
Un altro anno scivola verso
l'imbuto del nulla, accompagnato dal frastuono dell'allegria o dal silenzio della disperazione.
Uno stappare desideri e un rinchiudersi in silenzi dolorosi.
Un grande caos dove su tutto prevale la consapevolezza del tempo che fugge.
Un tirare le somme dei giorni andati e scoprire che a ogni girare di pagina il quaderno si assottiglia, fa paura vedere accanto a te tanti libri chiusi.
Vite conosciute da sempre, oppure appena sfiorate da un sorriso che ti rimane dentro.
Già, la forza di un sorriso che ti accoglie e che ti fa sentire la benvenuta, gli auguri di ogni natale e il ricordarsi di te al tefono già al tuo saluto.
In famiglia usiamo tutti gli occhiali e andare dall'ottico è cosa consueta, Mara deve portare anche delle lenti a contatto particolari che vanno cambiate ogni 6 mesi e poi l'altro giorno gli si sono rotti pure gli occhiali.
Naturalmente andiamo sempre dallo stesso ottico, sono anni che andiamo in via Corsica a Brescia e tante volte Mara ci va da sola ma ieri dietro sua richiesta l'ho accompagnata.
Così ho deciso che era giunta l'ora di rifarmi gli occhiali.
Veramente è da un pò che lo volevo fare, ma per pigrizia continuavo a rimandare.
Entrando in negozio ho avvertito subito l'assenza del sorriso di Enrico, al suo posto un altro ragazzo, cercavo la sua voce dietro la porta del laboratorio ma non l'ho percepita.
Ho chiesto di Enrico mai pensando all'ovvità della risposta, era partito.
Come partito, pensavo dentro di me, sembrava talmente a suo agio dove stava, lì in quel piccolo mondo fatto di lenti montature e persone.
Persone a cui chiedeva sempre qualcosa di loro con un sorriso che arrivava al cuore, una gentilezza lieve, fatta di frasi semplici e dolci, uno sguardo che ti avvolgeva e ti rendeva "visibile" veramente.
Come partito, pensavo mentre seguivo il dottore nel suo studio per la visita, partito per le ferie?
Odio le visite oculistiche, tutte quelle lenti, quelle parole sempre le stesse " così va meglio?"
" e ora?"
"se tolgo questa e metto quest'altra, vede meglio?"
Una tortura, alla fine che importanza ha se vedo meglio su sfondo rosso o su quello verde?
Alla fine ci siamo riusciti, ma il mio sollievo si è tramutato in stupore e poi in dolore.
Piano, con gentilezza il dottore mi ha messo una mano sul braccio e guardandomi con un dolore infinito mi ha informato che Enrico se ne era andato in aprile, infarto.
Un dolore grande è esploso dentro me, il viso di Enrico, il suo sorriso e la sua voce invadevano ogni mia emozione trasformandosi in lacrime.
Come è possibile piangere per una persona che si è visto solo 20 o più volte?
Si, è possibile se quella persona riusciva a farti sentire bene, se quando arrivavi ti accoglieva con gioia, se ricordava il tuo nome, se al telefono non dimenticava mai di chiederti come stavi.
Ecco io voglio che ci sia Enrico quando entro, mi fa stare bene, sciegliere le montature con lui è un'avventura, riusciva a farmi provare delle cose assurde che mai avrei messo ma che ci facevano divertire.
Come si può lasciare andare una persona?
La montatura l'ho scelta con il dottore, poche prove, pochi minuti, non c'è stato divertimento, una bella montatura senza anima.
La vita continua e il dolore va ricacciato in quell'imbuto fatto di tempo e di niente, i sorrisi vanno avvolti in ricordi e bagnati di lacrime per tenerli ancora un pò con noi.
Buon anno vita, buon anno a chi sa sconfiggere la morte.
Buon anno a chi sa sorridere e restare anche solo per un attimo o per l'eternità nel cuore di chi ancora sogna.
Buon anno a chi ancora crede che veramente domani sarà diverso.
Buon anno a chi sa già che domani sarà come ieri e come oggi.
Buon anno a me che mi porto dentro quel sorriso e so che sono una persona fortunata solo per averlo conosciuto.
Buon anno a chi lo piangerà ricordandolo con un sorriso.
Buon anno a chi urlerà non avendo nessuno da ricordare.
Buon anno a tutti ....