Saviore, sdraiato sul pendio della montagna,
sonnacchioso come un gregge
annoiato dalle ore lunghe e uguali,
infastidito dal lamento interminabile dei campanacci e indolente.
Saviore, case stanche, sbrecciate dal tempo e dal vento
come le facce degli anziani che lo abitano,
vicoli stretti, alti e chiusi nella loro timidezza montanara,
incuranti del chiarore che oltre i tetti li affoga
solo gelosi dell’ombra che creano
e degli odori che conservano.
Saviore, portali di frassino e noce... grandi e pesanti

segnati dalle ferite degli anni,
avvolti negli stipiti di granito
come sciarpe grigie di lana cruda.
portali sempre chiusi a conservare come scrigni
storie secolari di invidie e di amori.
Saviore, catenacci di ogni epoca e misura... difficili da aprire,
incollati come sono dal grasso animale, dalla ruggine e dal tempo
a proteggere con la muffa delle cantine solo il vuoto e il ricordo.
Saviore, le tue fontane,
tante fontane sedute in piazza
o appoggiate ai muri o nascoste in androni o sulla strada,

solo loro s’intestardiscono a non morire,
e se ascolti il silenzio
le senti ridere e cantare
per nulla ammalate, né stanche,
incuranti del tempo che corrode anche loro.
Saviore, mentre tu come vecchio t’incurvi
e le case poco a poco si svuotano
le tue fontane,
quelle no,
ti ricordan
la vita e il sole
che oggi è più nuovo di ieri.
ho trovato questa bella poesia, non so chi l'ha scritta, ma certamente una persona che come me ama questo nostro piccolo paese.




Come promesso ecco le foto,




