La ragazza entrò in reparto, era la sua prima giornata di lavoro in quella corsia.
Una corsia particolare, dove nessuno voleva andare, tutti i concorsi risultavano deserti, solo lei, partecipava per quel posto.
Lei che non aveva scelta, già sposata, e con la casa in costruzione, non poteva permettersi il lusso di rifiutare.
Come prima giornata l'orario era 8/18, poi naturalmente i turni, e si, anche la notte.
Entrò con il cuore che batteva forte, si presentò alla suora, ignorando le occhiate che le lanciavano le altre infermiere.

Occhiate e sorrisini di compatimento, e le frasi non tanto a voce bassa, le sentiva sulla schiena, frasi di scherno verso la sua giovane età,
"per me questa scappa prima di mezzogiorno"
"troppo giovane, ci toccherà anche il suo lavoro".
Cercando un coraggio che non sentiva iniziò il giro.
Una corsia lunghissima, stanzoni con 6 letti, camere singole per i più ricchi, stanze a 3/4 letti, insomma un reparto geriatrico di non autosufficienti!
Persone buttate, dimenticate in letti a volte con sbarre, a lei più che un reparto sembrava una prigione.

Il primo incontro la lasciò sbigottita e incredula, mentre camminava accompagnando la suora, dalla semi oscurità che ancora avvolgeva il corridoio, sbucò fuori una figura.
Un vecchio, nudo dalla cintola in giù, avanzava piangendo e strappando in pezzi minuscoli quello che una volta era stato il pantalone del pigiama.
La suora lo prese per un braccio, quasi strattonandolo, lo guidò nella stanza e lo mise a letto, senza mai guardarlo continuando a parlare, a dire che "quelle persone non c'erano ne con la testa ne con le gambe".
Arrivò finalmente mezzogiorno, la ragazza guidò piano fino a casa, le lacrime gli scendevano copiose lungo il viso, il suo compagno l'aspettava curioso di sapere della sua mattinata.

Bastò un'occhiata, l'abbracciò e con frasi dolci fece smettere quel dolore.
Ma lei sapeva che non poteva lasciare quel lavoro, nonostante lui continuasse a dirlo, non c'era niente da fare o da dire, alle 14 sarebbe ritornata in quel girone dantesco dei dimenticati!
Ho iniziato questi "racconti",
sono storie vissute di tanti anni fa, magari sarà solo uno, o forse no....
ho la pelle d'oca...
RispondiEliminano, continua con questi racconti.
mi hai fatto ricordare quando lavoravo in ospedale per assistere un ragazzo che aveva fatto un gravissimo incidente.
aveva avuto il record assoluto di ore in sala operatoria, non aveva niente di sano... ed io ero lì, la sua mano, le sue gambe, la sua bocca...
dipendeva totalmente da me.
quante lacrime ho versato per lui quando varcavo la soglia dell'ospedale per andarmene a casa, e com'era difficile non farlo davanti a lui!
io però non avevo un compagno a rassenerarmi, ho tenuto tutto dentro, anche solo per non dar problemi a mio figlio.
raccontane ancora cesy, a volte si ha bisogno di leggere storie come queste, a volte servono...
un forte abbraccio.
............................................................................senza parole....un saluto scarcagnizzu
RispondiEliminaracconti di vita vissuta
RispondiEliminavanno letti come tali
e hanno la forza del reale
buona idea
Giornata uggiosa oggi....
RispondiEliminaMolto bello questo racconto ..anche se questa realta' è triste,scrivine ancora...tutte le verita della vita sono belle..
Ti abbraccio
Biby
Solo chi vive a contatto con la realtà, può approdare al difficile compito della narrazione. Le anime sensibili soffrono il doppio: e per la fatica e per ciò che riguarda la condizione di esseri umani orami giunti al declino fisico e spesso, intellettivo. Una giornata grigia e piovosa mi fa da sfondo mentre ti leggo e un brivido mi scorre lungo la schiena. Ti abbraccio.
RispondiEliminaStoria dura di vita, vita non facile all'inizio di un lavoro. Bisogna farci le ossa e essere insensibili (cosa non facile), io un lavoro come quello non l'avrei mai fatto anche se ho fatto un lavoro molto pericoloso.
RispondiEliminaCiao
Vinicio
Sei sempre la benvenuta nella nostra casetta :-) Grazie della visita.
RispondiEliminaResto sempre affascinata da ciò che scrivi, te l'ho già detto, qualunque sia l'argomento riesci a tenermi incollata allo schermo....continua ti prego....
RispondiEliminaUn abbraccio per una serena serata:)
Un cuore che parla e lascia arrivare il suo sentire ai cuori capaci di ascoltare...
RispondiEliminaCi sono realtà che tolgono il fiato e lasciano l'anima in balia di onde emozionali molto forti...
Il mio sorriso , Lilia
una storia di coraggiosa quotidianità!
RispondiEliminaok. Lo vedo, lo vedo bene, quel film...finora è molto realistico.
RispondiEliminahola sister
RispondiEliminasai bene che frequento ospedali molto spesso
e di persone come te ne ho trovate poche..anzi pochissime!
Nel tuo lavoro TU ci mettevi il cuore...
....io lo sò....
ma quante come te????
bacioni viky
ma
Racconto crudo che raccolta realtà purtroppo frequenti.
RispondiEliminaHo frequentato anche io reparti del genere...mi faceva mancare il fiato l'odore pregnante nell'aria delle traverse dei letti.
Continua con i tuoi racconti.
La coscienza cresce anche attraverso queste letture.
A presto :-))
In questo ultimo periodo sono andata spesso in ospedale per accompagnare mio padre per una serie di controlli. So di cosa parli perché anch'io ho trovato persone poco sensibili davanti a certe situazioni. Per svolgere certi lavori è necessario possedere determinazione ma anche cuore. La malattia è un momento difficile e anche un semplice sorriso o una sguardo amorevole possono donare un pizzico di gioia a chi sta soffrendo. Vorrei che tu continuassi a raccontare. Queste storie possono aiutarci ad aprire gli occhi su alcune realtà.
RispondiEliminaUn abbraccio,
Cinzia
quando dico che non mi dispiacerebbe morire giovane la gente mi guarda come se fossi pazza, ma davvero preferirei una morte prematura a vivere una vecchiaia come si vede in certi reparti
RispondiEliminaCara Cesi,
RispondiEliminainnanzitutto grazie della visita, e del bel commento postato.
Purtroppo di questi luoghi dimenticati, dove i malati sono solo degli impicci, ce ne sono moltissimi.
Io cerco di considerare i malati esseri umani, e con loro non parlo mai dei loro disturbi, ofaccio capire loro che sono disturbati, ma cerco di abbracciarli perché spesso un abbraccio conta più di tutto. Non migliora certo la situazione trattarli male, che colpa ne hanno? E poi sai bene che non si tratta mai di colpe ma di errori, e questi malati cronici anziani che hanno perduto la cosa più importante, il poter rispondere con dignità a questi poveri esseri che aspettano la fine del mese per lo stipendio...ci sono molte cose da dire..."non ti curar di loro, ma guarda e passa"...*
Dante
buon inizio di settimana sister :-)
RispondiEliminaTriste e vero ciò che racconti
RispondiEliminaNegli ospedali c'è spesso questa realtà. Troppo spesso
E chi assiste i malati deve avere non solo grande professionalità ma soprattutto, grande umanità cercando,nel frattempo, di non lasciarsi coinvolgere dalle mille storie personali di ogni malato, altrimenti è , come dico, "scorticare l'anima" ogni volta.
Professionalità. Umanità.
Come in ogni professione c'è chi ha queste qualità e chi no...
Professione delicatissima. Ammiro sempre molto chi la svolge con dedizione
Buona settimana
bacio
Non è facile...ti capisco!!
RispondiEliminaciauffff
Io ne so qualcosa..quando entri in un ospedale, sia per lavorare, sia per far volontariato, poi è difficile abbandonarlo..anche se a volte fa male...
RispondiEliminacomplimenti...mi piacciono i tuoi scritti, tra le righe vien fuori una sensibilità che non è da tutti! buona giornata e grazie della visita.
RispondiEliminase li pubblichi io li leggo tutti di un fiato. Prima di riprendere lavoro passerà del tempo (sono stata operata al cuore) e splinder è una gioia. Alle volte anche un'emozione come quella di ieri che mi ha fatto prendere il gatto Esserino. Quei due sono diabolici.
RispondiEliminaUn abbraccio
Bello scritto, continua, un grossissimo saluto Carla
RispondiEliminaUn saluto cara, grazie del tuo passaggio sul mio blog...bacio. Kay
RispondiEliminaUna donna sa...conosce e comprende tante situazioni... e nn molla mai...
RispondiEliminaUn abbraccio a te
LeAAA
realtà da pelle d'oca... io ci son passato ma ero dall'altra parte... sul letto
RispondiEliminaHai scritto molto bene...spero che continuerai..
RispondiEliminabuon inizio di settimana!
Je
...un infinito coraggio di animo e tanta sensibilità. E' un qualcosa che bisogna avere nel sangue per riuscire a fare un tale lavoro e solo loro lo dovrebbero fare, dottori compresi. Odio l'ambiente ospedale, forse perchè ne ho avuto a che fare fin da piccola con persone a me molto vicine...e questi "angeli" di corsia non è facile trovarli...ciao by Mary
RispondiEliminacontinua. i tuoi racconti di vita sono commoventi, scritti con il cuore.
RispondiEliminasei tu quella ragazza?
un abbraccio sister e grazie.
ciao dolcissima passo per darti i miei saluti di una buona serata.
RispondiEliminaio stasera sono cotta :)
Bellissimo racconto di vita...
RispondiEliminaFelice autunno Sistercesy ^^
RispondiEliminaun abbraccio
è un bellissimo raconto sister:))))
RispondiEliminati porto caffè e buondì:)))))
e un sorrisone tutto per te:))))
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^_^
Buongiorno sister e in boccca al lupo!
RispondiEliminamagari bocca con due c
RispondiEliminaBuona giornata carissima, a gentile richiesta Ale ha postato anche una sua foto, se vuoi passare a vederlo ;)
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