
.... Stanotte ho sognato,
no, non era un bel sogno, piuttosto un incubo.
Un incubo ricorrente da anni.
Il risveglio mi trova sempre con ricordi di persone scomparse, tutta gente amica conosciuta nel reparto di dialisi.
Ecco il mio incubo, io che sono sotto dialisi!
Non che ci lavoro, ma sono IO l'ammalata, io con le braccia martoriate dalle fistole, io su un letto bilancia a dover subire la violenza di 5/6 ore di lavaggio attraverso reni meccanici.
Ho lavorato tanti anni in dialisi, so molto su questa malattia che tanti liquidano con un semplice "lavaggio renale".
Sono sicura che pochissima gente sa in che cosa consiste la dialisi, la maggior parte pensa semplicemente che sia una cosa veloce non invasiva, ma sopratutto senza dolore!
Sbaglia, è molto dolorosa, dolorosa e lunga.
Lunga tutta la vita, certo c'è il trapianto, ma c'è anche il rigetto,
le due cose vanno sempre a braccetto.
IL perchè uno finisce in dialisi è troppo lungo spiegarlo, ma quando si varca quella soglia non c'è ritorno a una vita normale,
fare dialisi vuole dire basare la propria vita su macchine, mangiare solo determinate cose, vuole dire addio a vacanze, a gite e ai sogni.
Certo, non si può più sognare, come si fa?
Giorno si, giorno no si fa dialisi!
Non si può saltare, non si può rinviare, si va in edema polmonare!
E quando si chiude la fistola?
Di corsa in sala operatoria, altre vie da mettere nelle braccia, lo sapete il perchè?
Perchè gli aghi da dialisi sono enormi, e poi si formano delle cicatrici che a ribucarle fa un male cane, ma cosa vuoi, l'importante è che la fistola regga.
Ma lo sapete che il maggior numero di suicidi tra gli ammalati cronici avviene fra i dializzati?
Anni e anni assieme, 6 ore al giorno, si diventa amici per forza.
Assieme si passava il Natale, Pasqua e l'estate, noi ragazze si andava in ferie e quando si tornava c'era la nostra cartolina appesa sul tabellone, perchè ci seguivano anche così, con il desiderio di essere con noi.
Ma la cosa peggiore è quando se ne andavano, e sono stati tanti.
Ognuno di loro lasciavano un grande vuoto, il letto quello no, si riempiva subito, a volte succedeva di chiamare ancora il nome della persona che solo il giorno prima occupava quel letto, l'imbarazzo si stemprava in una lacrima nascosta rapidamente dalla mascherina.
Certo, sogno loro con tutto il dolore attorno, e si, lo ammetto, ho paura,
paura di finire attaccata a una macchina che decide della mia vita.
chiarimenti.....
mi sono arrivati messaggi riguardo alla dialisi.
mi scuso se mi sono espressa male, io non faccio dialisi, ho lavorato per anni in reparto di dialisi, sono i miei ricordi a parlare,
grazie a tutti
(la mia paura più grande... una non vita, dove capisci ma sei immobilizzato a subirla senza poterla vivere davvero)
RispondiEliminaE se prima ti volevo bene, oggi, leggendo questo post, sento solo la voglia di abbracciarti forte. Il coraggio di affrontare una vita condizionata (so cos'è la dialisi perchè ho avuto uno zio costretto al lavaggio del sangue).Mi mancano le parole, proprio a me, che ne spendo a centinaia. Un bacione Cesy*
RispondiEliminaho un mio carissimo amico che sta vivendo il tuo stesso calvario, ha avuto il trapianto e sembrava fosse finito l'incubo ... poi il rigetto e di nuovo il calvario ....
RispondiEliminaio non provo le vostre sofferenze e patimenti ma vi ammiro e vi voglio tanto bene ....
coraggio lo so che le cose negative sembrano tante, ma non guardare solo quelle
un abbraccio
Daniele
solo un silenzioso e affettuoso abbraccio, per le belle parole, per la "lezione" che ricevo, ancora una volta.
RispondiEliminaho una cugina, poco più grande di me, in dialisi da 20 anni circa. mai un lamento, solo gratitudine per poter ancora godere della splendida figlia. sempre sorrisi e comprensione.
grazie sister...
So benissimo cos'è la dialisi, mia suocera l' ha fatta per 20 anni, abitavamo nella stessa casa. Era stata preparata una stanza in casa per evitargli di andare ogni due giorni in ospedale e mio suocero gli ha fatto da infermiere.
RispondiEliminaNonostante la sofferenza, ringraziava la dialisi che gli ha dato la possibilità di vedere crescere i suoi nipoti. Ciao
Con profonda emozione e speranza che tutto vada bene
RispondiEliminaTi abbraccio
Ti ho sempre "sentita in modo diverso" oggi capisco perche'..
RispondiEliminaMi mancano le parole...credimi.
Posso dirti soltanto
Ti voglio un mondo di bene
Biby
cosa dire
RispondiEliminanoi siamo abituati da semplici utenti a parlare, sparlare, lamentarci, tirar sassi e sabbia a chiunque lavori dentro un ospedale
alle volte per qualunquismo
alle volte per esperienze negative vissute
alle volte perché lo fanno tutti
ma di certo in pochissimi capiscono che cosa significa avere a che fare con persone che hanno perso la salute
i malati nei letti degli ospedali sono un piccolo esercito di persone senza più forza
un piccolo esercito con una bandiera che non sventola più
un piccolo esercito disperato
in ospedale si può soltanto entrare ed uscire per curarsi il malanno e poi tornare al quotidiano
ma in ospedale si può, purtroppo, anche permanere a lungo
e, in certi casi, può anche diventare una seconda casa dove, a causa della malattia sofferta, si deve tornare con più o meno frequenza
un pellegrinaggio a cui sono costretti per vivere, non importa a prezzo di cosa e spesso nemmeno come, ma lo fanno per vivere ancora
quante persone in un letto d'ospedale attaccate ad una macchina che per loro rappresenta vivere ancora?
non lo immaginiamo nemmemo e forse, per certi versi è un bene
quante persone sole, perché forse la vita le ha rese tali, malate e disperate la cui unica speranza, oltre alla medicina, è incontrare occhi amici. E per alcune di queste persone gli unici occhi amici sono proprio gli addetti dell'ospedale con la loro presenza, con le loro cure, con la loro quotidianeità nei gesti...
quante persone vanno dentro e fuori dagli ospedali per via della loro salute
spesso li vedi arrivare affaticati, stanchi, sfiduciati, aggrappati ad una speranza che in alcuni giorni è flebile come il loro respiro che gli impedisce anche di fare quattro scalini in fila...
basterebbe soffermarsi a guardare queste persone nel loro calvario quotidiano, vedere come sono vestiti, la loro solitudine, le loro paure, la loro stanchezza
e mi viene da pensare a com'erano quando stavano bene quando tutto era facile tutto era a portata di mano tutto era futuro
e mi piace però ricordarli com'erano, com'erano prima...
per molte di quelle persone il futuro è negli occhi di tutti coloro che si dannano tutti i giorni nelle corsie degli ospedali o degli ambulatori per aver cura di loro
per molte di quelle persone il coraggio proviene dagli occhi di chi è li per loro, per farli stare meglio
per tutti gli addetti agli ospedali, un letto vuoto è una persona che se ne è andata, non sempre con le sue gambe purtroppo, per l'ospedale stesso è solo un letto da occupare di nuovo
un caro saluto sister
e grazie per la persona che sei
max
A quanto pare, dai questi primi comemnti che hai ricevuto, pare che la dialisi la conoscono un pò tutti. E chi non conosce la dialisi magari conosce il tumore, o la distrofia, o la leucemia, o il diabete, o è cardiopatico...insomma, siamo uomini, e siamo soggetti a queste cose purtroppo. C'è però la speranza e la Fede che ci sorreggono e allontano da noi questi brutti pensieri....a volte la voglia di vivere è più potente di mille medicine, se fai mancare quella....non serve più nulla. Allora, apri il cuore alla speranza....ti lascio un affettuoso sorrriso....
RispondiEliminaNon la dialisi, ma altro tipo di terapia ha - purtroppo, ahimè - dovuto ricevere persona vicina a me, parente stretto. Non era come la dialisi, ma ho l'impressione che si avvicini.
RispondiEliminaComprendo il tuo incubo.
un incubo mostrato in ogni suo dettaglio
RispondiEliminanella sua tristezza che certo lascia il segno in chi la legge anche la tua bravura nell'esposizione
mio padre dovra entrare in dialisi nei prossimi giorni
RispondiEliminaUna mia amica ha la mamma che sono anni che ce l'ha. Hai descritto in modo chiarissimo quel calvario. Chissà perchè fai sempre quell'incubo...tu che vivi circondata da familiari che ti amano non dovresti andare a letto con questi pensieri. Perchè penso che inconsciamente il tuo pensiero è lì.
RispondiEliminaCerca di stare serena.
Notte
Emme
Penso però anche a te che hai lavorato in quel reparto per quattro anni...La cosa peggiore, tremenda, è vedere un letto vuoto dove il giorno prima c'era una persona che rideva, che scherzava, che lottava, che ti chiedeva sostegno anche solo morale...Ogni persona che muore strappa un pezzo di te, porta via con sè qualcosa che non ti verrà più restituito...è come se fosse un po' un tuo fallimento quel letto vuoto. Alla fine c'è un peso che solo pochi sopportano senza cambiare, indurirsi, scappare.
RispondiEliminaPenso che la sofferenza altrui segni profondamente l'inconscio di chi ne è spettatore... L'ambiente ospedaliero offre principalmente tristi realtà.
RispondiEliminaSono i tuoi ricordi a parlati nei sogni...Alla lunga tutto emerge
Mi fa pèiacere di aver scoperto il tuo blog. Complimenti!
...chi scruta?
RispondiElimina:D
Questo tuo intervento mi ha profondamente colpito...il ragazzo che mi piace è in dialisi...lui dice che non fa male, che sta bene e che è felice...ma ho paura che lui non dica la verità a proposito di tale cosa...Mi dispiace per chi soffre in questo modo...mi dispiace per quello che provano e passano in questa condizione, è vero certo è il trapianto...ma il rigetto è una condizione che può esserci.
RispondiEliminaLady8Dark
Sei stata cruda, ma hai detto la verità, chi sta in dialisi non ha vita ma campa e questo è molto importante.
RispondiEliminaCiao
bello il tuo blog....bello mefisto :(
RispondiEliminaDEVE ESSERE DAVVERO BRUTTO....se fai questo lavoro è anche normale che poi lo sogni la notte anzi che ci fai gli incubi....io sn una di quelle che nn sa cosa vuol dire fare dialisi nn lo immagino neppure
RispondiEliminacrudele ma la realtà è anche questa, e tuoi incubi son dovuti, perchè assistendo a tanta sofferenza si senti inerme e vorresti non succeda...spiace che tu ne soffra così ...una carezza
RispondiEliminaPosso solo provare a capire la realtà dei dializzati ma penso che, anche sforzandomi, non riuscirei a comprendere fino in fondo il percorso doloroso della loro vita...Non dev'essere facile, per una persona sensibile, lavorare a contatto con realtà così pesanti. Un abbraccio
RispondiEliminavolevo commentare al post ieri ma non riuscivo, splinder o la mia connessione a volte fa cilecca.
RispondiEliminaio ho lavorato tanti anni come volontaria del 118, ed oltre ai servizi di soccordo facevamo anche trasporto dei dializzati.
una cosa che mi ha colpito da subito sul volto di quelle persone è stato leggerci "la rassegnazione" "l'attesa" "la pazienza" ...
non si lamentavano mai... delle ore che passavano collegati alle macchine, dei nostri ritardi per colpa di qualche urgenza fatta...
loro erano li, non si lamentavano mai, aspettavano...
la loro vita era diventata un'attesa.
ne abbiamo persi tanti negli anni che ho lavorato con loro, ed ogni volta era come perdere un familiare.
ho pianto tanto per loro, ogni giorno... piangevo per loro, perchè io che stavo bene non capivo e mi ribellavo.
mi hanno insegnato tantissimo, mi hanno insegnato a vivere, ogni loro espressione era per me maestra di vita...
penso che i giovani, i nostri giovani, dovrebbero tutti fare esperienza di questo genere, insegnerebbe anche a loro...
ti stimo e ti volgio bene.
un forte abbraccio.
Ma nei reparti di dialisi mettono spesso persone sensibili come te? lo dico perchè uno zio di mio marito, per fortuna da vecchio (è morto a 96 anni) ha passato da dializzato gli ultimi suoi 4. E nel reparto in cui andava tutto il personale era particolarmente preparato e direi affettuoso. Forse dipenderà anche dal fatto che a persone che vedi a giorni alterni ti affezioni...
RispondiEliminae' una malattia cronica terribile...
RispondiEliminaUn salutone sister :-)
buon inizio settimana sister, un abbraccio :o)
RispondiEliminaUn saluto
RispondiEliminaNel tuo post leggo tanta dolcezza....stare vicino a chi per necessità vive la propria vita in questo modo non è facile....ma mi piace pensare che almeno possono parlare con qualcuno di umano, non con una fredda isterica infermiera...ma con persone vere, che comprendono davvero la situazione e magari li coccolano anche un pochino....è una grande richezza...e tu hai un cuore grande!
RispondiEliminaNelle tue parole un' enorme sensibilità verso chi ha un avita spezzata.
RispondiEliminaSi legge di tanta solidarietà, tanta sofferenza per loro, le tue parole sanno di tristezza e tenerezza, ma allostesso tempo sanno perchè hanno visto e toccato da vicino.
Le parole che vorrei dirti le ha descritte meravigliosamente MAX al commento 8 e tanti utenti ancora...
Un saluto col cuore.
Brutto brutto incubo... mi sono sempre chiesta come facciano le persone che lavorano a stretto contatto con gli ammalati, soprattutto quelli gravi, a lasciarsi alle spalle tutto il dolore una volta che la giornata è finita e se ne tornano a casa. Penso sia impossibile riuscire ad abbassare la saracinesca e girare lo switch su un'altra frequenza... e allora mi chiedo: come si fa a non impazzire?
RispondiEliminaCon le tue parole mi hai fatto conoscere una realtà che non conoscevo...hai ragione pensavo che la dialisi fosse una terapia non dolorosa...mi hai aperto gli occhi...grazie!
RispondiElimina...purtroppo nella vita il sogno non è realtà...e la realtà vorrebbe tanto che fosse solo sogno...
RispondiElimina...nel dimenticatoio di tempi lontani si trovano appese pergamente che non ci sono più...
c'è l'amaro del quotidiano attuale, da accettare e da affrontare con assoluta dignità...
La tua pagina mi ha profondamente turbato...
I tuoi ricordi...ricordi che hanno portato a noi una testimonianza molto importante...
RispondiEliminaSottovalutiamo spesso certe cose... pensando che i nostri mali siano i peggiori...e invece nn è così...
Io son rimasta molto toccata dal tuo post... da questo spaccato di vita che racchiude tanta sofferenza celata dietro un sorriso...dietro uno sguardo...
Termino qua...ti lascio solo un abbraccio...
LeAAA
ciao cara, fammi sapere di te, come va con il braccio?
RispondiEliminaguarito?
spero di si :)
tanti baci
tante storie tristi...
RispondiEliminaquante ce ne sono...
quanti racconti...
quante storie ho visto e sentito...
io lavoro nel mondo del volontariato (faccio grafica per un ente del lazio)...
potete immaginare quello che passa da noi...
Il mondo ha bisogno di persone sensibili come te.
RispondiEliminaTi abbraccio forte, Lilia
Buon martedì :-)
RispondiEliminaUn abbraccio.
RispondiEliminaMia mamma ha un solo rene che spero funzioni per tutta la sua vita.
RispondiEliminaNon posso pensarla attaccata ad una macchina...
i ricordi non si possono cancellare...
RispondiEliminaun dolce abbraccio :*
Nel cercare di salvar la vita,la vita scivolava
RispondiEliminale palpebre strette,dove la goccia dei lineamenti delicati
seguiva il profilo del pianto
era un'onda ,una mano calda con le dita lente ed umide
come se d'improvviso anche il cuore stesse lì intorpidito e incerto
come un accostarsi al sussuro di parole d'amore che riverberano, sullo specchio,giochi di luce
ecco
la mente d'un lago ghiacciato
dove rifugge il bagliore del destino
e si nasconde tra anonime tenebre d'indifferenza,il pensiero
ecco le tristi sinfonie , rimbalzano tra i baci che non abbiamo dato
e scivolano dalle vette dell'amore
così siedo ,a riposare ,ai confini dell'orizzonte
sgraziata e immersa nella sorte,trascinata dal vento ingrato
e dal tramonto
è poco il tempo , sarò secca e inanimata
camminerò,verso il mare
e in un tenue tramonto
mi perderò
la prossima volta, vivi il tuo sogno: alzati dal lettino e stacca i tubi. Poi fatti un giro nella realtà del tuo sogno. potrebbe rivelarsi meravigliosa...
RispondiEliminabuonanotte sister, ti auguro dolci sogni.
RispondiElimina=^.^=
non conosco bene questa terapia, mi ha colpito questo post. Mi viene però una riflessione in generale, sul fatto che molti pensano che sia una cosa poco dolorosa e continuativa: purtroppo, temo siano troppe le volte, in generale, dove non si conoscono le cose, e quindi si ritengano meno pesanti, di quanto siano realmente...un pochino più di conoscenza, sarebbe sempre utile
RispondiEliminaForse hai ragione... sono stanco.. magari riposare sarebbe meglio :-)
RispondiEliminaBuona giornata sister
Deve essere una esperienza tremenda e non sarà stato semplice lavorarci per te...
RispondiEliminaUn abbraccio.
Grazie, per ogni momento che mi hai dedicato....ti sono grato per ogni pensiero che hai lasciato....
RispondiEliminadolce e sensibile...come sempre..
RispondiEliminaun bacio
Maluan
si dice che inostri sogni/incubi, siano il subconscio
RispondiEliminadi una vita precedentemente vissuta
chissà...
buona serata
ℓa stяєga
Quando ti ho conosciuta ho capito subito chi eri dentro, come "funzioni", quanto in là sai andare con il tuo "sentire"; e non ti smentisci mai, resto sempre emozionata davanti a quello che scrivi e penso sempre che vorrei essere "grande" dentro come lo sei tu.
RispondiEliminaTi abbraccio e ti abbraccio in modo speciale per questo post e per i tuoi incubi, che sono -in parte- molto simili ai miei. Ma se ti tengo stretta magari diventano sogni belli, che non fanno più paura...
Martina.
ci pensavo oggi!...pensavo a quanti di noi hanno problemi dogni specie e malattie di tanti tipi....
RispondiElimina...ne ho fatto riflessione ,e mi sono detto:
ma noi! noi che fino ad ora che siamo ancora sani ,liberi di muverci , di dare un aiuto ,pur morale che sia ...
perchè a volte ci mettiamo in contrasto?serve a qualcosa?
...si! ...ho conosciuto un mio amico che per aanni ha avuto quel tipo di malattia ,amava la vita ,l'mava tanto! al tal punto che non si accorgeva neanche della sua malattia e neanghe vedeva più i grandi aghi che gli permettevano di pulire il suo sangue...
con vero affetto
il tuo amico
Gio...
ps. una carezza al micio -(poetanarratoremiciogatto)
Il teatro dell'umana sofferenza non ha confini.
RispondiEliminaSono una Volontaria di Croce Rossa...offriamo il servizio di trasporto...li portiamo e poi veniamo a riprenderli...sono con te quando ti immergi nel dolore dei dializzati...ne ho visti anche io spegnersi lentamente...ma...in qualcuno c'era anche la scintilla di vita...erano grati solo perchè ancora vivi...in altri invece...
RispondiEliminaSono capitata per caso sul tuo blog,
RispondiEliminasono una psichiatra, ma prima di tutto un medico, e un medico che ancora ci crede, nonostante gli anni che sono passati di professione, ma io li ritengo tutti miei cari, e ti capisco quando parli del dolore, e che spesso non viene neppure pensato dai pessimi colleghi: il dolore. Si deve fare si ma bisogna cercare di essere vicino a coloro che hanno la disgrazia di capitare in dialisi, poiché questa è per sempre fino alla morte...bisogna rifletterci di più.
Tanta, tantissima solidarietà per loro, e per te...questa tua fragilità mi commuove.
La mia paura, visto che da anni lavoro in ambiente psichiatrico, è di perdere la capacità cognitiva, e la capacità mentale... so che è terribile.
Un grande abbraccio :(