e tanti auguri per una S.Pasqua serena e in buona armonia. Auguri anche alla tua famiglia. Ciaoooooooooooooooooooo......Bruna
RispondiElimina...tanti anni fa incontrai una compagna di scuola completamente vestita di nero e cerea. Era stata mamma di un bambino stupendo che per sua sventura a partire dai sei mesi si ammalò. Una malattia ereditaria che non lo fece sviluppare più di tanto. Quando se ne andò all'età di sei anni pareva un mini vecchietto. La mamma sapeva che se ne sarebbe andato non riuscì mai a farsene ragione. Non la vedo da almeno trenta anni son ha più voluto figli. Ciao
RispondiEliminaMi fa così male... che non riesco neanche a dirlo...grazie per averlo raccontato.
RispondiEliminaGrim