venerdì 16 aprile 2010

SPACCIATORI DI LENTI...

occhiali Pictures, Images and Photos L'altro giorno ero alla fermata del pulman ad aspettare mia figlia che tornava da scuola, al suo arrivo ho osservato il popolo alieno di cui era carico.
Adolescenti tutti rigorosamente "attaccati" a fili!
Tutti collegati a strumenti che li isolavano ma che li facevano appartenere a  un branco.
Chi al telefonino, ma i più  erano collegati con delle cuffie per ascoltare la musica.
Sicuramente la stessa musica, solo che ognuno la ascoltava  da solo.
Questo mi ha fatto ricordare una cena fatta con amici  e alla tavolata davanti a noi, tutti ragazzi.
Una tavolata di adolescenti che ha continuato a uscire a fumare e a parlare al telefonino, con stupore notavo che al tavolo nessuno parlava con nessuno, troppo impegnati a parlare con gli assenti!
Questo mi ha fatto riflettere, anche noi adulti stiamo rubando questo modo di fare, anche con lo scrivere, ormai la kappa è regina.
Anche noi dei blog cerchiamo solo l'apparire, il commento e l'adulazione.
Anche noi siamo spacciatori di sogni, ci proponiamo al meglio, quasi fossimo dei mercanti che devono vendere al miglior offerente.
Ma come adolescenti abbiamo paura del confronto diretto, ci inventiamo mondi e vite parallele, creiamo verità sognate e cerchiamo chi ci possa credere.
Ammettiamolo, siamo semplicemente spacciatori di lenti, magari solo per vedere cuori contenti, i nostri!
Come dice un mio caro amico, nel web niente si distrugge, anche un'imbranata come me riesce a rintracciare una traccia lasciata anche anni fa,
Verità che deludono e divertono.
In fondo siamo tutti degli adolescenti che continuano a sognare, il che è sempre positivo ma dice il nostro limite.
Non siamo dei maestri, siamo solo e sempre degli esseri umani che cercano di essere migliori ai nostri miopi occhi.
Spacciatori di lenti lo siamo un pò tutti, abbelliamo la nostra realtà per renderla migliore a noi stessi, per farci sentire degli eroi, peccato che a volte ci dimentichiamo di quel post scritto 3/4 anni fa in cui dicevamo tutto il contrario dell'oggi.
Sicuramente si può sempre cambiare idea, come spacciatori di occhiali è permesso, quando
si vuole fare il mondo contento!

24 commenti:

  1. Anche io ho fatto una riflessione su questo fatto contrastante di 'leggersi' a distanza di tempo... prima si dice una cosa e poi si dice tutto il contrario... e mi chiedo, ma in che modo funziona davvero il nostro cervello? o siamo tutti sbagliati... o forse c'è qualcosa sotto.... come un equilibrio nascosto!
    Se ti va di leggere il mio post si chiama LA SCRITTURA COME PREGHIERA

    ciao ;)

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  2. io ho vissuto per 3 anni senza cellulre. psicologicamente cambia tutto. col cellulare sei te e il mondo. senza sei te e quelli che hai intorno. col mondo presente e incombente, chiaramente, chi ti sta affianco puo' essere, come dire... schiacciato dalla pressione? il relzonarsi cambia... necessariamente. a me non piace. io mi perdo. ma l nuove generazioni sono nate con questa antenna. come fosse una protesi. hai presente il film "quando le donne avevano la coda"? beh, su di noi gireranno il film "quando gli uomini non avevano l'interfaccia". (non piu' ottico ma spacciatore di lenti)

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  3. boh, sul fatto che ognuno di noi cerca di farsi bello, come quando ci si mette in posa per una foto può essere vero. Ma sul cambiare per captare la benevlenza altrui non ci credo. se rileggo i miei vecchi post trovo al contrario che mi ripeto spessissimo, segno sicuro di ... invecchiamento!

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  4. ciao Cesy.....
    argomento impegnativo il tuo, come sempre....
    ma questo lo è di più... forse perchè entra in un argomento che dovrebbe far  riflettere, cosa che oramai accade raramente...
    il mettersi in discussione poi... cose d'altri tempi
    ora è il tempo dei fili e dei
    venditori di lenti e direi anche di cuochi, che sanno insaporire bene la loro pietanza... un po di sale quà un po di rosmarino là... tutto ben condito
    mi perdonerai l'ironia ....
    apprezzo molto il tuo calarti nell'introspezione......
    senza code di paglia...

    un abraccio
    ENTRONAUTA

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  5. Ed ora dopo aver letto il tuo post mi porrò un sacco di domande...

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  6. bhè quello dei telefonini è un mondo che non comprendo, non perchè siano inutili, è dell'uso e abuso che se ne fa, gente che ti attraversa senza neanche prestare attenzione a quello che sta combinando, estraniandosi totalmente dalla realtà o scambiarsi messaggi ogni 1/4 d'ora per sapere se si vogliono ancora bene, per quanto mi riguarda; il mio lo uso dopo 50 km. da casa ma giusto se è il caso, per gli spacciatorii  di lenti è più una questione di come rapportarsi con l'altro, vero che non c'è come nominarsi con un nick-name per passare nel totale anonimato e vender fumo di un immagine distorta di se stessi, il che fa sì che mi tenga quei pochi che ritengo affidabili e alcuni conosciuti anche di persona, poi vabbè ci sono gli scassaminchia che ti vogliono amico per far nr. nel proprio blog, il che diventa uno spasso massacrarli, ..prima o poi pubblicherò i nomi di costoro
    un abbraccio a te


    ...ciaooo Dario

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  7. Syster mi spiazzi con questa tua precisa e fredda analisi dei blogghers.... diciamo che in parte la condivido in parte no.
    Accostare noi, persone adulte ai ragazzini al telefono mi sembra eccessivo.
    Poi del resto, in ciascuno di noi resta "il bambino", quella pare di adolescente che no va mai via.
    Pensa io a 47 anni sono un burlone, un mattacchione, ma anche profondamente adulto .
    E guarda che l'esser adulto me lo ricorda le responsabilità, i pensieri giornalieri della famiglia, il lavoro..... in alternativa sarei uno di quei ragazzi appesi al filo del telefono....................

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  8. In fondo è tutto un sogno o tutta realtà. Dipende solo da noi...

    Un abbraccio sister

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  9. sono d'accordissimo...e' propio vero mia cara sister.

    un abbraccione

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  10. Sono perfettamente daccordo con sorgentediluce....
    Ciao.

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  11. Ci conosciamo da tempo, almeno sui rispettivi blog, e sai che ho scritto più volte della voglia di alcuni blogger di aumentare solo il numero dei contatti, più che cercare di farsi conoscere.Il mondo di internet e dei blog in particolare, dovrebbe servire a questo:farsi comprendere da persone lontane e che mai, forse, incontreremo.Ma se lo si fa, mostrandosi belli, senza esserlo in realtà è meschino.Chi dice se siamo belli o meno?Noi stessi col nostro modo di scrivere, col modo di presentarsi e di essere coerenti.Se torno indietro di due anni (l'ho fatto proprio due giorni fa!) nel mio vecchio blog, ritrovo lo stesso Roberto che scrive ora, ma non è una sorpresa, perchè sono così anche nella realtà!Quando mi accingo a commentare un post nei blog altrui, lo faccio se penso di non essere banale, a costo di sembrare latitante o disinteressato.Il semplice "Un saluto e un bacio", solo per far vedere che ci sono e per richiamare attenzione su di me, non è nel mio stile.Spero di non doverti mai deludere e di rispettare l'idea che ti sei fatta di me e che mi esterni quando passi nel mio spazio.Sei una di quelle persone che incontrerei con piacere, ma questo lo sai e spero possa accadere.Un sorriso da estendere ai tutti i pelosi di casa tua.  

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  12. Sempre più isolati all'interno dei nostri mondi personali ...

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  13. Ognuno aggrappato al proprio telefonino...mi viene in mente quando, tanti ma tanti anni fa avevo accompagnato un amico allora studente di medicina all'ospedale psichiatrico per organizzare una festa con i ricoverati.Ricordo delle sale lunghe dai soffitti altissimi e tante persone sedute,uno qua uno là, ognuno con una radiolina accesa, nessuno si parlava...del resto siamo tutti persi ciascuno nel proprio mondo.
    Per quel che riguarda il blog, mah, io posso parlare, cioè, scrivere, per me: come sono qui così sono nella vita, ci siamo anche conosciute di persona, e spero di non averti deluso.
    Non ho mai fatto la conta dei commenti e il numero degli amici che ho è ben nascosto Con ciò, se altri ne sentono il bisogno, non me la sento di infierire, c'è così tanta solitudine, in giro...chi siamo noi per giudicare?Ognuno trova il suo modo per non sentirsi troppo solo.. .
    Un abbraccio.

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  14. Le deludenti e precarie strade comunicative che rendono ancor più difficile una vera e concreta socializzazione.
    Molti si incontrano e stanno assieme e...non si parlano..Bevono qualcosa e poi poco altro. Appena salutatisi, pioggia di sms con frasi fatte e rifatte come da loro cataloghi ricorrenti e ripetitivi...
    In sintesi...alias solitudine:-)


    ( Se verrai quest'estate nel PaeseCheNon C'è, la sera ti sarà illuminata da milioni di lucciole):-)

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  15. Scriviamo quel che siamo, e quando cambiamo, o cambia la situazione che stiamo vivendo, cambia anche quello che scriviamo.
    Cercando di non cadere nel vortice dell'autocompiacimento.

    Grazie per gli auguri. buona giornata.

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  16. Ciao carissima Cesy, come stai?
    Anch'io ho notato questi ragazzini, adolescenti, e anche più vecchi con auricolari ad ascoltare musica o a parlare al telefono ininterrottamente.
    Non c'è più comunicazione diretta, non c'è più rispetto di chi hai davanti.
    Non vado ad una cena per parlare tutta la sera al telefono con altri. Se ho problemi sto a casa. Se mi sta antipatico il festeggiato non ci vado.
    Un abbraccione stretto stretto.

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  17. Forse, dopo tutto, i ragazzini sono consapevoli della virtualità anche del mondo reale, o capiscono che anche l'assente è presente in un altro punto dello spazio; subiscono meno il condizionamento dell'approccio visivo alle cose e alle persone. Io che il telefonino lo uso raramente e non l'ho avuto fino a qualche mese fa, fin quando mia madre non si è ammalata ed è stato in quei giorni una necessità, capisco che in fondo l'uomo si evolverà anche con questi nuovi strumenti di comunicazione.

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  18. Non so, forse mi sbaglio, forse preferisco vedere le cose per quello  che non sono, ma i ragazzini non li vedo così. Così come non scrivo per il fatto di non sapermi rapportare con gli altri. Per me scrivere è scambiare, pensieri, sensazioni e perchè no instaurare un rapporto, sì virtuale, ma non per questo meno vero di certi rapporti reali, fatti a volte di tanta ipocrisia, balle, sorrisi ebeti. Ci tengo a precisare che nella mia vita ho un mucchio di persone vere che mi stanno vicino, che amo vivere, divertirmi e stare con gli altri. E come me i fili li tiene solo a volte. ciaooooooooo

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  19. forse per gran parte dei blogs è così, ma c'è anche chi è capace di essere se stesso sempre..o comunque di lasciarsi conoscere come veramente è. cosa che accade inevitabilmente se si prosegue con coraggio, fino alla conoscenza personale. come accade spesso.



    ele n.b.

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  20. Ciao...

    Domenica scorsa ho passato diverse ore sui treni e non lo facevo da un bel po'. Penso che un secolo fa fosse normale, durante tragitti lunghi sopra una carrozza, scambiare due parole con chi ti sta di fronte. Anche solo per rompere il ghiaccio di una forzata promiscuità fisica...

    Ma nulla, la maggior parte dei viaggiatori, ormai, il ghiaccio lo rompe per conto suo, coi fili, come dici tu... Siano cellulari o i-pod, o altro, mi chiedo: ma questo bisogno compulsivo di comunicare, o di ascoltare musica anche mentre dormi, o mentre leggi un libro, o mentre carichi la valigia sul ripiano, o mentre scendi sul binario della stazione (non c'è nulla di più bello che lasciarsi invadere dai suoni e dai rumori a piena aria di un binario ferroviario, dopo un lungo tragitto chiuso nella scatola di latta...), tutti questi bisogni, ce li avevate anche prima ? O sono nati per magia con l'offerta del gingillo da taschino ? E se invece il bisogno è antico, siamo sicuri che stiamo soddisfando questo bisogno, e non piuttosto scivolando nella malattia di riprodurre il bisogno all'infinito?

    E qui veniamo alla seconda parte di questo lucidissimo post, Cesy. Ai nostri blog e alle nostre maschere iridescenti, caledoscopiche e fanciulle.

    E io ti do completamente ragione ! Sì, siamo come dici tu. E' una grande pianura di auto-consolazione, questa distesa digitale. C'è un lato molto particolare dei bambini, anche molto piccoli, ed è quando, con tutta evidenza, si raccolgono fra sè e sè, e inventano qualcosa per auto-consolarsi.

    In quei momenti, per un adulto che li stia ad osservare in incognito, questi bambini fanno tremare le ginocchia. Rivelano la pianura che hanno dietro le loro spalle, nel quale l'adulto non c'è.




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